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22 Novembre 2024 02:06

La Confindustria di Taranto ed il pudore scomparso

di Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo – Taranto”

Finalmente la maschera è stata gettata e alla città è stato rivelato il vero volto dell’economia locale, di questa cosiddetta classe imprenditoriale, di questa presunta dirigenza, che mostra la sua natura diabolica e perversa, interessata e speculatrice. Celata da finte e false preoccupazioni verso Taranto, i suoi abitanti, i suoi lavoratori, è stata organizzata da Confindustria, nella forma più becera e vile, addirittura una manifestazione a favore del progetto Tempa Rossa, trasformando vigliaccamente così l’ennesimo sfregio al capoluogo jonico in un fantoccio di sviluppo e di rinascita del territorio, considerato dalla confederazione locale un’occasione da non perdere per farne ripartire l’economia.

E allora una classe dirigente, che è stata silente e complice con la grande industria, che ha assistito impassibile alla deturpazione e violenza dell’ambiente, che ha fatto di una “ambientalizzazione” a norma di legge il mantra per giustificarne l’inadempienza , che ha riso delle sofferenze altrui, che ha speculato sul pianto di questa città, che non vuole alternative ad un’economia basata sul fossile e sullo sfruttamento del territorio e degli uomini, che ha dalla sua parte tutti i poteri del paese, si scopre adesso paladina dei piccoli imprenditori, dei commercianti, dei lavoratori, dei cittadini, di Taranto, spacciando petrolio, porto, acciaio, navi, vocazione industriale, come punti basali sui quali far rinascere la città, offrendo la chimera di posti di lavoro e benessere per tutti. Evidentemente non c’è più ritegno, non si sa cos’è la vergogna!

Il Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo – Taranto” esprime allora con durezza la contrarietà a questa manifestazione basata su una teoria fasulla e ingannevole, costruita ad arte proprio da chi ha contribuito alla deriva cittadina, ha partecipato alla morte politica del territorio, ha concorso a sopprimere la reale economia locale, ha trasformato Taranto in un deserto culturale e ha costretto la nostra meglio gioventù a scappare. La vergogna, il ritegno, sono termini che oramai non appartengono più a questo ceto, a questi sostenitori di sviluppi compatibili solo con la morte del territorio, a questi manipolatori della realtà, a questi venditori del nulla, a questi aspiranti incantatori.

Non ha più pudore la Confindustria tarantina, non nasconde la sua vera natura, le sue mire, le sue aspirazioni. Non ama confrontarsi, non ama ascoltare, non ama rischiare, ma soprattutto non ama questa città. Se l’economia dettata dalle lobby diventa il punto da cui ripartire evidentemente non vi è visione, non vi è strategia, ma certamente non vi è amore. Ma non vi è neanche comprensione verso chi vive, non vi è compassione verso chi si ammala, non vi è pietà verso chi muore. Perché a Taranto si muore per lavoro, ma si muore anche per viverci, per respirarla, per nascerci. La Confindustria ha scelto, ma il Meet Up 192 lo ha fatto anni fa al suo solito modo, con trasparenza e chiarezza, con onestà e con coerenza, senza se e senza ma, e soprattutto con amore, pietà e compassione.

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