Conclusa la Camera di Consiglio i giudici della Corte Costituzionale hanno finalmente preso la decisione sull’ Italicum . I lavori si sono aperti questa mattina alle 9:30 .I 13 giudici (assente Alessandro Criscuolo, mentre Giuseppe Frigo si è dimesso lo scorso novembre) avevano già iniziato ieri pomeriggio il loro esame, subito dopo aver chiuso l’udienza pubblica, poi si sono aggiornati a questa mattina. Relatore della causa è stato il giudice Nicolò Zanon.
La Consulta ha bocciato il ballottaggio e salvato il premio di maggioranza. No anche ai capilista bloccati e alle pluricandidature. Sul premio di maggioranza, dunque, la Corte ha dichiarato non fondata la questione di legittimità. Sono le attese decisioni dei giudici della Corte Costituzionale. Che, aggiungono, con questa sentenza “la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione“. Si potrebbe, quindi anche votare subito. Quindi il premio di maggioranza per il partito che ottiene il 40% dei voti è legittimo.
“La Corte – riferisce una nota della Consulta – ha respinto le eccezioni di inammissibilità proposte dall’Avvocatura generale dello Stato. Ha inoltre ritenuto inammissibile la richiesta delle parti di sollevare di fronte a se stessa la questione sulla costituzionalità del procedimento di formazione della legge elettorale, ed è quindi passata all’esame delle singole questioni sollevate dai giudici”.
Nel merito, “ha rigettato la questione di costituzionalità relativa alla previsione del premio di maggioranza al primo turno e ha invece accolto le questioni relative al turno di ballottaggio, dichiarando l’illegittimità costituzionale delle disposizioni che lo prevedono” Inoltre, “ha accolto la questione relativa alla disposizione che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione. A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio». Infine, ha dichiarato «inammissibili o non fondate tutte le altre questioni”.
Dunque, in base alla decisione della Consulta “all’esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione“.
Questo il comunicato integrale della Corte Costituzionale dopo l’esame dell’Italicum:
“Oggi, 25 gennaio 2017, la Corte costituzionale si è pronunciata sulle questioni di legittimità costituzionale della legge elettorale n. 52 del 2015 (c.d. Italicum), sollevate da cinque diversi Tribunali ordinari. La Corte ha respinto le eccezioni di inammissibilità proposte dall’Avvocatura generale dello Stato. Ha inoltre ritenuto inammissibile la richiesta delle parti di sollevare di fronte a se stessa la questione sulla costituzionalità del procedimento di formazione della legge elettorale, ed è quindi passata all’esame delle singole questioni sollevate dai giudici.
Nel merito – prosegue la Corte – ha rigettato la questione di costituzionalità relativa alla previsione del premio di maggioranza al primo turno, sollevata dal Tribunale di Genova, e ha invece accolto le questioni, sollevate dai Tribunali di Torino, Perugia, Trieste e Genova, relative al turno di ballottaggio, dichiarando l’illegittimità costituzionale delle disposizioni che lo prevedono.
Ha inoltre accolto la questione, sollevata dagli stessi Tribunali, relativa alla disposizione che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione. A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione, dell’art. 85 del d.p.r n. 361 del 1957. Ha dichiarato inammissibili o non fondate tutte le altre questioni.
All’esito della sentenza – conclude la Consulta – la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione”.
Questi i punti sui quali si è pronunciata la Consulta:
Stop al ballottaggio, ok a premio di maggioranza – La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dall’Italicum, la legge elettorale in vigore dal luglio 2016 ‘impugnata’ da un pool di legali in qualità di cittadini elettori. E’ stato invece giudicato legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti.
Non opzione ma sorteggio per capolista eletto in più collegi – La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la disposizione dell’Italicum che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione.
Bocciata la possibilità di opzione per il capolista eletto in più collegi, residua il criterio del sorteggio. E’ quanto ha deciso la Corte Costituzionale sull’Italicum. “A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione”.
A promuovere i ricorsi era stato un pool di avvocati: tra loro Felice Besostri, che fu già al centro dell’azione contro il “Porcellum“, successivamente dichiarato incostituzionale.H anno parlato gli avvocati anti-Italicum ed a seguire l’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri, che ha il compito di difendere l’Italicum per conto della Presidenza del Consiglio. La decisione sarà presa dopo la camera di consiglio a porte chiuse dei giudici.
