di Marco Ginanneschi
ROMA – La Commissione Ue ha presentato stamattina il “pacchetto-Iva” che riguarda il commercio online, con regole più semplici per le imprese che fanno commercio elettronico in Europa, Iva agevolata anche per i prodotti dell’editoria digitale, semplificazioni per le microimprese e le start-up, ma anche l’eliminazione dell’esenzione Iva per i prodotti acquistati online (da aziende extra-Ue) che hanno un valore inferiore ai 22 euro.
“Una grande vittoria per l’Italia e per i lettori di tutta Europa”. Questo è il primo commento di Federico Motta, presidente dell’AIE, l’ Associazione italiana editori, dopo l’annuncio della proposta della Commissione europea di lasciar liberi i Paesi Ue di tagliare l’Iva per gli ebook e le pubblicazioni digitali. L’Europa segue infatti la direzione presa dall’Italia, che dal 1 gennaio 2015 ha scelto di applicare l’Iva al 4% – e non più al 22% – per i libri digitali come per i libri di carta, spiega una nota. “È una decisione che aspettiamo da tempo” – ha aggiunto Motta – “Siamo stati i primi a chiedere che l’Iva per libri cartacei e digitali fosse equiparata. Abbiamo lanciato #unlibroèunlibro, campagna di grande successo, che è stata condivisa dal Ministro Franceschini che l’ha portata avanti con coraggio e convinzione come posizione italiana quando in Europa era minoritaria. Adesso tutti i lettori europei potranno avere gli stessi diritti”.
L’Italia aspettava da tempo questa proposta, che ora è formalizzata, scritta nero su bianco. Bruxelles ha infatti dato il via libera all’equiparazione dell’Iva agevolata per e-book e giornali online, esattamente come succede per gli equivalenti prodotti cartacei. Da noi la norma è in vigore dallo scorso anno, anche se teoricamente era in contrasto con le regole europee. Oggi Bruxelles annuncia che i prodotti editoriali online vanno messi sullo stesso piano di quelli digitali per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto. Ma non si tratta di un vincolo: gli Stati potranno applicare il regime Iva agevolata sugli ebook, anche se non ne avranno l’obbligo.
C’è però una novità che sicuramente peserà sui consumatori. I prodotti acquistati oggi online da aziende extra-Ue sono esenti da Iva se hanno un valore inferiore ai 22 euro. Si tratta di 150 milioni di prodotti venduti ogni anno nel territorio Ue. La Commissione vuole abolire questa esenzione per due motivi: discrimina le imprese Ue, i cui prodotti sono invece imponibili anche se costano meno di 22 euro. E poi perché l’esenzione avrebbe aumentato l’evasione: molti produttori falsificano la documentazione legata ai beni venduti per farli rientrare nella fascia “Iva-free”.
“La scelta della Commissione europea di presentare una proposta di direttiva volta a consentire ai singoli Stati membri di applicare le aliquote Iva ridotte previste per la stampa cartacea anche a quella digitale va nella direzione di sostenere e incentivare lo sviluppo del settore nell’ambiente digitale”: così ha commentato il Presidente della Fieg, Maurizio Costa, l’iniziativa assunta oggi dalla Commissione europea, accolta con apprezzamento da tutto il settore dell’editoria europea.
Le nuove norme prevedono anche agevolazioni per le micro-imprese e le start-up. Verrà fissata una soglia di 10 mila euro l’anno: chi ha un volume d’affari inferiore a questo tetto potrà continuare a usare le regole dell’Iva in vigore nel proprio Paese, anche per le vendite transfrontaliere. Altre semplificazioni riguarderanno le piccole e medie imprese che hanno un livello d’affari inferiore ai 100 mila euro l’anno.
Il pacchetto-Iva interviene anche sul commercio online transfrontaliero, con uno “sportello unico” europeo che – secondo la Commissione – “permetterà alle imprese dell’Ue di risparmiare 2,3 miliardi l’anno” e di “ridurre del 95% le pratiche amministrative”. Nello stesso tempo, consentirà agli Stati di recuperare l’Iva evasa sulle transazioni online, che vale circa 5 miliardi l’anno. “Le aziende online che esercitano nell’Ue – ha dichiarato il commissario europeo agli Affari Economici Pierre Moscovici – ci hanno chiesto di semplificare la loro vita. È esattamente quello che facciamo oggi”. Per le aziende che fanno e-commerce, con il sistema attualmente in vigore, la gestione dell’Iva è una questione molto complicata, tra burocrazia e costi eccessivi. È infatti richiesta una registrazione dell’Iva in tutti gli Stati in cui vendono i loro prodotti. La proposta della Commissione prevede una semplice dichiarazione trimestrale unica fatta allo sportello unico europeo, secondo un sistema simile a quello che già esiste per la vendita delle App. Questo garantirà che l’Iva sia effettivamente pagata nello Stato del consumatore finale.
Carlo Perrone, Presidente di Enpa (European Newspaper Publishers’ Association) aggiunge: “questa proposta è essenziale per garantire agli editori di giornali un futuro sostenibile nell’ambiente digitale. Essa contribuisce ad affermare fondamentali valori democratici europei quali la promozione dell’accesso ai contenuti giornalistici professionali, l’istruzione e la media literacy, e molti cittadini europei fruiscono oggi di notizie e informazioni attraverso le piattaforme digitali.”