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5 Novembre 2024 01:23

La Gazzetta del Mezzogiorno in edicola con una pagina bianca. Tutto quello che però non vi raccontano …

Lettera ai lettori del cdr e dell'assemblea dei giornalisti: "Giornalisti e dipendenti non percepiscono lo stipendio ma hanno continuato a garantire l'uscita del giornale: chiediamo risposte"

ROMA – Dopo lo sciopero di martedì 8 gennaio, primo di un pacchetto di 10 giorni di sciopero, che per nostra opinione non serve a nulla se non solo e soltanto a perdere copie vendute e pubblicità, e quindi soldi da incassare, il quotidiano barese La Gazzetta del Mezzogiorno è tornato oggi in edicola, pubblicando una pagina bianca ed una lettera del Cdr e dell’assemblea dei giornalisti ai lettori  .

“Cari lettori, questa pagina – si legge – esce quasi completamente bianca per mostrarvi a quale rischio sarebbe esposta l’informazione in Puglia, in Basilicata e nel Mezzogiorno, se la Gazzetta del Mezzogiorno non uscisse più. Le storie, i commenti, le notizie, le opinioni, le istanze delle nostre comunità non troverebbero più voce. In queste settimane, i giornalisti della Gazzetta  hanno continuato a lavorare garantendo l’uscita del Giornale, benché non retribuiti”.

Affermazione questa che non ci vede d’accordo, in quanto in Puglia e Basilicata e nel Mezzogiorno esistono altre realtà editoriali e giornalistiche che fanno informazione, ed in alcuni casi vendono più copie ai lettori di quante ne venda La Gazzetta del Mezzogiorno, sotto la direzione disastrosa ( lo dicono i numeri, non è una nostra opinione…) di Giuseppe De Tommaso.

“Ad oggi, infatti i giornalisti hanno ricevuto soltanto un acconto del 40% sullo stipendio del mese di novembre – prosegue la lettera che è oggi sul quotidiano di Bari che vende una media di 18mila copie al giorno in Puglia e Basilicata –  non hanno percepito le tredicesime, lo stipendio di dicembre e continuano a non sapere se e in che misura verranno retribuiti in futuro“.

“Né, sino a oggi  hanno ottenuto risposte in tal senso dagli amministratori giudiziari, nominati dal Tribunale di Catania, – si legge ancora nella lettera – e dal direttore generale dell’azienda, rimasto in carica malgrado il provvedimento di sequestro-confisca e gestore da anni di un’azienda sopravvissuta solo grazie ai tagli sul personale“.

Questo il testo integrale della lettera odierna ai lettori:

Cari Lettori, questa pagina esce quasi completamente bianca per mostrarvi a quale rischio sarebbe esposta l’informazione in Puglia, in Basilicata e nel Mezzogiorno, se la Gazzetta del Mezzogiorno non uscisse più. Le storie, i commenti, le notizie, le opinioni, le istanze delle nostre comunità non troverebbero più voce. In queste settimane, i giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno hanno continuato a lavorare garantendo l’uscita del Giornale, benché non retribuiti.

Ad oggi, infatti, i giornalisti hanno ricevuto soltanto un acconto del 40% sullo stipendio del mese di novembre; non hanno percepito le tredicesime, lo stipendio di dicembre e continuano a non sapere se e in che misura verranno retribuiti in futuro. Né, sino ad oggi, hanno ottenuto risposte in tal senso dagli amministratori giudiziari, nominati dal Tribunale di Catania, e dal direttore generale dell’azienda, rimasto in carica malgrado il provvedimento di sequestro-confisca e gestore da anni di un’azienda sopravvissuta solo grazie ai tagli sul personale. A ciò si aggiunga che persino le quote del Tfr relative all’anno 2017 non sono state ancora conferite al Fondo di categoria.

Ed è quanto meno paradossale che tutto ciò accada in un momento nel quale, proprio in forza del provvedimento della magistratura siciliana, l’Editore e, quindi, il datore di lavoro dei giornalisti sia di fatto diventato lo Stato. In altre parole, lo stesso Stato ci chiede di lavorare senza percepire stipendio e nemmeno ci ringrazia.

A questo proposito, sarà utile ricordare che, dopo avere assunto le proprie funzioni, gli amministratori giudiziari si sono limitati a proporre un taglio lineare del costo del lavoro del 50%, senza tenere conto delle specificità di un’azienda editoriale, che nulla ha a che fare con le imputazioni a carico del proprio editore, ipotizzando in alternativa il fallimento della società editrice e, di conseguenza, la scomparsa del quotidiano, da 131 anni punto di riferimento delle comunità di Puglia e Basilicata e autorevole voce degli interessi del Mezzogiorno.

Tutto questo perché i giornalisti, già da anni costretti a pesanti sacrifici economici, sono stati considerati dei semplici «costi» anziché delle risorse.

