BARI – I giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno hanno deciso ieri in assemblea di interrompere il proprio lavoro e quindi di sospendere le pubblicazioni del giornale a partire da domenica 3 marzo in assenza di risposte dagli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Catania sul pagamento degli stipendi e dei versamenti arretrati.
“Una scelta, quella votata oggi dall’assemblea dei giornalisti – scrivono sul sito online del quotidiano barese – che hanno proclamato lo sciopero a oltranza, causata dalla persistente assenza di risposte da parte degli amministratori giudiziari sul pagamento degli stipendi e dei versamenti previdenziali arretrati, nonché sulle incertezze del futuro della testata.
Una situazione che si trascina ormai da mesi, sin da quando il 24 settembre scorso, il Tribunale di Catania ha sottoposto a sequestro le quote societarie dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo, azionista di maggioranza (70%) della Edisud Spa società editrice del quotidiano .
I giornalisti della Gazzetta dopo aver attaccato la gestione editoriale della società editrice (un pò strano che lo facciamo soltanto ora n.d.r.) in un lungo comunicato scrivono: “ci congediamo da voi con un arrivederci, confidando, come diceva Eduardo, che questa lunga, buia “nuttata” possa passare presto, anche se, a questo punto, la sua durata non dipende da noi, ma da chi ha in mano le nostre sorti ed evidentemente ritiene di poterle gestire come se fossimo al teatro dei pupi. Vogliamo tornare a lavorare e desideriamo farlo il più presto possibile. Ma con delle risposte certe e chiare. E soprattutto con uno stipendio e con dignità“.
Il Tribunale di Catania il 24 settembre 2018 aveva emesso un decreto di sequestro finalizzato alla confisca dei beni dell’ 86enne Mario Ciancio Sanfilippo azionista di maggioranza (70%) della Edisud Spa società editrice del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, ed il pacchhetto azionario di controllo del quotidiano La Sicilia di cui Ciancio è editore- direttore. Questo in sintesi il motivo dei giudici siciliani: “Fondi non giustificati nelle società“. Ed ancora: “Sproporzioni fra entrate e uscite”. Il valore complessivo dei beni finiti sotto sigilli dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale catanese, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, è di almeno 150 milioni di euro.
Il provvedimento ha bloccato conti correnti, polizze assicurative, 31 società, quote di partecipazione in altre sette società e beni immobili. Il sequestro è relativo ad un’inchiesta che procede in parallelo con il processo per “concorso esterno in associazione mafiosa“. Tra i beni oggetto del nuovo sequestro, è bene ricordare, ci sono la società Etis, che stampa quotidiani siciliani e nazionali, la società Simeto Docks, concessionaria di pubblicità e affissioni, il 100% della società che edita il quotidiano ‘La Sicilia’, le quote di maggioranza della società EDISUD spa editrice del quotidiano ‘la Gazzetta del Mezzogiorno’ di Bari oltre alle due emittenti televisive regionali siciliane ‘Antenna Sicilia’ e ‘Telecolor’.
Da segnalare e rilevare per dovere di cronaca, che in Sicilia il quotidiano La Sicilia , le cui quote societarie sono oggetto del medesimo sequestro che ha colpito la Gazzetta del Mezzogiorno, esce regolarmente, i giornalisti lavorano, e nessuno sciopera. Sarà forse perchè non ci sono i 34 milioni di perditi e debiti che affliggono la gestione economica del giornale barese ? Infatti incredibilmente La Sicilia vende persino qualche copia in meno della Gazzetta !
Questa mattina si è svolta a Bari presso la sede dell’Associazione della Stampa pugliese una conferenza stampa del segretario generale della Fnsi , Raffaele Lorusso (un ex-“staffista” di Michele Emiliano quando era sindaco al Comune di Bari) insieme al presidente dell’Assostampa di Puglia, Bepi Martellotta (giornalista dipendente della Gazzetta del Mezzogiorno) , ed ai componenti il Comitato di redazione del giornale.
Ai giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno (salvo qualche eccezione….) auguriamo di tutto cuore di poter mantenere il loro posto di lavoro e di ritornare il prima possibile in edicola con il loro giornale, anche tutto questo baccano sindacale secondo noi non giova assolutamente a trovare una soluzione, come i fatti hanno sinora dimostrato. Soluzione che certamente dovrà e potrà passare esclusivamente dalle decisioni dei giudici di Catania, nella legalità più assoluta.
Il CORRIERE DEL GIORNO seppure sia stato ricoperto da offese, diffamazioni e calunnie da parte di una irrisoria “cricca” di giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno (guarda caso tutti impegnati sindacalmente) ha sempre correttamente seguito e scritto sin dall’ ottobre 2015 sulle vicende giudiziarie degli ultimi anni di Mario Ciancio di Sanfilippo, che invece venivano incredibilmente taciute ed occultate dalla direzione del quotidiano barese. Ed in un nostro articolo abbiamo spiegato tutto quello che sinora la Gazzetta non ha rivelato ai propri lettori. Leggere per credere. (vedi QUI)
Tutti gli articoli sul “caso” Ciancio di Sanfilippo editore de La Gazzetta del Mezzogiorno