Nella lista delle 52 le persone arrestate nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, che in collaborazione con la Squadra Mobile di Taranto che ha sgominato il ricostituito (ed ora sgominato) “clan” D’Oronzo-De Vitis compare l’imprenditore Fabrizio Pomes, ex segretario provinciale del Nuovo Psi, ex consigliere comunale ed ex consigliere circoscrizionale tarantino, e recentemente presidente del “Centro Sportivo Magna Grecia” , il quale negli ultimi tempi era molto “vicino” alla lista Puglia per Vendola , accusato dagli inquirenti di “concorso esterno in associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni”. Il Procuratore capo della DDA di Lecce, dr. Cataldo Motta, illustrando i dettagli dell’inchiesta, ha criticato fortemente anche il comportamento dell’amministrazione comunale, che ha consentito la gestione alla cooperativa da parte del Pomes, non procedendo ai dovuti accertamenti e nonostante “episodi di morosità”.
Sono ancora in corso delle indagini degli uomini della Squadra Mobile su alcune anomalie nell’assegnazione della gestione del “Magna Grecia“. Il Comune di Taranto in un primo momento adempiendo alle norme di Legge aveva indetto un bando pubblico per l’affidamento della struttura sportiva. Bando che all’improvviso come per incanto è stato abbandonato, venendo trasformato in una prosecuzione provvisoria dell’ affidamento della cooperativa creata dal Pomes, di cui facevano parte due pregiudicati condannati per associazione mafiosa. Uno stop improvviso del bando pubblico del Comune di Taranto, che il procuratore Motta ha etichettato “inusuale e poco limpido” e in merito al quale “si sta attualmente indagando, in quanto al momento non vi sono delle responsabilità dell’ Amministrazione pubblica conclamate e certificate“.
Secondo le accuse, Pomes avrebbe partecipato dall’esterno alle attività dell’organizzazione guidata dal “boss” Orlando D’Oronzo, costituendo delle cooperative di cui facevano parte anche due pregiudicati condannati per associazione mafiosa, una delle quali ha gestito la struttura comunale sportiva “Magna Grecia” . La gara d’appalto avviata a suo tempo dal Comune di Taranto venne bloccata e trasformata in “proroga del servizio“. Pomes, commentando l’assegnazione alla Coop Falanto di un appalto comunale per la pulizia di giardini , intercettato, diceva che “è stata posta la prima pietra”, e poi rivolgendosi al telefono al boss D’Oronzo aggiunge “che la coop deve assumere purtroppo 35 operai della vecchia ditta incaricata che sono ‘teste calde’”. D’Oronzo gli rispondeva “tu digli a chi è intestata la coop e poi vediamo se sono teste calde”.
Nell’ordinanza si legge “che gli interessi economici dell’associazione diretta dal duo De Vitis-D’Oronzo in stretta correlazione con gli ambienti della pubblica amministrazione siano ancora esistenti ed anzi in progressiva ascesa è dimostrato anche dal gravissimo, recentissimo episodio che ha visto l’intimidazione di un rappresentante locale della pubblica amministrazione posta in essere sulla pubblica via (nella zona vecchia di Taranto) da un gruppo di quattro persone che hanno invitato caldamente il Consigliere Comunale a non mancare al prossimo consiglio comunale nel quale sarebbero stati affrontati argomenti che interessavano D’Oronzo”. A questo episodio fece seguito la presenza nell’aula consiliare il 23 giugno 2014 nel corso del consiglio, di Michele De Vitis , fratello di Nicola e marito del consigliere Giuseppina Pasqua Castellaneta eletta nelle liste di AT6 la lista civica guidata da Mario Cito, figlio di Giancarlo Cito.