La griffe Costume National nata nel 1986, è stata venduta dai due fratelli salentini Ennio e Carlo Capasa, rispettivamente socio fondatore e direttore creativo del brand e amministratore delegato, che hanno annunciato con una nota le loro dimissioni da tutte le cariche dell’azienda che hanno fondato nel 1986. Una decisione presa, come ha raccontato lo stilista, in pochi giorni , subito dopo che si era definita l’opzione tecnica di acquistare quote per rientrare in società.
Ennio Capasa, leccese classe 1960, subito dopo l’Accademia di Brera ha lavorato con Yoji Yamamoto a Tokyo ed al suo rientro, nell’86, ha lanciato la prima collezione di Costume National. All’inizio degli anni Novanta la griffe ha subito conquistato l’attenzione fra i “talent scout” di stilisti futuristici. Il mix di una moda fatta di sartorialità e qualità che hanno sempre caratterizzato il percorso creativo dello stilista, fra Parigi (dove sfilava sono a poche stagioni fa) a Milano.
Costume National è stata rilevata dal fondo giapponese Sequedge. I due fratelli Capasa, originari di Lecce ma da molto tempo diventati “milanesi” nella capitale della moda italiana, hanno spiegato che “è giunto il momento di accogliere nuove sfide” per continuare a raccontare una storia attuale e rivitalizzare la loro visione.
Il fondo nipponico Sequedge, partner di Costume National in Giappone dal 2009, ha rilevato l’azienda secondo un accordo esistente tra le parti, e renderà liberi Carlo ed Ennio Capasa di affrontare sin da subito nuove sfide in un vasto ambito internazionale. “È con emozioni contrastanti che concludiamo lo straordinario ciclo creativo di questa maison unica, con l’augurio che il futuro possa riservare al brand altrettanti successi. Quanto a noi continueremo a seguire la nostra passione in nuove iniziative creative” hanno commentato i fratelli Capasa
Poi le dichiarazioni dello stilista Ennio Capasa , commosso, raccolte dalla collega Paola Pollo del Corriere della Sera: “Avrei voluto che questo non fosse accaduto. Ho lottato con passione. Le emozioni che provo in questo momento sono complesse e mi portano immediatamente a guardare a questi 30 anni straordinari, agli incontri, alle sfilate a tutto quello che il mondo meraviglioso della moda ci fa vivere”.
“Fin dall’inizio ho avuto una sola idea — continua parlando con il Corriere —, quella di creare uno stile, di evolverlo sempre e non di seguire il trend del momento. Ci ho messo tutta la mia energia accompagnato da un team di collaboratori meravigliosi. Oggi guardo avanti, voglio provare a raccontare ancora una storia con la stessa passione e la stessa intensità che ho avuto in questi anni . C’è chi dice che la moda è finita, che vince solo il marketing e che in fondo è tutto un’illusione. Sicuramente non per me, sono e resterò un visionario passionale” .