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23 Novembre 2024 10:37

La Corte d’appello di Lecce: “ Incompetenza territoriale”. Annullata la condanna dell’ex magistrato Michele Nardi

Nardi era presente in aula a Lecce sia il 18 novembre 2020, quando i giudici lo avevano condannato, che ieri, quando la Corte d’appello ha sovvertito la decisione di primo grado annullandola per incompetenza territoriale disponendo la trasmissione degli atti alla Procura di Potenza, che adesso dovrà ricominciare tutto da capo, celebrando un'eventuale ma necessaria udienza preliminare per poi incardinare un nuovo processo

Il collegio presieduto da Vincenzo Scardia ha annullato la sentenza di primo gradoper incompetenza funzionale del tribunale di Lecce” accogliendo le eccezioni e richieste dai difensori Avv. Carlo Taormina e Avv. Domenico Mariani dell’ex gip Nardi magistrato sospeso dal Csm e che non si è mai dimesso. L’annullamento della Corte di Appello di Lecce riguarda l’intera sentenza, comprendendo anche anche le posizioni degli altri quattro imputati: l’avvocatessa Simona Cuomo assistita dagli avvocati Luca Bruno e Andrea Sambati, che era stata condannata a 6 anni e 4 mesi; il poliziotto Vincenzo De Chiaro condannato a 9 anni e 7 mesi, assistito dall’avvocato Mauro Giangualano , Gianluigi Patruno la cui pena era di 5 anni e 6 mesi; l’ex cognato del pm Antonio Savasta, Savino Zagaria condannato a 4 anni e 3 mesi, assistito dall’avvocatessa Antonella Parrotta.

I difensori di Nardi hanno eccepito che, poichè la vicenda Nardi è in qualche modo collegata a un’altra inchiesta simile, quella che ha riguardato l’ex procuratore della Repubblica di Trani Carlo Maria Capristo, nel frattempo diventato procuratore a Taranto, dovessero occuparsene i colleghi di Potenza. La questione è a dir poco complessa: si parla di “competenza funzionale“, cioè delle competenze territoriali delle varie procure, che stabiliscono chi deve procedere nel caso in cui sia un magistrato ad essere indagato o persona offesa . Per il foro di Trani e Bari è competente Lecce. Per quello di Taranto, Brindisi e Lecce è competenza di Potenza. Quindi tutte da rifare le precedenti indagini condotte dalla procura salentina che adesso dovranno ripartire dal principio, ma a Potenza.

Il procedimento nei confronti del magistrato in quiescenza Capristo è radicato a Potenza in quanto è stato considerato il luogo in cui il magistrato esercitava le funzioni al momento dell’apertura dell’inchiesta (nel caso che lo riguarda Taranto) e non il luogo invece in cui è stato commesso il fatto. Quindi secondo il collegio della difesa di Michele Nardi, anche per quest’ultimo avrebbe dovuto procedere la procura di Potenza in virtù della connessione con Capristo.

Antonio Savasta e Michele Nardi

L’ex gip tranese Michele Nardi era stato arrestato nel gennaio 2019 assieme all’allora pm tranese Antonio Savasta il quale ha optato per il processo con rito abbreviato (che riduce ad 1/3 la pena in caso di condanna ) venendo condannato a 10 anni di reclusione. Nei confronti di Savasta ed i computati, che avevano optato per il rito alternativo, è attualmente in corso il processo d’appello che riprenderà il prossimo 26 aprile, cioè quando le motivazioni della Corte d’Appello sul “troncone” Nardi potrebbero non essere state ancora depositate. Qualora si dovesse ritenere che anche fra Savasta che attualmente si trova agli arresti domiciliari, e Capristo ci sia stata “connessione”, probabilmente si riproporrà la questione e dovrà essere nuovamente valutata.