I giornalisti pur nella consapevolezza di dovere accettare ulteriori sacrifici, hanno respinto ogni ipotesi di spending review che prescinda da un serio piano editoriale e industriale. Un piano che tenga conto innanzitutto della qualità dell’informazione offerta a Voi Lettori. E hanno avanzato già da tempo agli amministratori giudiziari e al direttore generale dell’azienda proposte alternative per contenere i costi del lavoro.

Nelle scorse settimane i redattori della Gazzetta, attraverso il Comitato di redazione, hanno anche inviato un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ribadendo che l’informazione è tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. E, successivamente, per intervento del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il sindacato dei giornalisti è stato convocato dalla task force regionale per il lavoro, insieme con tutte le altre parti sociali e con gli amministratori giudiziari.

L’iniziativa del «Gazzetta Day» ci ha dimostrato tutto il vostro commovente affetto, per il quale vi manifestiamo ancora una volta la nostra gratitudine. Ma questo sostegno da solo non basta. Nonostante la vostra massiccia adesione all’iniziativa del 29 dicembre scorso, i giornalisti e i poligrafici continuano a non essere pagati. Serve imprimere una svolta nella gestione e amministrazione di un giornale che, a quanto pare, non tiene nella debita considerazione i suoi lavoratori.

Attraverso questo appello, intendiamo manifestare a voi tutti il nostro profondo disagio per una situazione che diventa ogni giorno più insostenibile per i lavoratori e per le loro famiglie, a loro volta sottoposte a pesanti sacrifici. Per questo motivo i redattori della Gazzetta hanno affidato al Comitato di redazione la gestione di dieci giorni di sciopero, il primo dei quali è stato proclamato ieri a causa della mancata pubblicazione di questa pagina. Ci impegniamo a continuare ad aggiornarvi su questa vertenza che riguarda il diritto all’informazione.

Il Comitato di redazione per conto dell’Assemblea di redazione

Pur rispettando le legittime preoccupazioni dei colleghi della Gazzetta del Mezzogiorno, a cui auguriamo con tutto il cuore di trovare una soluzione, magari affidandosi a qualche “advisor” cioè qualche specialista di crisi e ristrutturazioni aziendali, non possiamo esimerci, per un legittimo dovere di cronaca, dall’ esprimere qualche perplessità sulla gestione “sindacale” della vicenda, che riepiloghiamo di seguito con spirito costruttivo e non critico, nè tantomeno di astio concorrenziale.

Il programma televisivo Report” già sei anni fa aveva messo in evidenza numerose criticità tra le attività di Mario Ciancio nell’inchiesta “I viceré” ( realizzata del collega Sigfrido Ranucci) andata in onda il 15 marzo 2009. Ma evidentemente deve essere sfuggita….all’assemblea di redazione, il comitato di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno

Questi i punti sui quali  il Comitato di redazione e l’Assemblea di redazione, dovrebbero soffermarsi a riflettere e sopratutto spiegare qualcosa che non raccontano ai propri lettori, ma sopratutto a se stessi e dare alle proprie famiglie delle serie risposte.

