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5 Novembre 2024 01:21

La Camera dei Deputati respinge la mozione di sfiducia al ministro Daniela Santanchè

I "no" sono stati 213, i "sì" 121 e 3 gli astenuti. L'opposizione ne aveva chiesto le dimissioni dopo le inchieste giudiziare sulle sue attività imprenditoriali

La Camera ha respinto la mozione di sfiducia al ministro del Turismo Daniela Santanchè presentata da Francesco Silvestri (M5s) e altri e appoggiata da tutte le opposizioni tranne Italia Viva. Presenti in Aula 337 deputati, di cui hanno espresso voto 334, i ‘ alla sfiducia raccolti sono stati 121, mentre i ‘no‘ 213.

La ministra del Turismo non era presente nell’Aula di Montecitorio per impegni legati al suo ruolo di ministro. “Il mio stato d’animo è uguale a quello di ieri, a quello di una settimana fa e a quello di un mese fa: assolutamente tranquilla a fare il mio lavoro. Come vedete anche qua oggi, come ieri e come farò domani”. Lo ha detto Santanchè, appena arrivata alla nona edizione del meet forum a Pietrarsa, rispondendo a chi le chiede un commento sulla mozione di sfiducia respinta. ” Il Parlamento, credo, che in una democrazia è sovrano. Il voto mi sembra molto chiaro, per cui assolutamente non direi serena ma molto tranquilla”.

“Ho da fare. Per il turismo c’è molto da fare in Italia“. Così ha risposto la ministra in merito a chi, durante la seduta alla Camera per la discussione della mozione di sfiducia, l’ha definita “gradassa” per la sua assenza in Aula. “Dovrebbero pensare loro a quando potevano fare molto per il turismo e invece, in questa nazione, poco si è fatto. Questo Governo sta lavorando. Stiamo lavorando per il turismo e per quanto mi riguarda deve diventare la prima industria di questa Nazione”.

Non hanno risposto alla chiama per la mozione diversi esponenti del centrodestra tra cui Marta Fascina, che invece ieri era venuta per la mozione si sfiducia a Matteo Salvini, Antonio Angelucci, anche lui presente per il vicepremier e Giulio Tremonti, che invece è risultato assente in entrambe le votazioni. Gli esponenti di +Europa non hanno preso parte al voto nonostante uno di loro, Benedetto Della Vedova, fosse presente nell’emiciclo e svolgesse la funzione di segretario d’Aula chiamando uno ad uno i deputati a votare sotto lo scranno presidenziale. I parlamentari di Italia Viva, come Maria Elena Boschi, hanno invece votato contro la mozione di sfiducia presentata dal M5S. Enrico Costa di Azione è risultato assente in entrambe i voti. 

Le dichiarazioni di voto

Cavo (Noi Moderati), voteremo contro mozione di sfiducia Santanché.

Avremmo potuto dedicare questo tempo ad altre cose più importanti. Invece lo stiamo dedicando alle questioni amministrative delle società di Santanché che ancora non è stata neanche rinviata a giudizio”. A dichiararlo nell’Aula della Camera è la deputata di Noi Moderati, Ilaria Cavo, che annuncia il voto contrario del suo gruppo alla mozione di sfiducia presentata contro la ministra del Turismo. “Non uso l’argomento della giustizia ad orologeria – aggiunge la parlamentare – perché la magistratura sa cosa fare. Ma interventi di questo tipo“, come la mozione in oggetto, “senza che ci sia neanche una condanna creerebbe un pericoloso precedente e si comprometterebbero le garanzie fondamentali della Costituzione”. La deputata attacca poi le opposizioni osservando che: “Unirsi ‘contro’ è segno di debolezza e non fa bene al Paese”. “E dal centrosinistra – aggiunge – non ho sentito nulla, invece, sui numeri del turismo in crescita del +8%”. “Daniela Santanché – prosegue – è stata accusata dal M5S di essersi espressa contro il reddito di cittadinanza, ma questo tema faceva parte del programma di governo per il quale siamo stati eletti”. Continuando a criticare l’iniziativa della mozione, Ilaria Cavo avverte che “la nostra coalizione è compatta e coesa. Abbiamo valori e idee comuni. E siamo garantisti”. 

 Avs, sfiduciamo Santanchè, tutelare dignità delle istituzioni.

