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3 Luglio 2024 07:22
3 Luglio 2024 07:22

Killer Roma. Giandavide De Pau interrogato confessa: “Ricordo casa delle cinesi, poi il black out”. Tradotto in carcere a Regina Coeli

In Questura l'uomo durante l'interrogatorio piangeva minacciando di uccidersi, cercando di capire cosa fosse accaduto negli ultimi due giorni. A dargli una mano sono stati i poliziotti: gli hanno spiegato cosa hanno ricostruito. E accusato di aver ucciso tre donne, tre prostitute.

Al nome di Giandavide De Pau il pregiudicato fortemente sospettato di essere l’autore del triplice femminicidio, si è arrivati dopo una segnalazione giunta alle forze dell’ordine dalla sorella. L’uomo, infatti, l’avrebbe chiamata facendo intuire di avere compiuto qualcosa di grave. A seguito di questa comunicazione e conoscendo le “frequentazioni” di De Pau, la sorella, probabilmente spaventata, ha contattato le forze dell’ordine. Dopo averla convocata, gli investigatori si sono messi alla ricerca del pregiudicato 51enne.

È attualmente piantonato dalla Polizia l’appartamento di viale Esperia Sperani, a Ottavia, periferia nord di Roma, dove è stato catturato questa mattina l’uomo sospettato di avere ucciso giovedì scorso tre prostitute a Roma. Nell’appartamento, dove è stata stesa una coperta sul terrazzo a coprire come un sipario l’interno, a quanto riferiscono i pochi vicini che si lasciano avvicinare vivrebbe la sorella dell’uomo. Solo qualcuno ricorda particolari significativi: “Mai visti giri strani non so chi sia” riferisce un ragazzo. Qualcun’ altro, più anziano, ricorda il padre: “Con lui avevo confidenza ma è morto tanti anni fa“.

Un altro anziano del posto racconta che in quella casa c’erano stati problemi con la giustizia, “ma tanti anni fa” . I vicini sembrano meravigliati quando gli si riferisce il sospetto che grava sull’uomo: “Ma possibile che era lui? Una persona così tranquilla“. Quello che sembra emergere dalle testimonianze è che il sospetto non vivesse stabilmente qui ma che ogni tanto si vedesse passare. Una donna anziana sostiene di avere invece parlato, una quindicina di giorni fa, con la sorella, che viveva nell’appartamento dopo la morte del padre: “una persona tranquilla, carina, che parlava un italiano corretto”. Qualcuno racconta i momenti della cattura: “Già da ieri – racconta un condomino dello stabile di viale Esperia Sperani – ho visto movimento… Poi stamattina presto mi ha svegliato la Polizia per entrare dal portone“.

L’ interrogatorio di sette ore in Questura

Ricordo di essere stato in quella casa di via Riboty con delle ragazze cinesi e di avere tamponato la ferita alla gola di una di loro ma poi ho un black out e non più nulla” ha detto davanti al pubblico ministero Antonella Pandolfi. Poi, un dubbio: “Ho visto che dietro a una delle porte dell’appartamento di via Riboty c’era un altro uomo, forse era anche lui un cliente. Forse sa cosa è successo. Non ricordo di essere stato in via Durazzo, ho solo vagato per due giorni senza mangiare né dormire. Ero in macchina, l’ho ritrovata all’Hilton ma non so perché e come ci sono arrivato“.

E la fuga, senza destinazione: Sono corso in mezzo alla strada, avevo le mani completamente sporche di sangue. Fermavo le auto, ho vagato per due giorni senza mangiare e senza dormire“.È quanto avrebbe riferito Giandavide De Pau, l’uomo fortemente sospettato di essere l’autore del triplice femminicidio, nel corso dell’interrogatorio durato oltre sette ore in Questura, che continua “Dopo avere vagato per due giorni, sono andato a casa di mia madre e mia sorella con i vestiti ancora sporchi di sangue. Ero stravolto e mi sono messo a dormire per circa due ore e poi sono arrivati i poliziotti a prendermi intorno alle sei di mattina“.

“Di quegli istanti ricordo solo tanto sangue”. L’uomo ha ricostruito con gli inquirenti cosa è avvenuto la sera prima. “Ricordo che una donna cubana è arrivata a casa mia – ha aggiunto – e abbiamo consumato della droga, poi il giorno dopo ho preso un appuntamento a via Riboty“. “Ricordo di essere arrivato in macchina in via Riboty e di essere entrato in un appartamento al piano terra», ha proseguito De Pau, aggiungendo “di avere lasciato lì il mio telefono cellulare. Era la prima volta che andavo in quell’appartamento con le cinesi dopo un appuntamento preso per telefono“, ha aggiunto.

Gli inquirenti, nel corso dell’interrogatorio, avrebbero contestato a De Pau di essere stato ripreso da alcune telecamere in via Durazzo dove è stata uccisa la prostituta colombiana 65enne Martha Castano, ma l’uomo avrebbe replicato: “Non ricordo di essere stato in via Durazzo. Non lo ricordo proprio, mi contestate due omicidi, quindi non avrebbe senso negarne un terzo“.

Giandavide De Pau, il pregiudicato accusato di aver ucciso tre prostitute giovedì scorso a Prati a Roma è stato trasferito in serata nel carcere di Regina Coeli. La Procura di Roma, gli contesta l’accusa di triplice omicidio aggravato, gli ha notificato lo stato fermo. L’uomo, da quanto si è appreso, era in cura psichiatrica e seguiva un percorso farmacologico. In Questura l’uomo durante l’interrogatorio piangeva minacciando di uccidersi, cercando di capire cosa fosse accaduto negli ultimi due giorni. A dargli una mano sono stati i poliziotti: gli hanno spiegato cosa hanno ricostruito. E accusato di aver ucciso tre donne, tre prostitute. Il magistrato ha disposto il fermo a suo carico e nelle prossime ore l’uomo verrà ascoltato dal gip per l’interrogatorio di garanzia.

il trasferimento di De Pau in carcere
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