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4 Novembre 2024 23:29

LA DIRETTRICE DEL CARCERE DI S.MARIA CAPUA VETERE: “VIOLENZE INAMMISSIBILI, IO NON C’ERO”

Qualcuno degli agenti interrogati ha affermato che i detenuti che li accusano hanno motivi di risentimento nei loro confronti. Per gli agenti quell’azione straordinaria era stata decisa da altri e secondo loro "non c’è stato nessun uso sproporzionato della forza". “Sono volati schiaffi, sberle, sì qualcuna l’ho data anche io, abbiamo sbagliato”, ha detto uno degli agenti interrogati. “Io sono l’ultimo anello della catena, le modalità di intervento sono state decise dai miei superiori”.

di REDAZIONE POLITICA

Elisabetta Palmieri direttrice del carcere di Santa Maria Capua Vetere, rispondendo alle domande dei cronisti sugli episodi di violenza da parte della polizia penitenziaria ai danni dei detenuti del 6 aprile del 2020 e che hanno portato la procura della Repubblica ad indagare 117 persone e all’emissione di 52 misure cautelari, ha spiegato che l’intervento era stato promosso per effettuare delle perquisizioni nelle celle. La direttrice definisce “agghiaccianti e ingiustificabili le violenze” ed ha poi aggiunto “nei giorni precedenti i detenuti si erano impadroniti di alcune sezioni con una una protesta molto forte il giorno precedente da parte dei detenuti al primo caso Covid, con la presa di possesso di alcune sezioni. Ma questo non giustifica la violenza“. Riguardo la sua presenza in quei frangenti ha poi precisato: “Mi sono assentata per tre mesi a causa di problemi di salute“.

A confermare la versione della direttrice del carcere, è anche il Garante dei Detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, secondo il quale il 6 aprile 2020, giorno in cui venne disposta la perquisizione straordinaria, la direttrice era in malattia e lo è stata anche nelle successive settimane. “Per questo non poteva essere lei quella sera a essere stata vista con il manganello in mano. Forse si è fatta confusione tra i ruoli durante l’intervista con l’ex carcerato”. La Palmieri, infatti, era assente ed era sostituita dalla reggente Maria Parenti (indagata). “É probabile che l’ex detenuto si riferisse a un’ispettrice della Polizia penitenziaria“, ha spiegato.

Vincenzo Cacace l’ ex recluso in sedia a rotelle picchiato in carcere, da pochi mesi ritornato in libertà

E, infatti, subito dopo è arrivata la precisazione di Vincenzo Cacace l’ ex recluso in sedia a rotelle picchiato dagli agenti nel loro raid punitivo : “Nella foga del racconto mi sono confuso, ho detto direttrice ma volevo dire commissaria” aggiungendo “Dopo aver visto quei video la testa mi si è scombussolata, chiedo scusa alla direttrice se mi sono confuso tirando in ballo lei che non c’era“.

Elisabetta Palmieri è di origini aversane, quindi casertana, è dal 2017 direttrice del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Prima di diventare direttrice dell’Istituto di Pena era stata direttrice dell’OPG di Aversa, vice direttrice delle carceri di Belluno, Carinola e Udine e docente presso la scuola Allieva Agenti. Non risulta essere indagata, quindi le parole dell’ex detenuto sono tutte da dimostrare e si è prodigata in una difesa d’ufficio, garantista” evidenziando che in occasione dei fatti e “nei giorni precedenti i detenuti in rivolta si erano impadroniti di alcune sezioni. L’iter processuale è all’inizio. C’è stata l’accusa, adesso c’è la difesa”.

Nel primo giorno degli interrogatori di garanzia, condotti dal Gip dr. Sergio Enea, a cui hanno partecipato anche il procuratore aggiunto Milita ed i pm Pannone e Pinto sono stati ascoltati i primi 9 agenti. Poche le dichiarazioni emerse , molti hanno preferito tacere o attribuire responsabilità ai superiori. “Sono volati schiaffi, sberle, sì qualcuna l’ho data anche io, abbiamo sbagliato”, ha detto uno degli agenti interrogati. “Io sono l’ultimo anello della catena – ha affermato al Gip Enea un altro poliziotto della Penitenziaria –  le modalità di intervento sono state decise dai miei superiori”.

Qualcuno degli agenti interrogati ha affermato che i detenuti che li accusano hanno motivi di risentimento nei loro confronti. Per gli agenti quell’azione straordinaria era stata decisa da altri e secondo loro “non c’è stato nessun uso sproporzionato della forza”.  Il segretario generale di un sindacato degli agenti della penitenziaria si è detto certo “che il 6 aprile 2020 non vi fu alcun uso sproporzionato della forza, e che il tribunale del riesame ristabilirà la verità”. Un altro sindacato ha espresso preoccupazione per la “campagna mediatica contro gli agenti, con tanto di nomi e cognomi pubblicati sui quotidiani”. Un sindacalista ha annunciato ridicoli esposti temerari al Garante della privacy e all’Ordine dei giornalisti contro la “gogna mediatica” .

Dichiarazioni queste davanti alle quali possiamo provare solo disgusto, sopratutto dopo aver visto e rivisto il video delle violenze. Altro che “gogna mediatica“. Quelle immagini della “mattanza” operata dalla Polizia Penitenziaria, probabilmente sono per noi un’allucinante scoperta, mentre loro sono bene a conoscenza delle violenze che accadono nelle carceri.

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