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22 Luglio 2024 14:14
22 Luglio 2024 14:14

La Camera respinge la mozione di sfiducia sul vicepremier Matteo Salvini

La votazione relativo alla mozione di sfiducia sul ministro Santanchè potrebbe slittare a domani giovedì 4 aprile

Con 211 no, 129 sì e 3 astenuti la Camera dei Deputati ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, finito nel mirino delle opposizioni i rapporti di collaborazione con Russia Unita. L’aula aveva votato nel primo pomeriggio di oggi a favore della richiesta della maggioranza di inversione dell’ordine del giorno, con le dichiarazioni di voto ed il voto sulla mozione di sfiducia nei confronti di Salvini già in serata e quindi, a seguire, quella nei confronti della ministra Daniela Santanchè che potrebbe andare a domani mattina.

“Ho una riunione sulle concessioni autostradali, vado a fare il mio lavoro di ministro”, ha detto Salvini nel primo pomeriggio rispondendo al termine del question time a chi gli chiede se tornerà nell’Aula di Montecitorio per la discussione sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dalle opposizioni.

“Grazie. Ennesima figuraccia della sinistra, andiamo avanti col nostro lavoro”. Così, su Instagram, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha commentato il voto dell’aula della Camera che ha respinto la mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dalle opposizioni.

Come ha votato Matteo Renzi (Italia Viva)

“Votiamo sì alla sfiducia a Salvini perché contesta il posizionamento politico di Salvini sulla Russia”, scriveva sui social Matteo Renzi, leader di Italia Viva, . “Ci scappa da ridere a pensare che questa mozione sia firmata anche dal Movimento Cinque Stelle – che era ospite dei congressi del partito di Putin esattamente come la Lega – e da Giuseppe Conte, che ha fatto entrare i soldati russi in Italia senza alcuna logica. Ma noi facciamo politica e dunque l’ipocrisia grillina non ci interessa. Votiamo sì alla sfiducia basata sulla politica“.

“Votiamo no alla sfiducia a Santanché perché basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari”, prosegue Matteo Renzi.

“Daniela Santanché ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla. A differenza di quello che ha sempre fatto la stessa Santanché che ha chiesto in carriera le dimissioni di 18 ministri, tra cui tutti i nostri amici. Noi siamo profondamente diversi dalla Santanchè e da chi vive con la doppia morale. O da chi si professa custode autonominato di uno stato etico. Votiamo no alla sfiducia basata sul giustizialismo”, conclude Renzi.

Conte (M5s): “Grave se mozioni compattano il governo”

“Non so valutare se le mozioni di sfiducia nei confronti dei ministri Santanchè e Salvini abbiano come effetto quello di compattare il governo, certo sarebbe un compattamento in ‘peius’, su una base di lesione della dignità delle istituzioni e dell’onore e del rispetto che si deve alle istituzioni” dice il leader del M5S Giuseppe Conte, dopo aver visitato la mostra su Giacomo Matteotti a Palazzo Braschi.

“Se il compattamento avviene per una solidarietà di partito o di coalizione, per mascherare comportamenti che, al di là delle responsabilità penali, sono assolutamente gravi sul piano della responsabilità politica ed etica, io dico che il governo non sta facendo un buon servizio all’Italia anche in un contesto internazionale“, ha rimarcato l’ex presidente del Consiglio. “Se il compattamento arriva su questo terreno – ha proseguito – noi non possiamo che deprecare e stigmatizzare fortemente l’operato del governo“.

La posizione di Carlo Calenda (Azione)

“Su Salvini e Santanché non si tratta di garantismo, ma di argomenti politici. Non possiamo avere un viceministro che ha un accordo in essere con Putin e una Ministra del Turismo che imbarazza il Paese. E su questo bisogna essere chiari”, scrive Carlo Calenda, leader di Azione, sui social.

“Sono tre giorni che vediamo Salvini arrampicarsi sugli specchi cercando di spiegare che l’accordo con Putin non è attuale ma contemporaneamente non riuscendo ad esibire una conferma della disdetta. A cosa serve la mozione di sfiducia? A questo, e a dimostrare che l’Italia non passa sotto silenzio lo sconcio di un Vice Presidente del Consiglio formalmente alleato con un dittatore sanguinario“, afferma ancora Calenda.

La Lega rinfresca la memoria a Calenda

In tutto questo harakiri del centrosinistra ci pensa il capogruppo leghista Riccardo Molinari a rincarare la dose ricordando le frasi Carlo Calenda del giugno 2017: “La Russia è un partner fondamentale dal punto di vista energetico e si può sviluppare la cooperazione”. Il deputato piemontese conferma che quell’accordo con il partito di Putin era solo una “manifestazione di interessi” delle parti e che non ha più valore legale. Per poi attaccare il Partito Democratico: “Non avete votato tre mesi fa la risoluzione del governo per l’armamento di Kiev per resistere all’avanzata russa”, mentre il centrodestra si è sempre dimostrato unito su questo versante.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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