La giornalista italiana Cecilia Sala è stata arrestata a Teheran. e si trova da nove giorni in isolamento nel carcere di Evin, in Iran, dopo essere stata fermata il 19 dicembre scorso. Lo ha confermato il ministero degli Esteri secondo cui Sala, in Iran per svolgere servizi giornalistici, è stata fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia locale. Su disposizione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’ambasciata e il consolato d’Italia “stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio“. Come si legge in una nota “In coordinamento con la Presidenza del Consiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione” .
Oggi l’ambasciatrice d’Italia Paola Amadei ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione della giornalista, la cui famiglia è stata informata dell’esito dell’incontro. In precedenza la giornalista Sala aveva avuto la possibilità di effettuare due telefonate con i parenti. “In accordo con i genitori della giornalista, la Farnesina invita alla massima discrezione la stampa per agevolare una veloce e positiva risoluzione della vicenda” si legge ancora nella nota.
Intervistato da Rainews, Tajani ha dichiarato che Cecilia Sala “è stata fermata a Teheran ed è in carcere a Teheran. Ha già avuto la possibilità di parlare due volte con i propri familiari. Stamane ha ricevuto la visita dell’ambasciatrice che è stata più di mezz’ora con lei. La ragazza è in buona salute. Il governo sta facendo tutto il possibile in suo potere per cercare di portarla in Italia. Stiamo lavorando con grande discrezione“, ha aggiunto il ministro.
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— Chora Media (@Chora_Media) December 27, 2024
Crosetto, tutto il governo è al lavoro per liberazione
“Fin dal primo giorno, da quando è arrivata la notizia dell’inaccettabile arresto di Cecilia Sala da parte delle autorità Iraniane, tutto il Governo, in primis il Presidente Giorgia Meloni e il Ministro Tajani, si è mosso per farla liberare“. A scriverlo su X è il ministro della Difesa Guido Crosetto.
“Ogni persona che poteva e può essere utile per ottenere questo obiettivo si è messa al lavoro – continua Crosetto – le trattative con l’Iran non si risolvono, purtroppo, con il coinvolgimento dell’opinione pubblica occidentale e con la forza dello sdegno popolare ma solo con un’azione politica e diplomatica di alto livello. L’Italia lavora incessantemente per liberarla, seguendo ogni strada“.
Chi è Cecilia Sala
La Sala è uno dei volti più noti del giornalismo femminile italiano. Nata a Roma nel 1995, è da sempre molto attiva sui social e da anni ormai tratta di politica estera documentando quello che succede in varie zone di conflitto. Cecilia Sala si è recata diverse volte in Ucraina per raccontare la guerra ancora in corso con la Russia, ma si trovava anche in Afghanistan nel 2021 durante il ritorno al potere dei Talebani. In quella occasione dovette interrompere una diretta con La7 a causa di alcuni spari contro l’hotel dove si trovava. Una scena che è diventata subito virale sui social.
Sala inizia a interessarsi al giornalismo quando ancora studiava economia all’Università Bocconi di Milano. A pochi esami dalla laurea decise di interrompere gli studi e dedicarsi alla sua nuova passione, iniziando a trattare in particolare la politica estera. Nel 2015 comincia a lavorare nella redazione di Vice e negli anni successivi comincia a collaborare con Vanity Fair, L’Espresso e Il Foglio. Diventa presto anche un volto televisivo, apparendo in diverse trasmissioni su La7.
Cecilia Sala ha da sempre avuto un’attenzione particolari alle nuove frontiere del giornalismo digitale. Molto attiva sui social network, nel 2020 ha esordito con il podcast ‘Polvere‘, un’inchiesta condotta insieme a Chiara Lalli che trattava dell’omicidio di Marta Russo, giovane uccisa alla Sapienza nel 1997. Il podcast ha avuto tanto successo da essere trasformato in un libro pubblicato, con lo stesso titolo, da Mondadori nel 2021. L’anno successivo diviene protagonista di un altro podcast, ‘Stories‘, prodotto da Chora Media, in cui ogni giorno racconta storie dal mondo.
