ROMA – Prevista per la riunione del consiglio di amministrazione di mercoledì 23 gennaio la presentazione del nuovo piano industriale strategico triennale, predisposto dal nuovo management insieme all’advisor Rothschild per il rilancio della Banca Popolare di Bari, che è un istituto come la Popolare di Sondrio, che non ha ancora applicato la riforma sulle banche popolari emanate dal governo Renzi che attende il via libera dall’imminente pronuncia della Corte di Giustizia Europea chiamata in causa dal Consiglio di Stato.
La decisione della Corte del Lussemburgo è prevista in primavera e quindi la trasformazione in spa dovrebbe essere portata a termine verso metà anno o forse successivamente. De Bustis avrà quindi il tempo per organizzare la ristrutturazione della banca, risolvere il problema della difficile vendibilità delle azioni e a cercare un socio finanziario che consente alla Popolare di Bari di rafforzare il proprio patrimonio.
L’ arrivo del banchiere Vincenzo De Bustis nel ruolo di amministratore delegato alla Popolare di Bari è un ritorno in Puglia dopo alcuni anni passati ai vertici di già ai vertici di Deutsche Bank Italia, Banca 121, Monte dei Paschi di Siena. De Bustis aveva lasciato la Popolare di Bari da direttore generale (carica ricoperta dal 2011 al 2015) ed adesso è tornato dopo quasi quattro anni, da amministratore delegato. E’ stato Marco Jacobini il presidente della maggior banca del Mezzogiorno, a richiamarlo dopo aver consultato la Banca d’Italia, che ha dato il via libera.
Va ricordato che Il nome di De Bustis a Bari è legato alla controversa acquisizione di Banca Tercas, ispirata dalla Banca d’Italia alla Popolare di Bari che esaudì gli auspici informali della Vigilanza di Bankitalia. “Per quell’acquisizione, finanziata con due aumenti da 330 milioni – ha scritto il quotidiano La Repubblica – Consob due mesi fa ha chiesto per De Bustis, i tre Jacobini e il vertice del 2014-2016 multe per 2,6 milioni, per la determinazione del prezzo d’aumento, le omissioni informative nei prospetti e una profilatura clienti poco attenta alla loro propensione al rischio. Subito dopo la richiesta di sanzioni è stata sospesa dalla Corte d’appello di Bari, dov’è in corso il procedimento tra le parti”.
Un segnale forte lanciato dalla banca barese che vuole cambiare passo. Il piano triennale predisposto dovrebbe prevedere la trasformazione della natura giuridica in società per azioni ed una necessaria ripatrimonializzazione. Sulla trasformazione giuridico-societaria che dovrà tenere contocon il diritto di recesso, stanno lavorando il notaio milanese Piergaetano Marchetti ed il manager Paolo Gualtieri, enttambi consulenti molto apprezzati nel settore bancario.
Sarebbe previsto per la prossima settimana l’ultimo incontro a Milano per la definizione di quanto necessario a realizzare la trasformazione in spa., che è molto attesa in quanto potrebbe costituire un punto di riferimento nel settore delle banche cooperative. La banca barese presieduta da Marco Jacobini dovrebbe varare un’operazione complessiva da 500 milioni per la necessaria ripatrimonializzazione, 300 dei quali dovrebbero essere raccolti da un aumento di capitale aperto al mercato, mentre i 200 milioni verrebbero raccolti attraverso strumenti finanziari subordinati (T1) mediante un private placement rivolto agli investitori istituzionali.