di Alessia Di Bella
Ad oggi nell’Unione Europea sono stati venduti nell’ultimo anno circa 420 milioni fra telefoni cellulari ed altri dispositivi elettronici . In media, ogni consumatore ha in casa circa tre caricabatterie per telefoni cellulari, di cui ne usa regolarmente due. Il 38% dei consumatori dichiara di aver sperimentato problemi almeno una volta per incompatibilità dei caricatori disponibili. I consumatori spendono circa 2,4 miliardi di euro all’anno su caricabatterie autonomi che non vengono forniti con i loro dispositivi elettronici. Si stima inoltre che i caricabatterie smaltiti e inutilizzati rappresentino circa 11mila tonnellate di rifiuti elettronici all’anno. Una soluzione di ricarica universale potrebbe ridurla di quasi mille tonnellate annualmente.
Dopo anni di riflessione, la Commissione Europea presenta la sua proposta legislativa che ora dovrà essere approvata dal Consiglio Europeo e dal Parlamento Europeo, che prevede un unico ingresso di ricarica universale per smartphone, tablet, fotocamere, cuffie, altoparlanti portatili e console portatili per videogiochi , mentre i computer portatili saranno oggetto di un’altra proposta entro la fine dell’anno.
Dopodiché tutte le aziende del settore a cominciare da Apple, ritenuta a Bruxelles la più difficile da convincere, avranno 24 mesi di tempo per adeguarsi. In sostanza, la misura potrebbe entrare in vigore non prima nel 2024. Sicuramente un passo avanti considerevole considerato che se ne parla dal 2009 e poichè il consumatore spende in media circa 2,4 miliardi di euro per comprare caricabatterie autonomi in più, non venduti col prodotto, e che i caricabatterie smaltiti e inutilizzati rappresentano circa 11mila tonnellate di rifiuti elettronici all’anno.
“Ognuno di noi ha più ricercatori, finiscono nei cassetti, perché non si sa mai potrebbero essere utili un giorno. Bisogna fare qualcosa. Il mio lavoro è eliminare rifiuti che possono diventare ‘serpenti di mare’, come amo chiamarli io”, ha detto in conferenza stampa Thierry Breton Commissario Ue al mercato unico . Il francese ha detto di voler contare sulla “collaborazione” anche da parte degli Usa, con le loro aziende ben piazzate nel mondo della tecnologia, a cominciare da Apple.
Anche perchè dopo il chiarimento avvenuto ieri tra Joe Biden e Emmanuel Macron su Aukus, tra le due sponde dell’Atlantico sembra meno ostruita la strada della cooperazione rispetto a una settimana fa, quando tra Parigi e Washington sulla son volate parole grosse crisi dei sottomarini con l’Australia. “Ho parlato con Tim Cook — la mia porta è aperta. Non penso che siano preoccupati, non è qualcosa contro di loro o altri: noi pensiamo ai prossimi 15-20 anni del pianeta” aggiunge Breton parlando di Apple.
Finora la Commissione Europea si è limitata a sostenere iniziative dell’industria nel settore. Nel 2009 Bruxelles sostenne l’accordo volontario firmato dalle case produttrici, che è servito a ridurre il numero di soluzioni di caricabatterie sul mercato da 30 a 3. Ma solo fino al 2014, quando il protocollo d’intesa è scaduto e non è stato rinnovato. Adesso sulla scia del Green deal e dei nuovi piani per la sostenibilità avviati dalla presidenza von der Leyen Palazzo Berlaymont ha deciso di agire,.
“L’innovazione e il rapido sviluppo del mercato Ict (Information and Communication Technologies, ndr.) hanno portato a un numero elevato di dispositivi e di ricarica soluzioni – segnala la Commissione Europea – Sebbene l’innovazione delle Tic (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, ndr.) sia generalmente benvenuta, ciò ha portato a un sovraccarico dei consumatori e frustrazione per soluzioni di ricarica incompatibili e impatto negativo sull’ambiente”.
L’iniziativa legislativa di Bruxelles prevede inoltre che il consumatore possa acquistare un nuovo dispositivo elettronico con o senza caricatore. Per ora la proposta della Commissione non riguarda i computer portatili, che però saranno oggetto della revisione della direttiva europea ‘Ecodesign’ attesa entro la fine dell’anno. Questo testo dovrebbe includere “regole sui caricabatterie dei computer portatili e di altri dispositivi elettronici”, secondo quanto riportato da una fonte Ue.