I conti si fanno alla fine e c’è tempo di recuperare. È la risposta della Cgil a Repubblica che, citando un documento interno del sindacato, rilevava come ad oggi manchino all’appello oltre 700mila tessere rispetto all’anno scorso. “La differenza in negativo tra il numero di iscritti registrati al 30 giugno di quest’anno e quelli alla stessa data dello scorso anno è di circa 110mila unità, pari al 2,17 per cento“, ricorda Nino Baseotto responsabile dell’area organizzazione Cgil . Come peraltro era stato evidenziato nell’articolo in questione del quotidiano romano . “È chiaro che – aggiunge il sindacalista – in una situazione in cui il Paese ha perso centinaia di migliaia di posti di lavoro, dove la legge Fornero comporta un rallentamento della dinamica pensionistica, si fa fatica a riconfermare i dati dell’anno precedente“.
Ma il calo degli iscritti non colpisce solo la Cgil che a fine 2014 ha visto ridursi il numero di aderenti a 4,3 milioni. Analizzando i “numeri” della Cisl si nota come se nel 2013 i tesserati erano 4.378.629, nel 2014 sono diventati 4.302.352: una perdita di 76.277 unità. “Però sono numeri da analizzare nel dettaglio “, dice Giovanna Ventura, nella segretaria del sindacato anche lei con la delega all’organizzazione. . Sono i pensionati ad aver perso più fiducia nella Cisl, mentre i lavoratori attivi iscritti sono aumentati: “I pensionati erano 2.006.515 nel 2013 e sono calati a 1.911.213 nel 2014, con una perdita di 95.302 iscritti. I lavoratori attivi invece sono passati dai 2.317.625 del 2013 a 2.340.119 dello scorso anno, registrando un segno più di 22.494 iscritti”, spiega la Ventura, analizzando gli ultimi numeri pubblici.
Bilancio positivo per la Uil benché solo di 6200 unità. Qui le cifre parlano di un aumento costante che va avanti dal 2010, quando gli iscritti erano 2.184.911, fino ad arrivare ai 2.222.665 dello scorso anno. Fermo restando il segno positivo, però, anche qui c’è un rallentamento: tra 2013 e 2014, infatti, le nuove tessere sono state 6.222, mentre tra il 2010 e il 2013 aumentavano di 10mila circa di anno in anno. Resta davanti la sfida futura che hanno di fronte i sindacati, cioè trovare adesioni nei settori nuovi del lavoro e tra i più giovani: “Tra i precari, i para subordinati, gli atipici e così via, dove ovviamente – chiosa Baseotto – è meno facile che il lavoratore si iscriva perché ha paura “.