di Silvia Signore
La Francia sarà la prima nazione al mondo ad emanare una legge per disciplinare l’attività spesso occulta degli influencer. Un fenomeno non più soltanto mediatico ma economico, in quanto secondo dati molto recenti, entro il 2029 definirà un mercato in Rete dal valore di oltre 70 miliardi di dollari. Ma che cosa rappresente oggi un influencer? Secondo l’Enciclopedia Treccani che solo recentemente ha aggiunto il vocabolo alla sua lista è un: “personaggio di successo, popolare sui network e in generale molto seguito dai media, che è in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico”. La stretta è stata introdotta per regolamentare l’attività pubblicitaria degli influencer sui social al fine di tutelare gli utenti più giovani ed evitare la promozione di certe attività considerate un rischio per loro. Una Legge di civiltà e buon senso che, c’è da augurarsi venga seguita al più preso da altri Stati, che prevede sino a 6 mesi di carcere e una multa 300mila euro per i trasgressori:
La normativa di legge francese è già stata approvata dall’Assemblea Nazionale alla fine dello scorso marzo e in votazione nel corrente mese di maggio al Senato, inibisce agli influencer alcune attività come la vendita di prodotti finanziari, delle criptovalute, di prodotti palesemente contraffatti e la promozione della chirurgia plastica; per altre attività come ad esempio la promozione del gioco e/o delle scommesse on line impone delle informazioni chiare e trasparenti al pubblico sui possibili rischi; per altre attività dispone delle procedure di trasparenza obbligatorie volte ad esplicitare il contenuto pubblicitario di video o di foto.
Per tutelare la salute dei più giovani, i content creator avranno l’obbligo di segnalare se su una foto sono stati applicati filtri di bellezza. Inoltre, la proposta si prepone lo scopo di regolamentare anche il ruolo dell’agente degli influencer . Il disegno di legge francese prevede anche norme che riguardano i cosiddetti agenti degli influencer, la figura professionale a cui è affidato il compito di mettere in contatto i creator con i brand. Nuove regole anche per gli influencer che lavorano nei paesi al di fuori dell’Unione europea, che dovranno avvalersi di un’assicurazione civile nell’Unione.
La proposta di legge punta anche ad un migliore inquadramento di chi opera dall’estero, come a Dubai. Chi crea contenuti fuori dai confini dell’Unione europea, della Svizzera o dello spazio economico europeo dovrà sottoscrivere un’assicurazione civile nell’Ue, per indennizzare le vittime potenziali del suo operato sul web. Dopo il via libera dell’Assemblea Nazionale, il testo dovrà passare al vaglio del Senato.
Perchè arriva proprio adesso la legge per gli influencers in Francia?
“I filtri sono diventati parte della vita quotidiana per il 52% delle ragazze, mentre il 77% cerca di cambiare o nascondere almeno una parte del proprio corpo prima di pubblicare una foto che la ritrae.” secondo una ricerca di Edelman Data & Intelligence, per Dove, che esplora l’effetto alterante della percezione di sè con l’utilizzo di filtri modificanti come il Bold Glamour e lancia una campagna con gli hashtag #NoDigitalDistorsion e #TurnYourBack sui social. Il provvedimento francese arriva nello stesso momento e lavora contro questo la Digital Distorsion, il processo distorsione della propria immagine che si sviluppa con una costante esposizione ad immagini filtrate, che comporta ripercussioni sulla salute mentale degli utenti. “Studi accademici hanno scoperto che usare filtri e modificare i selfie sono azioni associate a una negativa percezione del proprio corpo, cattivo umore e bassa autostima“, spiega la Dott.ssa Phillippa Diedrichs, Psicologa Ricercatrice presso il Centre of Appearance Research della University of West England ed esperta di body image nel contesto della ricerca Dove. Il Ministro Francese vuole proteggere sia il benessere psico-fisico e sociale di chi non è capace di distinguere i contenuti modificati online, ma anche i giovani influencer (minori di 18 anni) dallo sponsorizzare questi prodotti, in risposta a una crescente richiesta di interventi di medicina estetica (come il buccal fat removal o i trattamenti con acido ialuronico) in continua ascesa dal 2020 secondo l’Unione Nazionale di Chirurghi Plasica e Ricostruttiva francese (SNCPRE).
Sarebbe interessante vedere gli influencer comunicare con fonti di informazioni verificate come i media tradizionali, ci sarebbe una sicurezza in più per i consumatori, ma pretendere un’etica e un metodo lavorativo da una professione che nasce sull’espressione libera della creatività che diventa collateralmente un lavoro, non viceversa, potrebbe non essere possibile per natura. diventare una variabile che disincentiva i giovani talenti dal diventare influencer ma allo stesso tempo responsabilizzerebbe molto i professionisti già operanti nell’ambito. Dubbi a parte, quello che certo è che una regolamentazione d elle brand partnerships era più che necessaria