ROMA – Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, nel corso della sua ultima assemblea annuale degli industriali, in attesa del cambio ai vertici del prossimo anno, non si nasconde nei soliti giri di parole “diplomatiche”
Di fronte a lui seduti in platea in prima fila, fra le autorità è presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricevuto una standing ovation all’inizio dell’assemblea, il vice presidente del Senato Elisabetta Castellati, il premier Giuseppe Conte e il vice Luigi Di Maio, mentre non c’è nessuno degli esponenti leghisti di “peso”.
Boccia si è rivolto direttamente al Governo: “Se l’Italia volesse rispettare alla lettera le regole europee previste dal patto di stabilità e crescita dovrebbe fare una manovra strutturale per il 2020 da almeno 32 miliardi di euro: una manovra imponente con effetti recessivi“, e per questo il Presidente di Confindustria rincarando la dose ha aggiunto – “dobbiamo dirci con franchezza che non ci sono scelte semplici o indolori con la prossima legge di bilancio“.
Il presidente di Confindustria non risparmia una stoccata al leader della Lega, Matteo Salvini, con queste parole : “Per rimetterci a correre sarà utile liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia, che evocano negatività, che peggiorano il clima“, dice con un chiaro riferimento alle dichiarazioni del leader leghista sul debito e sul deficit da sforare, ed aggiunge: “Le parole che producono sfiducia sono contro l’interesse nazionale”.
Salvini è sembrato essere il bersaglio prediletto dal leader degli industriali che ha detto: “Abbiamo bisogno per gestire le sfide dell’immigrazione di un’Europa forte e coesa. L’Africa che oggi ha 1,2 miliardi di abitanti, ne avrà il doppio tra 30 anni: davvero pensiamo che la soluzione sia chiudere le frontiere? Noi no. La soluzione passa per una gestione condivisa, ma anche dal contributo che le nostre imprese possono dare“.
Il discorso di Boccia è a 360 gradi ed ha riguardato tutti i temi, a partire dalle Europee di domenica fino alle politiche economiche dell’esecutivo con un messaggio diretto, anche qui in modo piuttosto chiaro, ai due leader dei partiti di maggioranza Lega e Cinque Stelle: “La politica deve raccogliere la sfida per il nostro futuro. Oggi, ora, subito” ha detto Boccia, avvisando: “La bulimia di consenso immediato affida ai social la ricerca di una popolarità che si misura in termini di like. E il presentismo imperante è una malattia molto grave perchè impedisce di vedere oltre il finire del giorno. La superficialità si fa regola. Noi invece abbiamo bisogno di studiare, progettare, costruire“.
Parlando delle Europee e del voto di domenica, Boccia ha detto: ” Per noi la via è una sola: un’Europa più coesa e più forte che possa competere alla pari con giganti come Cina e Usa. E se qualcuno dice il contrario – ha evidenziato – deve dimostrare che esiste un modo credibile di difendere l’interesse nazionale italiano in un contesto diverso”.
Infine il presidente di Confindustria ha rivolto al Governo una richiesta sulla prossima Commissione europea: “Per essere attivi e svolgere il ruolo che ci spetta in Europa, il Governo italiano deve saper proporre e ottenere un Commissario con una delega qualificata in campo economico: al Commercio, all’Industria, al Mercato interno, agli Affari economici, alla concorrenza“.
Ma cosa c’è all’interno di questa parte importante del “sistema” Confindustria che punta a interrompere la linea della continuità che ha caratterizzato i mandati di Squinzi e Boccia, espressione delle grandi aziende di Stato e dell’apparato? Sopratutto i territori. Ne fanno parte le imprese del Piemonte, i veneti, gli emiliani, Assolombarda e un’appendice travalica il Po, provando a creare consenso anche nel Mezzogiorno.
Il mandato della presidenza Boccia volge al termine con un posizionamento politico in trasformazione ma che è in avvicinamento, al Movimento 5 stelle. Un “flirt” più distaccato da quello avuto in passato con la Lega, che si era radicato soprattutto al Nord , e non poco, tra la base di Confindustria. Anche se non è una strategia molto chiara e definita anche perché ci sono in ballo delle questioni delicate come la Tav e le infrastrutture, che per gli imprenditori sono imprescindibili, che oggi sostenute dal Carroccio ed invece avversate dai pentastellati.
E’ dall’esito del voto europeo che si capiranno meglio i rapporti tra il vertice di viale dell’Astronomia e i due partiti di governo potranno evolvere. Se chi oggi vuole una discontinuità, uscirà rafforzato da un eventuale successo leghista mentre se in un’ottica di continuità, si vorrà invece continuare a sondare lo stato dell’arte dei rapporti con i grillini. che hanno in mano la guida del Ministero dello Sviluppo economico dal quale passa una grande “fetta” del ruolo che Confindustria vuole ritagliarsi in rapporto all’azione della politica e quindi del governo.