di Valentina Rito
Dopo solo 4 giorni dall’ annunciata confisca del patrimonio dal valore di oltre 5 milioni di euro riconducibile a Giuseppe Catapano, 51enne di Taranto, operante nel settore della commercializzazione di mitili ritenuto socialmente pericoloso sulla base delle risultanze emerse dalla indagini condotte dalla D.I.A. e coordinate dalla D.D.A. di Lecce e a seguito di vicende giudiziarie conclusesi a suo carico con condanna per associazione di tipo mafioso, estorsione e violazione della disciplina sulla detenzione delle armi, la Corte di Appello di Lecce sezione distaccata di Taranto, ha revocato la confisca e disposto la restituzione di quanto prima sequestrato e poi confiscato in favore di Catapano Emanuele, Fuggetti Anna e Catapano Cosimo.
Gli avvocati Gaetano Vitale e Luigi Esposito difensori di Catapano hanno fatto valere la legalità dell’operato commerciale di Catapano che dopo aver espiato le proprie pene non ha più commesso alcun reato penale, e sulla presunta e attuale “pericolosità sociale qualificata”del capofamiglia, i giudici hanno fatto rilevare che le sue condotte illecite sono datate e risalgono a quando l’imputato era ancora minorenne. Anche per quanto riguarda l’asserita appartenenza ad una consorteria mafiosa, i giudici dell’appello hanno dato peso al tempo: “sono trascorsi circa 25 anni dal termine della condotta di partecipazione al sodalizio mafioso“.
È stato dimostrato inoltre che i Catapano hanno svolto un’ attività imprenditoriale nel campo delle forniture ittiche, per un giro d’affari di circa due milioni e mezzo di euro, regolarmente fatturati, ma non dichiarati al fisco quindi in totale evasione fiscale. La circostanza che i proventi leciti non siano stati dichiarati ai fini fiscali, riconoscono i giudici, non ha una rilevanza penale ma amministrativa, e peraltro non è mai stata contestata ed imputata nel corso del procedimento.
Il passaggio più importante della decisione della Corte di Appello di Lecce
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Valutazioni queste che hanno indotto la Corte di Appello, in nuova composizione, a disporre la restituzione di beni immobili e mobili, quote societarie e somme di denaro per un valore di oltre due milioni di euro annullando il decreto di confisca emesso a novembre del 2020 dal Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce.
Sentenza-Catapano_Lecce