di Nando Pagnoncelli*
Il rapporto con la magistratura è tema complesso e centrale nella vita politica italiana almeno da trent’anni, da quando, con Tangentopoli, il sistema politico italiano fu sottoposto a una crisi drammatica e a una profonda trasformazione in cui i giudici ebbero un ruolo centrale, positivo (quando non palingenetico) per alcuni, negativo (quando non eversivo) per altri. Il conflitto politica/magistratura oggi torna al centro delle cronache, di nuovo con drammaticità, dopo l’intervista concessa su queste pagine (del Corriere della Sera n.d.r.) dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Il quale ha ventilato possibili rischi per il governo che verrebbero appunto da una fazione della magistratura decisa ad affossare l’attuale esecutivo.
La tendenza
La fiducia nella magistratura ha subito un pesante calo negli ultimi anni. Dalle punte più elevate del 2011 (forse l’anno più drammatico della nostra storia recente, con i cittadini che cercavano rassicurazioni da realtà esterne alla politica, che fossero il governo tecnico di Mario Monti o appunto la magistratura) quando l’indice di fiducia nel terzo potere dello Stato arriva al 67, fino al punto più basso nel 2021, ancora segnato dalla vicenda Palamara e dai coinvolgimenti di parte del Csm nello scandalo delle nomine pilotate, quando l’indice cala al 38. Più recentemente invece la fiducia cresce, sia pur di poco, salendo nel 2022 al 41 (probabilmente anche sull’onda del tema della restrizione alle intercettazioni, invisa a buona parte dei cittadini) fino al 45 di oggi (crescita forse proprio collegata alle polemiche di cui stiamo parlando).
Entrando nel merito delle affermazioni espresse dal ministro Crosetto, poco più di un quinto degli italiani (il 22%) condivide l’idea che ci sia un gruppo organizzato di magistrati che si oppone al governo, ma il 35% pensa che, sia pure in modo non organizzato, esistano magistrati che si pongono obiettivi politici. Insomma, l’idea che un qualche «inquinamento» politico sia presente nel potere giudiziario è maggioritaria. Solo il 13% infatti ne nega l’esistenza. E, sia pur con diversa intensità, è un’opinione condivisa trasversalmente sia nel centrodestra (in particolare tra gli elettori di FdI è maggioritaria l’idea dell’esistenza di un gruppo organizzato) sia tra le forze di opposizione (dove invece tende a prevalere l’idea che si tratti di atteggiamenti individuali).
Una delle critiche rivolte al ministro è stata che le accuse esposte sarebbero in realtà notizie di reato da non esporre in un’intervista, ma da sottoporre al Csm e al presidente della Repubblica, che lo presiede. Qui le opinioni si dividono: il 32% pensa che Crosetto abbia fatto bene a rendere pubbliche le sue preoccupazioni (opzione maggioritaria tra gli elettori del centrodestra), il 30% pensa il contrario (opzione prevalente tra gli elettori di opposizione).
Quanto alle dimensioni del consenso su questa polemica, l’elettorato di centrodestra tende maggiormente a ritenere che ci sia una condivisione, non solo nella propria area politica ma anche nell’insieme degli elettori, mentre il contrario avviene tra gli elettori di opposizione, che tendono di più a ritenere che si tratti di opinioni condivise solo dal ceto politico o al più degli elettori di centrodestra.
Le valutazioni
Nell’ultimo Consiglio dei ministri è stata approvata anche la cosiddetta «pagella» dei magistrati. Una scelta che riscuote un certo consenso: la approva il 36% degli intervistati (maggioranza assoluta, naturalmente, tra gli elettori di centrodestra), il 26% invece la disapprova (ma tra gli elettori di opposizione lo fanno con forza solo gli elettori del Pd, gli altri tendono a dividersi). Molti (38%) non si esprimono, come d’altra parte avviene un po’ per tutte le domande di questo sondaggio.
Da ultimo abbiamo chiesto se questo scontro serva in qualche modo al Paese. Il 39% pensa di no, che si tratti di una polemica dannosa che aggiunge inutili tensioni in un momento già difficile (scelta maggioritaria tra gli elettori di centrosinistra); al contrario il 30% la pensa utile, al fine di arrivare una volta per tutte ad un chiarimento sull’esistenza di una magistratura politicizzata (opzione prevalente tra gli elettori di centrodestra). Anche su questo oltre il 30% non si esprime.
In sostanza la magistratura ha perso parte importante della fiducia dei cittadini, pur con qualche crescita recente, ed è diffusa l’idea che ci sia una presenza politicizzata (in forme organizzate o individuali). Ma l’intervento di Crosetto non convince, divide per «fazioni» politiche e tutto sommato non muove sentimenti profondi. Serve forse, questo sì, a rinsaldare l’elettorato di riferimento.
*sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera