La Commissione europea ha ordinato a tutti i propri dipendenti di disinstallare “al più presto” dai propri dispositivi aziendali e personali l’app TikTok . Dopo la diffusione di alcune indiscrezioni sui media l’esecutivo europeo lo ha confermato . Nell’e-mail, visionata dal sito Euractiv si legge: “Per proteggere i dati della Commissione e aumentare la sua sicurezza informatica, il Corporate Management Board della Commissione ha deciso di sospendere l’applicazione TikTok sui dispositivi aziendali e sui dispositivi personali iscritti ai servizi di telefonia mobile della Commissione” .
Ai dipendenti sarebbe stato chiesto di farlo entro e non oltre il 15 marzo specificando che per coloro che non si adegueranno entro il termine stabilito, le applicazioni aziendali come la posta elettronica della Commissione e Skype for Business non saranno più disponibili. Analoga indicazione, nel pomeriggio, è arrivata anche dal Consiglio.
“La Commissione europea è un’istituzione e come tale ha un forte focus sulla protezione della sicurezza informatica ed è su questo che abbiamo preso questa decisione”, ha spiegato il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton interpellato in un incontro con la stampa. “Siamo estremamente attenti a proteggere i nostri dati”. La decisione sul bando a TikTok, ha chiarito, è stata presa dal commissario Ue Johannes Hahn. Rispondendo invece alla domanda dei giornalisti se lo stop sia stato causato da una pressione di Washington, il portavoce della Commissione Eric Mamer ha risposto: “No, non c’è stata alcuna pressione dagli Stati Uniti”.
Il social network TikTok, di proprietà della cinese Bytedance, è da tempo sotto stretta osservazione dei governi occidentali ed è accusato di raccogliere dati per conto delle autorità cinesi. Già l’ex presidente Usa Donald Trump aveva imposto un divieto per l’intero Paese, poi revocato sotto la presidenza Joe Biden.
Recentemente anche il Senato francese ha avviato una commissione di inchiesta sulla piattaforma che avrà come come avrà come focus l’utilizzo del social network, la sua gestione dei dati e la sua strategia di influenza. Lo scorso gennaio Shou Zi Chew il ceo di TikTok si era recato a Bruxelles per incontrare diversi commissari europei. Tra gli altri il commissario alla Giustizia Didier Reynders aveva chiesto di conformarsi alle norme sulla privacy: “Ci sono tendenze positive, ma c’è ancora margine di miglioramento”, aveva sottolineato.
La replica dell’azienda: “Delusi, decisione basata su pregiudizi”
“Siamo delusi da questa decisione, che riteniamo sbagliata e basata su pregiudizi. Abbiamo contattato la Commissione per mettere le cose in chiaro e spiegare come proteggiamo i dati dei 125 milioni di persone che sono su TikTok ogni mese in tutta l’Unione europea”, ha dichiarato un portavoce di TikTok che ha aggiunto “Stiamo continuando a migliorare il nostro approccio alla sicurezza dei dati, anche attraverso la creazione di tre data center in Europa per conservare i dati degli utenti a livello locale, riducendo ulteriormente l’accesso ai dati da parte dei dipendenti e minimizzando il flusso di dati al di fuori dell’Europa” .