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5 Novembre 2024 03:23

La Corte dei Conti sulla gestione 2021 della Cassa Depositi e Prestiti

A livello di Gruppo, il patrimonio netto sale dai 33.695 milioni di euro del 2020 ai 35.442 del 2021, in virtù dell’incremento del risultato di esercizio, mentre l’utile netto, da 1,2 miliardi, raggiunge quota 5,3 miliardi di euro, grazie soprattutto all’apporto della partecipazione in Eni (+1,5 miliardi di euro)

La Cassa Depositi e Prestiti nel 2021, anno ancora segnato dagli effetti pandemici, è intervenuta a sostegno delle politiche di sviluppo e rilancio dell’economia italiana in linea con il Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato dell’Unione Europea, costituendo il “Patrimonio Rilancio” e mobilitando oltre 4 miliardi di euro – provenienti dagli strumenti di “Liquidità Covid-19” a supporto del tessuto imprenditoriale italiano.

E’ quanto osserva la Corte dei conti nella relazione sulla gestione 2021 di Cassa Depositi e Prestiti spa, approvata con Delibera n. 155/2022 dalla Sezione di controllo sugli enti. Nel documento, la magistratura contabile ha evidenziato l’approvazione da parte di CDP del Piano Strategico 2022-2024 per il rilancio dell’economia nazionale (con i quattro temi inerenti a clima e ambiente; crescita sostenibile; ripensamento delle filiere produttive e innovazione/digitalizzazione), mettendo in luce le azioni svolte in favore delle amministrazioni pubbliche per la realizzazione degli investimenti collegati al PNRR, tra cui l’accordo CDP-Mef per la stipula dei piani di attività con i singoli ministeri/amministrazioni centrali.

In attuazione della Legge di bilancio 2021 – ha, inoltre, evidenziato la Corte – la società ha rifinanziato i mutui già concessi dal Mef alle regioni, anche per spese diverse da quelle di investimento, e ha gestito i fondi dello stesso dicastero, concedendo anticipazioni di liquidità agli enti per il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione.

Il patrimonio netto della società passa dai 25.497 milioni di euro del 2020 ai 25.309 del 2021 (-0,7%) e l’utile netto, pur influenzato dai tassi di interesse ai minimi storici, è pari a 2,4 miliardi (erano 2,8 nel 2020). Il margine di interesse 2021 (1.777 milioni di euro) è in calo sui 2.062 dell’anno precedente, mentre il margine di intermediazione (3.577 milioni di euro) si riduce rispetto ai 4.126 del 2020, soprattutto per l’andamento del margine di interesse e per i minori proventi delle strategie di gestione del rischio tasso attivate sul portafoglio titoli, parzialmente compensati dalla crescita dei dividendi.

A livello di Gruppo, il patrimonio netto sale dai 33.695 milioni di euro del 2020 ai 35.442 del 2021, in virtù dell’incremento del risultato di esercizio, mentre l’utile netto, da 1,2 miliardi, raggiunge quota 5,3 miliardi di euro, grazie soprattutto all’apporto della partecipazione in Eni (+1,5 miliardi di euro). Il margine d’interesse registra una tendenza negativa (-16,4%), principalmente per il contributo della Capogruppo, che riflette il peggioramento dello spread fra attività fruttifere e passività onerose, con tassi di interesse ai minimi storici.

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