L’emendamento che avrebbe destinato 50 milioni alla sanità tarantina per assumere tra medici e infermieri 1800 persone, non può essere più incluso nella manovra finanziaria prevista dalla Legge di Stabilità . “Siamo basiti e distrutti dal punto di vista emotivo dalla notizia, non so come spiegarlo ai tarantini“, dichiara il presidente della Regione Michele Emiliano che invece di prendersela con il suo alleato anti-renziano Francesco Boccia presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, che ha ritenuto inammissibile l’emendamento, adesso se la prende contro il premier Matteo Renzi ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti per aver disatteso le promesse fatte prima del referendum di ripresentare l’emendamento al Senato. Ed Emiliano ha dimostra ancora una volta non solo di non essere credibile, ma sopratutto di “usare” Taranto ed i suoi problemi per la sua battaglia politica “personale” al Governo Renzi.
La crisi di governo causata dalla vittoria del NO referendario, che ha indotto alle dimissioni il presidente Renzi, ha costretto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a chiudere quanto prima la legge di Bilancio, per evitare pericolosi tentennamenti. Il testo definitivo infatti verrà approvato oggi al Senato con il voto di fiducia che non consente l’introduzione di ulteriori emandamenti ed ulteriori modifiche. Tutti gli di emendamenti presentati alla Camera e non approvati, in attesa di essere ripresentati al Senato vengono di fatto esclusi, fra i quali anche l’emendamento per la sanità jonica presentato alla Camera dai deputati tarantini del Pd ionici Michele Pelillo e Ludovico Vico, che aveva fatto litigare il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano ed il Presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia, nei giorni precedenti il referendum costituzionale veri “responsabili” della scomparsa dei fondi necessari.
Adesso Emiliano incapace di assumersi le sue responsabilità politiche cerca di catapultare le responsabilità contro il Governo Renzi : “A Taranto è stato un plebiscito sul no – ha dichiarato a Radio Rai il governatore, commentando i risultati referendari, – proprio perché non si riusciva a capire in che maniera avesse ragionato il governo. Cinquanta milioni in più sono una goccia nell’oceano, ma servivano a recuperare dati epidemiologici che derivano da un inquinamento di Stato consentito dai decreti del governoa cui Noi abbiamo sopperito a queste mancanze stanziando 30 milioni per la sanità tarantina“” con un esplicito riferimento contro i dieci decreti salva-Ilva, dimenticando che proprio grazie all’impegno del Governo per salvare l’occupazione di oltre 15.000 famiglie dei lavoratori del siderurgico tarantino, lui venne eletto con i voti del Pd a Taranto e provincia.
L’emendamento per la sanità a Taranto scompare quindi insieme all’emandamento che avrebbe consentito la nascita dell’Agenzia del lavoro per i portuali, che riunendo i porti di Gioia Tauro e Taranto avrebbe oltre 500 portuali tarantini dalla disoccupazione proveniente dal “fallimento” della gestione del porto di Taranto da parte del Presidente dell’ Autorità Portuale di Taranto Sergio Prete, incredibilmente riconfermato nei giorni scorsi. Nel frattempo Michele Emiliano (“sponsor” della riconferma di Prete) ha ottenuto dal Ministro Del Rio nei mesi scorsi la doppia Autorità, che affiancava Bari a Taranto, e non contento l’ Autorità Portuale barese ha inglobato anche quella del Porto di Brindisi risolvendo la propria crisi gestionale, a danno del porto di Taranto. Ma tutto questo Emiliano non lo racconta…..
Come scrive questa mattina il Corriere del Mezzogiorno, in un’intervista a Boccia è “ulivista e lettiano, politicamente nato con Michele Emiliano, e all’attuale governatore rimasto vicino, nonostante periodici conflitti, poi accreditato di renzismo, ma con rivendicata autonomia, il parlamentare dem pugliese Francesco Boccia oggi ha una certezza: «Il Pd deve andare a congresso. Renzi deve dimettersi anche da segretario»” ammettendo le sue posizioni anti-renziane note a tutti “con Renzi sono stato critico molte volte: sulla riforma delle Popolari, sulla cancellazione della web tax, sul jobs act che non ho votato” ammettendo sembra di nuovo in grande sintonia con Emiliano. “Con Emiliano ho sempre avuto un rapporto molto intenso”.
Quando la collega del Corriere del Mezzogiorno che lo intervistava gli ha ricordato le sue accuse ad Emiliano di “comportarsi da proprietario del partito, quando ha accolto il centrista (ed ex centrodestra) sindaco di Bisceglie, Spina, nel Pd“, Boccia ha svicolato facendo lo smemorato esibendosi in una sviolinata per il governatore pugliese “Un rapporto intenso, come dicevo, in cui ci siamo detti di tutto più volte. Ma non dimentico che ho iniziato la mia esperienza politica come suo assessore, a Bari. E credo che il suo modello di governo, prima a Bari poi in Puglia, potrebbe essere mutuato a livello nazionale“.
Boccia concludendo ha indicato in Emiliano il suo segretario ideale: “Michele è una personalità straordinaria e un punto di riferimento per molti nel partito. Ora sta facendo il presidente della Regione e lo sta facendo bene. Si fissi la data del congresso, che non è una concessione di Renzi, è necessario” concludendo “Quanto a me, di certo non voterò per Renzi. Se si ricandiderà”
Adesso l’unica speranza per salvare il salvabile e risolvere le problematiche di Taranto resta il Milleproroghe di fine anno. Ringraziando Boccia ed Emiliano … che difficilmente avranno il coraggio di mettere piede a Taranto per chiedere scusa alla città per i danni causati, pensando solo al prossimo congresso del Pd manifestando una fame di poltrone e potere. E per loro conta solo Bari e provincia.