Cosa sappiamo al momento
Cecilia Sala si trova da una settimana “in una cella di isolamento” del carcere di Evin, “dove vengono tenuti i dissidenti” e che “il motivo del suo arresto non è ancora stato formalizzato“. “Non sappiamo” perché è stata arrestata in Iran. “E questa è la grande domanda. Fino ad oggi, e sono passati 9 giorni con oggi, non si sa perché è nel carcere di Evin, non si sa perché è in isolamento. È incomprensibile ed è una cosa intollerabile per l’Italia che accada questo“, dice Mario Calabresi direttore di Chora Media, intervistato a ‘Il Cavallo e la torre‘ su Rai3. Chora Media, è la Podcast company italiana per la quale la giornalista realizza ‘Stories‘.
“Cecilia era lì perché da tempo voleva tornare a Teheran – racconta Calabresi – E’ stata più volte in Iran e gran parte del suo libro ‘L’incendio’ è incentrato proprio sul movimento delle giovani iraniane che vogliono cambiare il Paese e la cultura. E’ da tempo che voleva tornare per raccontare cosa stava succedendo in Iran”. All’inizio di dicembre, sottolinea Calabresi, “dopo avere fatto una richiesta molto tempo fa” finalmente “ha avuto una risposa positiva alla sua richiesta di visto. Un visto di otto giorni che, ho visto un carteggio, poteva avere una proroga. Così il 12 dicembre è partita per l’Iran. Ha iniziato a fare i suoi incontri. Era seguita da un fixer dell’Ambasciata. Aveva fatto le prime tre puntate di Stories”, il podcast di Chora Media.
“Venerdì 20 doveva tornare in Italia ma il giorno prima è scomparsa. – sottolinea ancora Calabresi – Il telefono è diventato muto. Ci ha preoccupato molto perché Cecilia è una giornalista molto scrupolosa, puntuale, metodica, che lavora con molta cura delle cose e non ha mai ritardato l’invio del suo podcast oppure avvisava. Quel giorno il suo podcast doveva arrivare verso le 14.30 ma non ha mandato nulla e non aveva fatto il check in dell’aereo e quindi era evidente che era successo qualcosa. E’ stata avvisata l’unità di crisi della Farnesina. Non ha preso l’aereo e non è partita. Soltanto a metà giornata del giorno dopo ha potuto fare una telefonata a sua madre“. Il governo italiano, aggiunge, “è il soggetto che può fare” e “sin dal primo minuto la Farnesina, Palazzo Chigi sono stati molto presenti e molto attivi”.
Le telefonate: “Portatemi fuori da qui”
Alla reporter è stata concessa una telefonata, che lei ha usato per chiamare la madre e darle notizia dell’arresto, senza però poter aggiungere altri dettagli. In una seconda telefonata avvenuta giovedì, questa volta diretta al padre e al compagno, ha raccontato di stare bene e di non essere ferita. “Ha detto ‘Aiutatemi, fate di tutto per portarmi fuori da qui‘”, ha raccontato il direttore di Chora Media, Mario Calabresi. È possibile però che Sala abbia solo potuto leggere un testo scritto in anticipo, dato che ha usato alcune espressioni che non suonano naturali in italiano e sembravano più una traduzione dall’inglese. “Cecilia è una giornalista forte e coraggiosa, ma è sconvolta di essere in carcere”, ha rimarcato Calabresi. Sentimenti che ricorda ancora bene Alessia Piperno, la travel blogger incarcerata sempre a Evin nel settembre del 2022, per poi essere rilasciata 45 giorni dopo. “Le telefonate: “Portatemi fuori da qui”“Sono con te, seduta a terra in quella cella dalle pareti bianche“, ha scritto in un post sui social, “io sono con te“., ha scritto in un post sui social, “io sono con te“.