Il centro operativo D.I.A. di Milano guidato dal Colonnello Giuseppe Forciniti ha eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 2 persone che, in base alle attuali risultanze investigative, avrebbero, attraverso la costituzione di società, principalmente operanti nel settore edilizio, tutte aventi sede a Milano, consentito l’operatività di realtà imprenditoriali riconducibili a Cosa Nostra e ciò con specifico riferimento al sodalizio mafioso dei “ barcellonesi”, operante sul versante tirrenico della provincia di Messina.
Già colpiti in passato da misure di prevenzione patrimoniali, i destinatari della misura restrittiva, sarebbero responsabili, in concorso con altri soggetti, di condotte fraudolente finalizzate all’intestazione fittizia di diverse società aggiudicatarie di appalti pubblici, sull’intero territorio nazionale, alcuni dei quali di ingente importo e/o finanziati con fondi del P.N.R.R., senza incorrere nelle misure interdittive delle autorità prefettizie.
Una volta ottenuta l’aggiudicazione delle commesse, spesso in associazione temporanea con altre imprese, le società riconducibili agli indagati provvedevano poi a conferire l’esecuzione materiale dei lavori ad altre società, anche con sede in Calabria.
La complessa attività, svolta anche mediante l’ausilio di indagini tecniche e servizi di osservazione e pedinamento, è stata coordinata dalla Dda guidata dal procuratore Marcello Viola e dall’aggiunto Alessandra Dolci, dalla Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Milano e coordinata dal II° Reparto della Direzione Investigativa Antimafia.
La DDA di Milano a seguito di mirati accertamenti economico-patrimoniali svolti in stretta collaborazione con il Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha, altresì, disposto il sequestro preventivo in via d’urgenza di compendi aziendali, beni immobili e conti correnti per un valore complessivo stimato in 5 milioni di euro.
Un provvedimento analogo, di confisca, era già stato adottato in passato , circa 10 anni fa nei confronti di uno dei due arrestati per un totale di oltre 37 milioni di euro. Beni che l’arrestato avrebbe acquistato e gestito anche per conto dei clan di Barcellona Pozzo di Gotto e di Tortorici, nella zona dei Nebrodi, paesi dell’area tirrenica della Sicilia. Gli investigatori dell’Antimafia e della Guardia di Finanza hanno eseguito i sequestri e le perquisizioni in diverse regioni grazie anche alla collaborazione del centri Dia di Roma, Catania, Messina, Firenze, Napoli e Catanzaro.
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