di Antonello de Gennaro
A dispetto delle promesse, o meglio illusioni, e dell’impegno mancato per un rilancio del giornale barese da parte dei nuovi co-editori, soci al 50% Cisa(famiglia Albanese) e Ecologica (famiglia Miccolis) , il continuo crollo delle vendite della Gazzetta del Mezzogiorno scese sotto la soglia delle 5.000 copie giornaliere di media, si riapre per il quotidiano barese una crisi irreversibile che ha colpito 45 giornalisti e 30 poligrafici in cassa integrazione a zero ore per 1 anno. Ma guarda caso coincide con un’altra promozione, la seconda in due anni, del presidente del sindacato dei giornalisti pugliesi.
E’ il caso di Bepi Martellotta, n.1 dell’Assostampa di Puglia, che ha accettato e sottoscritto un piano “lacrime e sangue” insieme al sindacato dei giornalisti della Basilicata e alla Federazione nazionale della stampa (FNSI). Il ricorso massiccio alla cassa integrazione -che secondo giornalisti e poligrafici è l’anticamera del licenziamento- insieme alla chiusura dall’8 gennaio di tutte le redazioni decentrate in Puglia e in Basilicata, rappresentano un ulteriore impoverimento della Gazzetta del Mezzogiorno, già precipitata in edicola a circa 5mila copie di vendita, record negativo nella storia centenaria del giornale.
In questo quadro drammatico, si inserisce appunto il caso di Bepi Martellotta, presidente del sindacato dei giornalisti pugliesi e tra i firmatari dell’accordo con la proprietà sui tagli occupazionali e l’ulteriore ridimensionamento della Gazzetta del Mezzogiorno, affidata nel settembre scorso dagli editori Albanese e Miccolis alla direzione giornalistica ed editoriale di Mimmo Mazza, anche lui con una carriera di sindacalista alle spalle, e privo di alcuna esperienza per ricoprire un incarico del genere. Di lui infatti si ricorda solo la direzione di una rivista semiclandestina del periodico “RIBALTA DI PUGLIA” edito dalla famiglia di Salvatore Catapano, giornalista della sede regionale pugliese RAI. periodico questo chiuso e cancellato dal Tribunale di Taranto per mancanza di pubblicazioni.
Con l’accordo di 2 anni fa per la ripresa delle pubblicazioni, la riorganizzazione (…???) interna della Gazzetta del Mezzogiorno prevedeva la “promozione” di Martellotta prima da capo servizio a vice redattore capo, con l’assegnazione della responsabilità del settore “Primo piano”, come si legge nella gerenza pubblicata fino a dicembre 2023 .
A seguito del nuovo accordo pseudo-sindacale di poche settimane fa (45 giornalisti in cassa integrazione a zero ore per 1 anno), il ruolo di Martellotta è cresciuto all’improvviso con la sua promozione nell’Ufficio centrale con la qualifica di “vicario giornale di carta” , come si legge nella nuova gerenza pubblicata da qualche giorno . Salvata dal licenziamento, un altra sindacalista Maristella Massari la “vice” di Mazza quando costui era caposervizio della redazione di Taranto, trasferita a Bari e promossa a capo della redazione web.
Sia chiaro nulla di di illegittimo o di illegale. Ma è forte, a nostro avviso, la “stonatura” di una seconda promozione del giornalista-sindacalista Martellotta, allorquando 45 giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno subiscono un doloroso taglio professionale e intravedono lo spettro del licenziamento. Se non altro, una questione di mancanza di stile. E sopratutto di deontologia sindacale. Ma in Puglia non è una novità. Infatti lo avevamo già raccontato lo scorso 1 novembre 2023 con un nostro articolo (leggi QUI) che tanto ha infastidito l’ “ego” di Mimmo Mazza. Che questa volta si è ben guardato dal fare la sua solita querela-denuncia.
Per avere ancora più chiara la visione sulle carriere sindacali alla Gazzetta del Mezzogiorno, potete leggere il nostro precedente articolo attraverso questo link: https://www.ilcorrieredelgiorno.it/esclusivo-la-vera-storia-sulla-carriera-di-martellotta-e-mazza-alla-gazzetta-del-mezzogiorno-e-quelle-strane-operazioni-per-pilotare-la-procedura-fallimentare/.
E preparatevi a leggere presto un documento-bomba “esclusivo” che abbiamo ricevuto via posta da fonte anonima, e che abbiamo verificato essere vero. Dopodichè, credeteci, l’ accoppiata Mazza-Martellotta e l’ Assostampa di Puglia avranno qualche problema a parlare ancora guardando in faccia i loro colleghi che hanno perso il proprio posto di lavoro, mentre loro i “sindacalisti” invece facevano carriera !
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