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26 Febbraio 2025 18:06

La Corte dei Conti di Puglia chiede 60mila euro di danni a Lerario ex responsabile della Protezione civile pugliese

La Corte dei conti ha notificato un invito a dedurre a Mario Lerario. 60mila euro sono il danno d’immagine alla Regione Puglia, pari al doppio della somma ricevuta come tangente

La Guardia di Finanza su delega della Procura regionale pugliese della Corte dei conti ha notificato un invito a dedurre a Mario Lerario, ex dirigente della Protezione civile e della sezione provveditorato-economato della Regione, condannato in via definitiva a 4 anni e 4 mesi, in appello, per aver preso due tangenti da 10mila e 20mila euro da due imprenditori in cambio dell’affidamento di alcuni lavori, così causando un danno un danno d’immagine da 60mila euro alla Regione Puglia.

La vicenda, come si spiega in un comunicato diffuso della Guardia di Finanza , ha determinato nei confronti della Regione Puglia non solo un danno patrimoniale, “conseguente alle maggiori somme pagate dall’Ente locale per i lavori affidati alle due citate imprese, anche in conseguenza delle tangenti pagate, bensì anche un danno all’immagine derivante dalla lesione del prestigio, del decoro e della credibilità dell’ente a seguito della condanna penale del proprio dirigente“.

“In particolare, la commissione del suddetto reato ad opera del dipendente regionale e la conseguente diffusione della notizia – continua la nota – hanno determinato una diminuzione della considerazione dell’istituzione pubblica da parte dei cittadini, ledendone il rapporto di fiducia e configurando la lesione di un bene tutelato in via diretta ed immediata dall’ordinamento giuridico“.

Lerario adesso potrà ora esaminare tutte le fonti di prova indicate a base della contestazione formulata, depositare le proprie deduzioni ed eventuali documenti, ovvero chiedere di essere sentito dall’Autorità Giudiziaria contabile procedente.

fonte: Agenzia Ansa

Quello che ancora non è emerso, è chi diffuse le immagini della ricezione della tangente immortalate dalla cimice installata dalla Fiamme Gialle nell’ auto di Lerario, pubblicate da giornali e televisioni di tutt’ Italia, ci risulta senza alcuna autorizzazione da parte della Procura di Bari. Una vicenda della quale secondo noi dovrebbe occuparsene l’ ispettorato del Ministero di Giustizia, e la Procura Generale della Corte di Cassazione. Ma forse al Procuratore di Bari Roberto Rossi il rispetto delle vigenti norme di Legge sul segreto istruttorio poco importa. E’ troppo impegnato nel difendere nelle televisioni baresi le posizioni della magistratura “sinistrorsa” contro la separazione della carriere , arrivando a contestare il vice ministro Sisto.


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