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22 Novembre 2024 02:27

La Corte di Cassazione assolve il leghista Molinari

A Molinari era stato contestato dalla Corte di Appello di Torino un peculato di circa 1.200 euro. La stessa procura generale della Cassazione aveva chiesto la sua condanna solo per 600 euro, fondi che gli erano serviti per pagarsi sei notti d'albergo a Torino quando si erano protratti i lavori del Consiglio regionale. Gli ermellini della Cassazione hanno ritenuto quella spesa legittima.

ROMA – E’ stato assolto dalla Suprema Corte di Cassazione Riccardo Molinari attuale capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, precedentemente  condannato a 11 mesi in appello nel processo ‘Rimborsopoli‘ sui fondi della Regione Piemonte. La posizione di Molinari era la più ‘leggera’: gli era stato contestato un peculato di circa 1.200 euro.

La stessa pg Pina Casella aveva chiesto la sua condanna solo per 600 euro che gli erano serviti per pagarsi sei notti d’albergo a Torino quando si erano protratti i lavori del Consiglio regionale. Gli ermellini della Cassazione hanno ritenuto quella spesa legittima.

Ci sarà invece un nuovo processo di appello bis per l’ex governatore leghista del Piemonte Roberto Cota che era stato condannato in precedenza ad un anno e sette mesi, e per i parlamentari Paolo Tiramani della Lega (un anno e cinque mesi) e Augusta Montaruli di Fratelli d’ Italia (un anno e sette mesi). Ci sarà un appello bis per prescrizioni e rideterminazione delle pene inflitte il 24 luglio 2018 agli altri 21 imputati dalla Corte di Appello di Torino .

In base a quanto si è appreso gli ermellini della V sezione penale della Cassazione avrebbero confermato l’impianto accusatorio dell’appello che aveva ampliato le condanne portandole a 25, rispetto ai 15 verdetti di colpevolezza emessi in primo grado nel 2016. E’ stata confermata la condanna più alta a 4 anni e sei mesi inflitta a Michele Giovine per il quale l’appello bis dovrà solo rideterminare la condanna accessoria pari a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, e questo avverrà anche per altri imputati. Le accuse erano varie e vanno dal peculato all’illecito finanziamento ai partiti.

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