Tutto ha origine da una sola inchiesta condotta dai pm Roberta Licci e Alessandro Prontera, coordinata dal procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone De Castris. Le contestazioni formulate dalla procura salentina erano di “associazione per delinquere finalizzata a compiere reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro l’autorità giudiziaria“. Nello specifico la corruzione in atti giudiziari, falso ideologico, calunnie, falsa testimonianza. L’ipotesi di reato sostenuta dai pm della procura di Lecce sarebbe stato quella di acquisire guadagni illeciti da imprenditori coinvolti in vicende giudiziarie, manipolando i meccanismi dei processi e delle indagini preliminari, facendo anche state trapelare notizie sull’esistenza di inchieste della procura di Trani.

Michele Nardi ha sinora trascorso 18 mesi in carcere e 12 agli arresti domiciliari, fino alla condanna di un Tribunale a 16 anni e nove mesi di reclusione per essere stato il capo di un’associazione per delinquere “finalizzata alla corruzione in atti giudiziari“. Nardi era presente in aula a Lecce sia il 18 novembre 2020, quando i giudici lo avevano condannato, che ieri, quando la Corte d’appello ha sovvertito la decisione di primo grado annullandola per incompetenza territoriale disponendo la trasmissione degli atti alla Procura di Potenza, che adesso dovrà ricominciare tutto da capo, celebrando un’eventuale ma necessaria udienza preliminare per poi incardinare un nuovo processo.

“È stata distrutta la mia vita e quella della mia famiglia da una Procura ed un tribunale, che non avevano alcuna competenza in materia” ha commentato Nardi in lacrime di emozione, gioia e dolore all’uscita dal Palazzo di giustizia salentino. “Sono stato trattenuto due anni e mezzo in custodia cautelare da magistrati incompetenti territorialmente — ha aggiunto Nardicosì come avevo eccepito fin dal primo momento dell’arresto. Anzi, ancora prima“. “Il lavoro che è stato fatto – specifica l’ex gip – non andava fatto in quel modo. Del resto ho subito un processo in cui non sono stati ammessi testimoni, mi è stato negato di produrre le prove della mia innocenza“.

Adesso Michele Nardi tornato libero da questa condanna potrà rinnovare al Csm la propria richiesta di tornare a fare il magistrato, sulla quale la commissione competente dovrebbe decidere a maggio.

Soddisfatto il collegio difensivo di Nardi, composto dagli avvocati Domenico Mariani e Carlo Taormina. “Queste decisioni si prendono quando si è convinti che nel merito le cose non stanno come dice l’accusa, altrimenti non si arriva a queste conclusioni che riportano il processo alle sue fondamenta” hanno commentato i due legali .”Noi combatteremo in questo processo per far emergere l’assoluta innocenza del dottor Nardi, a cui dovrà essere restituita la dignità che gli è stata tolta senza un fondamento, da una sentenza ignobile” hanno proseguito. Secondo l’ avv. Mariani la responsabilità di quanto accaduto “è della procura di Lecce, che è colpevole, e non del Tribunale che ha emesso la sentenza di primo grado, perché i giudici non avevano tutti gli elementi per decidere” sulla questione specifica che era già stata precedentemente rappresentata.

Nel frattempo vi è stata un’altra sentenza importante, questa volta del Tribunale di Potenza che ha raso al suolo l’impianto accusatorio imbastito dalla Procura potentina guidata da Francesco Curcio, che aveva mandato a processo il magistrato Antonino Di Maio, all’epoca dei fatti procuratore capo di Trani, accusandolo di “favoreggiamento“. Il Tribunale ha smantellato le accuse della procura di Potenza ed assolto il dr. Di Maio con formula piena decidendo che “il fatto non sussiste“.

Una decisione questa che potrebbe avere un’influenza non indifferente nel processo in corso a Potenza a carico del dr. Capristo , avviato a seguito delle accuse del magistrato Silvia Curione, prima pm a Trani ed ora a Bari dove si è ricongiunta con suo marito Lanfranco Marazia, ex pm a Taranto ed ora in servizio presso la Procura di Bari.

Se non vi è stato alcun “favoreggiamento” del Di Maio, adesso sarà ancora più difficile per la procura di Potenza continuare sostenere il castello delle proprie discutibili accuse mosse al dr. Capristo, le quali stanno svanendo udienza dopo udienza come neve sotto il sole, a seguito anche delle testimonianze sinora ascoltate e delle evidenze processuali.

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