Il potere di acquisto delle famiglie consumatrici, che tiene conto anche dell’andamento dei prezzi, nel terzo trimestre del 2015 è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% sul terzo trimestre del 2014. Lo ha reso noto l’Istat. L’aumento dell’1,3% è il massimo dal secondo trimestre 2007. Dati ufficiali e statistici che smentiscono il “piagnisteo” della solita Confcommercio Taranto, che non sa più come giustificare la crisi gestionale, e quella finanziaria dei commercianti tarantini, e sopratutto quella interna, a causa delle dimissioni “irrevocabili” del presidente della delegazione Borgo, Floriana de Gennaro e quelle del presidente di Federmoda Giovanni Geri. Per non parlare poi del vertice dell’ associazione iscritto pressochè al completo nel registro degli indagati della Procura della Repubblica, ed il vice presidente vicario Manzulli segnalato alla Centrale Rischi di Banca d’ Italia con circa un milione di euro di sofferenza (debiti con il sistema bancario). Altrove infatti il commercio è in netta ripresa grazie al ritrovato potere d’acquisto delle famiglie certificato dall’ Istat.
Reddito famiglie +1,5% in un anno, sale risparmio – Nel terzo trimestre del 2015 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è aumentato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nel confronto con il corrispondente periodo del 2014. Lo rende noto l’Istat, aggiungendo che la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,5%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014.
Aumenta spesa famiglie, +0,4% terzo trimestre – Nel terzo trimestre 2015 la spesa delle famiglie italiane per consumi finali, in valori correnti, è aumentata dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2014. Lo rende noto l’Istat.
MIGLIORE IL RAPPORTO DEFICIT/PIL – Nella media dei primi tre trimestri del 2015 il rapporto deficit/Pil si è attestato al 2,9%, con un miglioramento di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando era pari al 3,3%. Lo rende noto l’Istat, specificando che nel solo terzo trimestre 2015 il deficit è stato pari al 2,4% del Pil.
Saldo primario nove mesi a 1,3% Pil – Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi), nel terzo trimestre 2015, è risultato positivo per 6.076 milioni di euro (5.414 milioni nel corrispondente trimestre del 2014), con un’incidenza sul Pil dell’1,5%, (1,4% nel terzo trimestre del 2014). L’ ‘Istat, aggiunge che nei primi nove mesi dello scorso anno il saldo è stato sempre positivo, pari all’1,3% del Pil, contro l‘1,4% dello stesso periodo del 2014.
Peso fisco terzo trimestre sale a 41,4% – La pressione fiscale è stata pari nel terzo trimestre 2015 al 41,4%, in lieve aumento (+0,1 punti percentuali) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nella media dei primi tre trimestri il peso del fisco rispetto al Pil è stato del 41,2%, stabile rispetto al medesimo periodo del 2014.