  1. E’ dal 2015, cioè QUATTRO ANNI fa che ingenti somme di denaro sono state sequestrate su richiesta della procura distrettuale antimafia di Catania a Mario Ciancio Sanfilippo, l’ editore catanese al vertice di un gruppo editoriale cui, tra l’altro, fa capo il quotidiano pugliese LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO e “LA SICILIA” di Catania.  Sotto sequestro antimafia era stato sottoposto un rapporto bancario intrattenuto da Ciancio tramite una società fiduciaria del Liechtenstein in un istituto di credito con sede in Svizzera, sul quale erano depositati titoli e azioni per un valore stimato in circa 12 milioni di euro. Inoltre è stata  sequestrata la somma in contanti di circa 5 milioni di euro depositata nella filiale di una banca catanese.  Il sequestro venne effettuato dai Carabinieri del Ros di Catania, a cui erano state delegate le indagini penali e patrimoniali. Come mai la GAZZETTA non ha mai dato notizia ai propri lettori di questa vicenda ? 
  2. Come mai l’assemblea di redazione, il comitato di redazione non si sono preoccupati in questi lunghi QUATTRO ANNI delle vicende giudiziarie del proprio editore nei cui confronti la Procura Distrettuale Antimafia di Catania  avvalendosi del ROS dei Carabinieri, ha ricostruito complessi affari intrapresi dall’imprenditore e nei quali secondo l’accusa, aveva interessi la “mafia“, motivo per cui ha disposto ed effettuato approfondite indagini patrimoniali che hanno portato alla scoperta dei fondi dell’editore Ciancio di Sanfilippo occultati all’estero. Sono stati individuati depositi bancari in Svizzera, alcuni dei quali schermati tramite delle fiduciarie di Paesi noti come “paradisi fiscali”, scoperti grazie anche alla cooperazione prestata dalla Procura di Lugano (Svizzera) attraverso una rogatoria e secondo i trattati internazionali. E’ stata proprio la Procura di Lugano ad acquisire dagli istituti di credito svizzeri la documentazione bancaria ritenuta rilevante e fondamentale a livello probatorio per le indagini. della magistratura catanese.
  3. Come mai l’assemblea di redazione, il comitato di redazione non si sono preoccupati del crollo di vendite di anno in anno del giornale in edicola, che secondo gli ultimi dati dell’ AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) vende in edicola soltanto 18mila copie al giorno, in un bacino di 4 milioni e mezzo di lettori fra la Puglia e la Basilicata ?
  4. Come mai l’assemblea di redazione, il comitato di redazione non si sono mai preoccupati dei bilanci pubblici dell’ Edisud spa, la società editrice della Gazzetta del Mezzogiorno, la cui maggioranza è controllata e di proprietà  dall’editore Mario Ciancio Sanfilippo, che secondo fonti attendibili avrebbe maturato un indebitamento bancario di circa 35 milioni di euro ?
  5. Come mai i giornalisti si sono preoccupati solo e soltanto del loro stipendio a fine mese, nonostante due anni di contratti di solidarietà (ammortizzatori sociali n.d.r.) senza pensare minimamente alla propria crisi editoriale-giornalistica ?
  6. Come mai i giornalisti del quotidiano La Sicilia non si stanno agitando come i “cugini” baresi della Gazzetta del Mezzogiorno, nonostante il giornale siciliano venda addirittura meno della Gazzetta ?
  7. Come mai l’assemblea di redazione, il comitato di redazione non si sono preoccupati in questi anni che la stragrande maggioranza degli articoli pubblicati nelle edizioni provinciali, sono stati retribuiti a  5 euro netti ad articolo ???
  8.  Come mai l’assemblea di redazione, il comitato di redazione non si sono preoccupati e non hanno mai manifestato la propria solidarietà realmente ai colleghi di altri quotidiani e tv pugliesi che hanno perso il proprio posto di lavoro ? Qualcuno ha persino remato contro …
  9. Con che coraggio l’assemblea di redazione, il comitato di redazione rivolgono le proprie speranze nel salvataggio grazie a qualche politico ? Come faranno a scrivere poi di questo politico ? E’ legittimi chiedersi come mai nessun editore “puro”  non ha alcun interesse a rilevare la Gazzetta del Mezzogiorno ?
  10. Chi investirebbe mai i propri soldi per rilevare una società con 35 milioni di euro di debiti, circa 150 dipendenti ed annessi superstipendi da pagare ed appena 18mila copie vendute al giorno in edicola ?

 

Qualcuno dovrebbe ricordare che la confisca delle azioni della EDISUD spa , società editrice della Gazzetta del Mezzogiorno, è avvenuta a seguito anche della scoperta del  il tesoretto da 52 milioni di euro di Ciancio, depositato in Svizzera e scoperto dalla procura di Catania. Soldi che costituiscono solo una parte dei soldi tenuti dall’imprenditore all’estero: come nel paradiso fiscale delle Mauritius attraverso un complicato schema di società straniere. Un sequestro antimafia del tesoretto scoperto in Svizzera dagli investigatori del ROS dei Carabinieri di Catania,  a nome dell’imprenditore etneo Mario Ciancio Sanfilippo, editore del quotidiano La Sicilia  e La Gazzetta del Mezzogiorno . Soldi con cui veniva finanziato anche il quotidiano barese.

Ai posteri quindi l’ardua, eppur facile sentenza. Noi ci limitiamo a fare i giornalisti.

 

Questi i dati certificati (ADS) di vendita nel 2018 

 

Ecco tutti gli articoli pubblicati dal nostro giornale sull’editore Mario Ciancio di Sanfilippo:

18 giugno 2015 –  Indagine di mafia della DDA di Catania. Sequestrati dai Carabinieri del Ros 17 milioni di euro all’editore della Gazzetta del Mezzogiorno (leggi QUI

1 giugno 2017 –  Mafia: Ciancio editore della Gazzetta del Mezzogiorno a processo per concorso esterno (leggi QUI) 

11 giugno 2018 – La Gazzetta del Mezzogiorno in profonda crisi. Chiudono le redazioni di Brindisi, Matera. L’editore Ciancio a processo in Sicilia per concorso mafioso (leggi QUI) 

24 settembre 2018 –   Antimafia: sequestro di 150 milioni all’editore della “Gazzetta del Mezzogiorno” Mario Ciancio Sanfilippo (leggi QUI) 

 

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