“Fa piacere che facciate quadrato e vi sentiate più uniti” a fronte di queste mozioni. “Ma il problema è di chi vi fidate e per cosa vi unite. Non c’è nessuna santa inquisizione, si tratta di tutelare la dignità delle istituzioni” e per questo serve un “passo indietro” della ministra. “E’ inquietante serrare i ranghi contro questo principio”. Lo ha detto il deputato Marco Grimaldi in dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia.”In ballo c’è il denaro, il fisco, l’Inps e l’Agenzie entrate, risorse pubbliche di tutti noi – ha aggiunto -. E’ una vicenda emblematica di una piaga del paese la diffusa convinzione che le tasse siano ostacolo a lasciar fare chi vuole fare”. “Qui siamo alla frode di classe” e ci sono “due cose gravissime” in questa vicenda: “la ministra ha mentito nell’Aula del senato e di fronte al paese; non ha pronunciato parole di scuse verso i suoi dipendenti”. Grimaldi si è concentrato “non sull’indagine su Santanchè ma sul “disprezzo verso chi lavora nelle sue azienda“. “Noi oggi sfiduciamo Santanchè, ‘ministra che non c’è’, non ci rappresenta”.

Italia Viva, su Santanché inchieste non condizionino politica

“Sarebbe stato divertente vedere oggi ‘la regina delle richiesta di dimissioni’ in questa Camera“. “Sarebbe stato divertente vedereSantanchèchiedere alla Camera di votare contro la mozione di sfiducia per lei. Io d’impatto avrei detto votiamo a favore” ma “in discussione” non ci sono “le politiche fallimentari del turismo”. In quest’ultimo caso “avremmo votato a favore, come fatto per la mozione di ieri (la sfiducia al ministro Salvini, ndr), che interveniva su un fatto politico”. E invece alla base ci sono “inchieste giornalistiche” e “questioni giudiziarie”. Lo ha detto il deputato Roberto Giachetti in dichiarazione di voto per Iv sulla mozione di sfiducia alla ministra Daniela Santanchè.  Giachetti ha puntato il dito contro Chiara Appendino che ieri ha parlato in Aula contro Santanchè: “Speriamo sia assolta in terzo grado ma trovo singolare che a fare l’arringa” per il M5s sia stata una persona “condannata in secondo grado”. Il deputato di Iv si è rivolto a FdI contestando il “garantismo tanto al chilo” e ha citato “Matteo Renzi e Silvio Berlusconi” come “perseguitati“. “Non possiamo far condizionare la politica dalle vicende giudiziarie. La colpevolezza delle persone deve essere provata“, ha concluso. 

 Forza Italia, noi garantisti, no a mozione di sfiducia per Santanchè.

“Forza Italia voterà con convinzione contro la mozione di sfiducia alla ministra Santanchè, coerentemente con i principi fondamentali che un grande statista, Silvio Berlusconi, ha trasfuso nel nostro codice genetico. La nostra bussola è e sempre sarà il garantismo”. Lo ha detto Annarita Patriarca, di FI, durante le dichiarazioni di voto. “Le vicende giudiziarie devono essere affrontate nelle sedi appropriate, senza condizionare il dibattito pubblico”. Il nostro obiettivo è “il confronto politico” anche “se aspro“. “Il nostro no – ha proseguito Patriarcaè anche una vigorosa affermazioni dei nostri principi e valori”, tra cui “la difesa della presunzione di innocenza“.

Foti (FdI), per Santanché ci sarà voto compatto della maggioranza. 

“E’ ovvio che ci sarà un voto compatto della maggioranza …….. Si vota una mozione sulla quale sono scritte cose di una inesattezza e di una gravità sotto il profilo politico e giuridico enormi. E’ evidente che si vuole seguire una strada di dare testate anziché di ragionare con la testa“. Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ad Agorà (Rai Tre) sulla mozione di sfiducia alla Santanché in discussione a Montecitorio. 

Lega, contro Santanchè un tribunale senza contraddittorio.

“Sono molto deluso dalla mozione presentata” che “sembra un’ annotazione di servizio della Guardia di Finanza” o della “polizia giudiziaria”, “priva di argomenti della difesa e di un minimo vagito di confronto”. Lo ha detto Davide Bellomo della Lega in dichiarazioni di voto sulla mozione. Bellomo ha puntato il dito contro le opposizioni parlando di un “garantismo per se stessi che non vale per gli altri”. “Il ministro Santanchè ha compiuto quegli atti per i quali si chiede la sfiducia nell’esercizio delle sue funzioni? Assolutamente no – continua, rimarcando come nella mozione non sia citato “un atto che non è stato conforme all’attività del governo”.Questo avrebbe dovuto fare l’opposizione: dire politicamente perché è inopportuno che continui a svolgere le sue funzioni. Invece si scambia la massima assise legislativa per un tribunale senza contraddittorio“.

Silvestri (M5S), Santanchè ha firmato ben 18 mozioni di sfiducia.

