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22 Novembre 2024 09:30

La faida delle concessionarie auto a Taranto: il riesame conferma le indagini della procura e l’ordinanza cautelare del Gip

ESCLUSIVA ! ALL'INTERNO L'ORDINANZA CAUTELARE INTEGRALE CON TUTTI I NOMI E LE INTERCETTAZIONI Le indagini della Squadra mobile, coordinate dalla procura di Taranto, avevano infatti portato alla luce il ruolo ed il modo di agire dello spregiudicato commerciante di auto che vantava amicizie fra le diverse organizzazioni della criminalità ionica.

Il commerciante d’auto Giulio Verdolino, uno dei titolari della società “Tris Auto” ritenuto il mandante degli incendi commissionati nei confronti del gruppo concorrente Ventriglia, anche secondo il tribunale del Riesame di Lecce, con il suo operato delinquenziale avrebbe messo a segno un’estorsione con metodo “mafioso”., e confermato la sua detenzione in carcere.

Il collegio di giudici del Riesame di Lecce ha confermato sostanzialmente l’ordinanza del Gip Francesco Maccagnano del Tribunale di Taranto e della Gip Giulia Proto del Tribunale di Lecce che hanno indicato ed evidenziato i “gravi e granitici indizi di colpevolezza” per quella pesante accusa. I giudici leccesi nella loro decisione, hanno ribadito dopo il ricorso dell’avvocato Andrea Silvestre, che il “metodo” con il quale Verdolino aveva convinto un imprenditore a rinunciare ad locale commerciale di interesse del figlio del boss Mimmo Cesario, è un modus operandi tipico della criminalità organizzata.

La Gip Proto aveva ricostruito l’estorsione ai danni di un imprenditore che aveva liberato un locale su “consiglio” di Verdolino in quanto di interesse del figlio del boss Cesario (noto negli ambienti con il soprannome «Giappone», , esponente di rilievo della criminalità organizzata a Taranto. Le indagini della Squadra mobile, coordinate dalla procura di Taranto, avevano infatti portato alla luce il ruolo ed il modo di agire dello spregiudicato commerciante di auto che vantava amicizie fra le diverse organizzazioni della criminalità ionica.

È stato proprio Verdolino, che non era a conoscenza di essere intercettato, a rendere noto agli investigatori i proprio legami con la famiglia Cesario di Case Bianche e Paolo VI, ma anche con altri pregiudicati della malavita locale. Nelle conversazioni intercettate dai poliziotti sono emerse anche delle “vanterie” di Verdolino con conoscenze con membri delle forze dell’ordine. Rapporti con appartenenti delle forze dell’ ordine che in passato avrebbero reso possibile a Verdolino di venire a conoscenza delle indagini avviate nei suoi confronti attraverso microspie piazzate nella sua autovettura che guarda caso qualche giorno dopo l’installazione, veniva prestata agli amici e poi come per incanto rivenduta.

ORDINANZA-VERDOLINO-PARTE1-

Nella prima ordinanza del gip Maccagnano si leggela particolare pericolosità del Verdolino può cogliersi anche dalla sua propensione a intrattenere rapporti di connivenza con le forze dell’ordine, nel tentativo di guadagnarsi una sorta di immunità da eventuali controlli o investigazioni” anche “grazie alla collaborazione di soggetti criminali ai quali si accompagna, è in grado di approvvigionarsi di armi, di appiccare incendi, di intimorire i suoi concorrenti”.

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Nelle intercettazioni viene fuori anche la stretta ed intima “vicinanza” del Verdolino di un’agente immobiliare Donatella D. residente a S. Giorgio J. (la quale non è indagata e tantomeno oggetto di alcuna accusa dagli inquirenti) , donna alla quale il commerciante d’auto raccontava il resoconto delle sue giornate ed operazioni commerciali, parlandole anche della sua disistima nei confronti del Ventriglia, nonostante quest’ultimo lo avesse invitato lo scorso giugno al battesimo di suo figlio !

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