Il giornalista Mimmo Mazza 52 anni, di San Marzano (Taranto), arriva oggi 17 settembre alla seconda direzione della sua “carriera”. Dopo quella della rivista “Ribalta di Puglia” edita dalla moglie del giornalista Salvatore Catapano del TG3 Puglia, cancellata ai sensi di Legge della Stampa dal Tribunale di Taranto nel 2015 dal giudice Italo Federici per inattività, grazie alla sua “vicinanza” e “fedeltà” all’imprenditore della spazzatura il massafrese Antonio Albanese che “sponsorizza” e sostiene Mazza da anni, il quale dopo aver fatto da vice direttore per due anni alla Gazzetta del Mezzogiorno ad Oscar Iarussi, andato in pensione (che aveva provato ad entrare in RAI venendo respinto) prima di assumere per mancanza di candidati la direzione del fallimentare quotidiano barese negli ultimi due anni.
La “vicinanza” e sponsorizzazione” di Mazza da parte di Albanese, attuale co-editore al 50% della Edime srl, capitale sociale 10.000 euro, società editrice della Gazzetta del Mezzogiorno, è di vecchia data, e risulta persino nei registri di Palazzo Chigi quando durante il Governo Conte quando Albanese cercava attraverso il sottosegretario Mario Turco di farsi finanziare dallo Stato per trasformare un albergo di Massafra, l’ Appia Terminal, comprato ad un’asta fallimentare, in una struttura sanitaria, ovviamente a spese del contribuente, dopo averci provato inutilmente con la Regione Puglia.
Ma non solo. Infatti il CORRIERE DEL GIORNO è in grado di rivelare un retroscena. Nelle settimane prima del fallimentare ritorno in edicola della Gazzetta del Mezzogiorno, si recò a Roma, incontrando il nostro autorevole collega Giovanni Valentini, figlio dello storico “direttore” della Gazzetta, Oronzo Valentini, che è stato direttore dei settimanali L’ Europeo, L’ Espresso e condirettore di Eugenio Scalfari del quotidiano La Repubblica di cui è stato uno dei giornalisti fondatori. Albanese proponendo a Giovanni Valentini la direzione della Gazzetta, gli disse “il suo vice però dovrà essere Mimmo Mazza, persona di mia fiducia“. Immediata e scontata fu la risposta che ricevette: “La ringrazio dell’offerta ma nella mia storia professionale il mio vice me lo scelgo io, e questo Mimmo Mazza non so chi sia“.
Solitamente quando un giornale non va bene, ed il caso della Gazzetta del Mezzogiorno, calato dalle 8.000 copie pre-fallimento alle attuali circa 5.000 copie vendute in edicola al giorno (fonte: ADS, agosto 2023) in un bacino di lettori di oltre 6 milioni di abitanti fra la Puglia e la Basilicata, crollo che ha determinato la chiusura del bilancio al 31.12.2022 con una pesante perdita di 4.358.344 euro. Un importante giornalista di fama nazionale ha così commentato: “Il fatto più “misterioso” è che viene promosso il vicedirettore di un giornale che sotto questa direzione ha perso altre 3.000 copie e 4 milioni di euro !”
La nomina di Mimmo Mazza già vicepresidente di Assostampa Puglia alla direzione della Gazzetta del Mezzogiorno, ricorda tanto per analogia quella del suo collega (anche di sindacato) Gianni Svaldi quando assunse la direzione di un quotidiano tarantino (che utilizzava indebitamente il nome dello storico giornale che state leggendo) con l’ indicazione “di Puglia e Lucania” edito dalla fallita Cooperativa 19 Luglio, portato alla chiusura, dopo aver incassato negli ultimi 10 anni la bellezza di circa 27milioni di euro a fondo perduto, dalla Legge sull’ Editoria, lasciando un “buco” di oltre 5 milioni di euro di debiti.
Va ricordato che sull’acquisizione della Gazzetta del Mezzogiorno, da parte degli imprenditori Miccolis ed Albanese, piena di conflitti d’interesse e “dormite” del Tribunale Fallimentare di Bari, pende ancora oggi un procedimento penale dinnanzi alla Procura della Repubblica di Lecce per il quale è stato ascoltato come persona informata dei fatti il nostro direttore Antonello de Gennaro, che molto ha scritto in materia senza mai essere smentito, rettificato o querelato.
Il comitato di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno oggi con una nota “ringrazia e saluta con affetto il direttore Iarussi per il lavoro svolto riportando in edicola la Gazzetta dopo l’interruzione delle pubblicazioni e per aver profuso il massimo sforzo per il consolidamento del nostro quotidiano. A Mimmo Mazza augura in bocca al lupo per il prestigioso incarico”. Quello che i sindacalisti della Gazzetta del Mezzogiorno fingono di non ricordare è che l’impegno della Edime srl dinnanzi al Tribunale fallimentare di Bari di mantenere i 140 dipendenti della fallita Edisud, era solo per due anni, e non a caso l’ accoppiata Miccolis-Albanese che hanno rilevato (al 50%) dal fallimento della Mediterranea lo stabile della vecchia sede del giornale barese in via Scipione l’ Africano, dovendo cedere l’altro 50% al Gruppo Ladisa che vantava un credito di circa 6milioni di euro da quel fallimento.
Corre voce infatti che anche la testata de La Gazzetta del Mezzogiorno (in pancia al fallimento della Mediterranea spa) sia stata trasferita ad una terza società per sottrarla al rischio di un fallimento o liquidazione “pilotati” dell’ attuale società editrice EDIME. Chissà cosa diranno l’asemblea redazionale dei giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno ed il CdR, il giorno che scopriranno il contenuto di una mail inviata dall’attuale Presidente dell’ Assostampa di Puglia Bepi Martellotta, e giornalista della Gazzetta, in cui accusava Mazza di aver votato durante la procedura fallimentare contro l’offerta del Gruppo Ladisa, per agevolare l’offerta del gruppo Miccolis, dietro la quale si nascondeva Albanese.
Chissà se adesso Mazza troverà ancora il tempo di fare il moderatore passando dai Festival dell’ Unità alle conferenze della Massoneria. Più semplice “servire” giornalisticamente il proprio editore Albanese, condannato, pluirindagato e sotto processo a Taranto e Lecce, di cui la Gazzetta ben si guarda di scrivere…all’insegna del giornalismo libero ed indipendente per cui millanta di lottare.
Una cosa è certa. Finalmente dal 1 gennaio 2024 sarà operativa la sede regionale per la Puglia e la nostra webtv che stiamo allestendo a Bari, e sarà un piacere fare la concorrenza giornalistica, editoriale e pubblicitaria anche con la Gazzetta del Mezzogiorno. Alla fine vince sempre il mercato e la qualità dell’informazione . I soldi non bastano sopratutto quando puzzano di spazzatura.