“Non vedo Santanché in Aula spero sia un presagio…”. Comincia così nell’Aula della Camera l’intervento del capogruppo del M5S Francesco Silvestri sulla mozione di sfiducia presentata dal suo gruppo e dalle altre opposizoni contro la ministra del Turismo. “Per quanto ci riguarda – aggiunge Silvestri rivolgendosi sempre alla ministra ‘che non c’è‘ – lei non sarebbe proprio dovuta diventare ministro”. Ma voi – dice riferendosi alla maggioranza – l’avete nominata per la sua competenza? Spero di no. Per le sue capacità manageriali? Non credo, tutto quello che tocca diventa debito. E’ come se voi nominaste ministro della Difesa uno che vende armi! Ma dimenticavo, che in effetti voi questo lo avete già fatto…”

“Vedere un governo che tace davanti al fatto che il compagno della ministra e la moglie della seconda carica dello Stato facciano un guadagno di un milione dalla vendita di una casa nel giro di un’ora è una cosa che fa accapponare la pelle. State difendendo Santanché da un’accusa intollerabile: avere usato i ristori per il Covid in maniera impropria sottraendoli a chi ne aveva davvero bisogno. Questa maggioranza – aggiunge il deputato del M5Sche salverà a breve la poltrona della ministra è la stessa che ha fatto una Commissione d’inchiesta proprio sul Covid, istituita solo per fare un processo politico contro l’ex premier Conte che ha dato tutto se stesso in uno dei momenti più critici per il Paese”. Silvestri ricorda quindi che Daniela Santanché “ha chiesto e votato ben 18 mozioni di sfiducia”. E dunque, insiste, “siamo nell’ipocrisia più totale. Dite no al reddito di cittadinanza e poi difendete il ministro che è accusato di aver truffato l’Inps che è proprio l’ente erogatore del reddito. Penalizzate migliaia di persone per salvarne una. Complimenti!”.

Braga (Pd), Santanchè ha mentito al Parlamento, deve lasciare

“Una tesi di laurea copiata, una vacanza nel bel mezzo di un’alluvione, l’assunzione di una colf in nero, un comportamento aggressivo nei confronti dei collaboratori: ecco un elenco sommario delle ragioni che hanno spinto ministri di governi europei a rassegnare le proprie dimissioni. Parliamo di democrazie avanzate. Ovunque, chi commette leggerezze, lascia. Ovunque tranne qui”. Comincia così, nell’Aula della Camera, l’intervento della presidente del gruppo Pd Chiara Braga in cui annuncia il voto dei Dem a favore della mozione di sfiducia contro la ministra Daniela Santanchè.

“Qui in Italia nel luglio scorso la ministra davanti al Senato tentò di dimostrare di essere vittima di una persecuzione politica, di una campagna stampa e di un uso distorto e manipolato della magistratura” – rammenta la deputata -, “negando un coinvolgimento personale, attribuendo errori a soci e terze persone, banalizzando l’accaduto e soprattutto descrivendosi come vittima di un’assurda macchinazione”. “Dopo 8 mesi – aggiunge – quelle accuse sono ancora tutte lì e dove la magistratura ha già indagato, le accuse si sono fatte più circostanziali e precise come sull’utilizzo della cassa Covid, il mancato pagamento del TFR ai lavoratori e alle lavoratrici, i contenziosi con il fisco”. Ma “noi oggi non siamo qui a giudicare una persona che potrebbe essere rinviata a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato. Noi siamo qui per impedire che le istituzioni siano coinvolte in un processo che vede un ministro accusato di aver sottratto denaro pubblico in una fase difficile per il paese”. Cosa può esserci di più grave, di più deprecabile da parte di una donna che ricopre un incarico pubblico? E oggi negare questa evidenza – osserva – significa non guardare in faccia la realtà“.

La deputata Dem critica anche l’atteggiamento di Giorgia Meloni,una Presidente del Consiglio costretta a schivare il coinvolgimento di più di un componente del suo governo in questioni giudiziarie – si va dal furto di un quadro all’uso politico di informazioni riservate o all’uso spavaldo di un’arma a una festa di capodanno – una Presidente del Consiglio che non coglie che qui non stiamo affrontando una questione giudiziaria ma una questione politica e morale”. “Quando una ministra mente in maniera spudorata al Parlamento e al Paese, ed è motivatamente accusata di truffa aggravata ai danni dello Stato, non è più solo una questione di opportunità: è urgente e necessario che lasci il suo incarico“, afferma Braga che poi conclude: “Santanchè non si è attenuta né alla disciplina, né all’onore prescritti dalla nostra Costituzione.Per questo voteremo a favore della mozione che ne chiede le dimissioni”

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