Alla presenza del Direttore della DIA, Maurizio Vallone, del Prefetto di Bari Antonella Bellomo, del vice capo della Polizia di Stato prefetto Vittorio Rizzi, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, del sindaco di Bari Città Metropolitana, Antonio Decaro si è aperta la mostra fotografica “Antimafia Itinerante”, presso la Sala del Colonnato del Palazzo della Città Metropolitana di Bari, nell’ambito delle celebrazioni itineranti in tutto il Paese in occasione del 30° anniversario della Direzione Investigativa Antimafia.
“Vedo scorrere tutta la mia vita in questa mostra. Questa istituzione – ha commentato il governatore Emiliano – nacque da una intuizione di Giovanni Falcone, quando era il direttore generale degli Affari Penali presso il Ministero della Giustizia voluto dal Guardasigilli Claudio Martelli” . Nacque la D.I.A. assieme alla Direzione Nazionale Antimafia, e per la prima volta in Italia si riorganizzava e si mettevano delle norme precise per evitare che le stesse forze di polizia e gli stessi magistrati si occupassero di qualunque tipo di reato associativo di stampo mafioso.
“L’istituzione della Dia – ha proseguito Emiliano – fu un passaggio fortissimo, perché fino a quel momento c’era l’idea che chiunque si dovesse occupare di qualsiasi cosa. Da quel giorno l’Italia, anche grazie a queste intuizioni, è diventato nel mondo il Paese di riferimento dal punto di vista della tecnica di contrasto alle mafie. Grazie alla mostra ho appreso che esiste un sistema di coordinamento di tutte le polizie del mondo, nei confronti della ‘ndrangheta; è una cosa che mi tranquillizza, perché la ‘ndrangheta ha una capacità di internazionalizzazione che non ha precedenti. È probabilmente la mafia più pericolosa del mondo. E il fatto che le polizie scambino informazioni, dati, prove, nomi, impronte, eventi, riflessioni è di fondamentale importanza. L’organizzazione delle investigazioni – ha concluso Emiliano – segue il rafforzamento della capacità operativa di queste organizzazioni criminali ed è un lavoro che non finisce mai e che deve sempre portarci ad essere avanti alle organizzazioni mafiose e mai dietro”.
Come noto il nostro giornale ha seguito in diretta streaming tutti gli eventi della D.I.A. , ed ha realizzato degli ampi video servizi che potete visionare ed ascoltare in questi servizi “live”. La cerimonia è stata anche occasione per tracciare un quadro dell’evoluzione delle mafie a livello nazionale. “Le mafie negli ultimi trent’anni, da quando è nata la Dia, sono cambiate moltissimo, prima mettevano gli esplosivi facendo saltare le macchine dei magistrati e delle loro scorte, oggi invece investono, entrano nell’economia lecita e cercano di acquisire potere e influenza all’interno dei mercati legali, tracciano nuove strade e guardano al metaverso, alle frontiere di internet, dove possono sviluppare attività di riciclaggio su vasta scala” ha spiegato il direttore della D.I.A. Maurizio Vallone .
Il Direttore Vallone ha aggiunto che quelle di oggi “sono mafie dai colletti bianchi, di gente che ha studiato nelle migliori università d’Europa e del resto del mondo, sono persone che ormai sono lontane da quella mentalità di trent’anni fa ma sono altrettanto, se non più, pericolose per la società civile. Il nostro compito è riunire le risorse migliori di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria, le migliori intelligenze e capacità di ognuna di queste forze per affrontare queste nuove sfide”.
Sulle ingenti risorse che stanno arrivando con i fondi del Pnrr ha affermato Vallone “sicuramente l’attenzione delle mafie è altissima ma la nostra è ancora più alta. Il Governo ha varato nell’ultimo anno una serie di decreti che hanno ampliato la capacità di interdizione da parte dei prefetti nell’ambito delle attività delle interdittive antimafia e hanno aumentato la nostra capacità di analisi, per andare a scoprire quelle che sono che fonti delle associazioni e dei soggetti che vogliono partecipare a questi appalti pubblici e consentirci di non farli partecipare”.
L’esposizione, che ha fatto tappa anche a Lecce, ripercorre attraverso foto, immagini e cronache dei giornali, i trent’anni di storia e di passione delle donne e degli uomini della DIA nell’azione di contrasto alle mafie. Nella settimana dal 21 al 25 febbraio, sarà possibile visitare la mostra fotografica “Antimafia itinerante”, dalle ore 09.00 alle ore 19.00, e ripercorrere i trent’anni di storia e di passione delle donne e degli uomini della DIA, nell’azione di contrasto alle mafie. Per accedere all’interno della sala sarà necessario esibire il Green Pass rafforzato e indossare la mascherina Ffp2.
la nostra intervista al Gen. (GdF) Nicola Altiero, vice direttore della D.I.A.
“La Dia ha fatto un lavoro straordinario in questi anni e mi fa piacere che hanno deciso in questo viaggio itinerante per il Paese di fare tappa anche nella nostra città” ha detto il sindaco di Bari Città Metropolitana, Antonio Decaro, partecipando alla inaugurazione della mostra “Le immagini che ci sono nella mostra raccontano la storia del nostro Paese e della nostra terra. A queste fotografie oggi vorrei aggiungerne due: le foto delle ville un tempo appartenenti ai clan mafiosi Di Cosola e Parisi, che proprio oggi abbiamo candidato a un finanziamento del Pnrr per riqualificarle“.
“Sono due beni confiscati alla criminalità organizzata per i quali chiediamo un finanziamento per poterli trasformare in un asilo nido e in una attività produttiva artigianale. Un fatto simbolico che rappresenta un momento del riscatto e di una nuova vita, per questi immobili e per tutte le persone che li vivranno” ha aggiunto Decaro.
“Sono passati tanti anni e questa città, con le forze dell’ordine e la magistratura, ha deciso di reagire. Grazie a tante associazioni, a cominciare dagli industriali e i commercianti, i cittadini hanno cominciato a denunciare quello che accadeva. Siamo consapevoli del fatto che c’è la mafia anche nella nostra città, ci sono 14 clan criminali, ma ci siamo anche noi, ci sono i cittadini che reagiscono e hanno deciso di decidere loro il loro destino, il destino della nostra terra e della nostra comunità” ha concluso il sindaco di Bari.