Il ballottaggio era l’aspetto più esposto dell’Italicum. L’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri, nella sua difesa della legge, ha dichiarato che “la Costituzione non lo vieta” ed è uno strumento adottato in altri Paesi e anche da noi per i sindaci. Ma in realtà resta un meccanismo tarato su sistemi presidenziali e semi-presidenziali che scelgono direttamente il capo del governo, mentre in quelli parlamentari puri non si giustifica ed è disallineato. Proprio questa potrebbe essere l’argomentazione che condurrà la Corte per dichiararlo incostituzionale in rapporto all’Italicum. Non dovrebbe invece essere toccato il premio di maggioranza, che i ricorrenti chiedono di eliminare. La sentenza con cui nel 2014 la Consulta bocciò il Porcellum, lo eliminò perché non era agganciato a una soglia di voti: nell’Italicum la soglia c’è ed è del 40%. Del resto uno dei legali-ricorrenti afferma che un mantenimento del premio lo lascerebbe del tutto insoddisfatto, ma poi si lascia sfuggire che dalla Corte “spera il meglio, ma teme il peggio“.
L’ Italicum prevedeva inizialmente un sistema proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria, con premio di maggioranza, una soglia di sbarramento al 3% e 100 collegi plurinominali con capilista bloccati. Quattro i punti cruciali dei quali dovrà occuparsi la Consulta, che nella seconda metà di febbraio dovrebbe depositare le motivazioni. E’ probabile che la Corte si rimetta al Parlamento, che potrebbe impiegare almeno due mesi per varare una nuova legge elettorale.
Questi di seguito erano i quattro nodi su cui la Consulta è stata chiamata a decidere:
IL PREMIO DI MAGGIORANZA – La lista (e non più la coalizione) in grado di raggiungere il 40% dei voti al primo turno ottiene il premio di maggioranza di 340 seggi.
IL DOPPIO TURNO – Il premio viene assegnato al primo turno se una lista ottiene almeno il 40% dei voti. In caso contrario, le prime due vanno al ballottaggio.
LE CANDIDATURE MULTIPLE – Un aspirante candidato può essere contemporaneamente capolista in più collegi, fino a un massimo di 10. Se un candidato vince in più collegi può optare per un collegio piuttosto che per un altro.
I CAPILISTA BLOCCATI – Il Paese è diviso in 100 collegi, che eleggono ciascuno da 3 a 9 deputati. In ogni collegio i partiti presentano le liste: per ciascuna formazione il capolista è bloccato, gli altri sono eletti con le preferenze.
I commenti a caldo.
Gi avvocati
“Un buon risultato anche se si poteva fare di più”. Questo, da Torino, il commento ‘a caldo’ di Roberto Lamacchia, uno degli avvocati del comitato che ha convinto il tribunale del capoluogo piemontese a rivolgersi alla Corte Costituzionale per un vaglio dell’ Italicum. “Ha prevalso – spiega Lamacchia – il concetto del valore della rappresentanza dei cittadini e l’importanza del loro voto. Forse si è persa l’occasione per affossare definitivamente una legge che a nostro avviso era antidemocratica. Ma tutto sommato è un risultato positivo“.
“La sentenza della Consulta ha adottato la soluzione del minimo indispensabile piuttosto che quella del massimo possibile”. Questo il commento a caldo dell’avvocato Enzo Palumbo, uno dei legali ‘anti Italicum‘, sulla decisione della Corte costituzionale sulle questioni di legittimità della legge elettorale.
La politica
Meloni: “Non ci sono più scuse. Al voto subito”
“Ora che abbiamo anche una legge elettorale non ci sono più scuse: sabato 28 gennaio tutti in piazza a Roma per chiedere elezioni subito”. ha dichiarato Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.
Grillo: “Voto subito. Non faremo alleanze con nessuno”
“Non ci sono più scuse. La Corte Costituzionale ha tolto il ballottaggio, ma ha lasciato il premio di maggioranza alla lista al 40%. Questo è il nostro obbiettivo per poter governare. Ci presenteremo agli elettori come sempre senza fare alleanze con nessuno. Voto subito“. Il commento di Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle
Letta: « Fatto bene a votare contro mio partito, doloroso atto»
“Ho avuto conferma di aver fatto bene,contro il mio partito,a votare contro #Italicum. Ultimo doloroso atto prima di dimettermi dalla Camera”. ha commentato Enrico Letta , ex presidente del Consiglio
Rosato: “Si può andare a votare subito”
“Si sono create le condizioni per andare a votare subito. Noi rilanciamo con forza la possibilità di convergere sul Mattarellum. Non è una questione di tempo, serve una disponibilità politica vera. Noi restiamo sul Mattarellum, altrimenti c’è il `Consultellum´. Non c’è stata una bocciatura dell’Italicum, l’impianto resta“. ha dichiarato Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera.
Gasparri: “Ora legge analoga per Senato”
“La Consulta si è espressa, ora è necessario fare una legge elettorale per il Senato analoga a quella della Camera” . ha detto Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia