ROMA – La giornalista pugliese Marilù Mastrogiovanni ha vinto la terza edizione del Premio Franco Giustolisi “Giustizia e verità”, ex aequo con la collega Valeria Ferrante. La cerimonia di premiazione si è svolta nella Sala dei Presidenti di Palazzo Giustiniani a Roma, alla presenza del presidente del Senato Piero Grasso. La giornalista free lance Marilù Mastrogiovanni ha ricevuto ieri al Senato il premio Giustolisi per una inchiesta sulle infiltrazioni della Sacra Corona Unita nel ciclo di smaltimento dei rifiuti, rivelando anche le presunte collisioni con settori dell’amministrazione comunale di Casarano nel Salento.
Il paradosso è che un capitolo di quella stessa inchiesta, ‘Mafia, politica e rifiuti’, pubblicato sul giornale on line ‘Il Tacco d’Italia’, sia stato sequestrato dal Compartimento di Bari della Polizia Postale , dietro ordine del Gip Gallo del Tribunale di Lecce, che avrebbe intravisto del “fumus del reato di diffamazione” in quanto la giornalista avrebbe usato “espressioni molto forti nei confronti della Igeco spa, idonee ad offendere l’onore e il decoro della società stessa…” che gestisce la raccolta rifiuti nel basso Salento.
Marilù Mastrogiovanni ha creato e dirige il suo giornale online e, proprio per le sue inchieste, è stata vittima di minacce e costretta a lasciare Lecce, la sua città, con tutta la famiglia e vive sotto protezione delle forze dell’ordine. Ma non si arrende ed infatti continua a battersi per fare il suo lavoro, e fa parte di “Giulia”, un associazione di giornaliste che chiede un intervento immediato per tutelare la giornalista e la libertà d’informazione.
La giuria della terza edizione del premio, presieduta da Roberto Martinelli e composta da Daniele Biacchessi, Livia Giustolisi, Bruno Manfellotto, Marcello Masi, Enrico Mentana, Virginia Piccolillo, Marcello Sorgi, Luigi Vicinanza e Lucia Visca ha assegnato il Premio “Giustizia e verità” a Marilù Mastrogiovanni per un’inchiesta in sei puntate sulla sacra corona unita, la mafia pugliese che ha nel Salento una delle sue ramificazioni più subdole, e perché, “nonostante la condizione di giornalista precaria, continua a informare combattendo contro le minacce della malavita organizzata che la costringono a vivere sotto protezione”. Valeria Ferrante, invece, è stata premiata per la sua inchiesta sui possibili inquinamenti delle Ong a causa delle connessioni con il traffico di migranti nel Canale di Sicilia documentando, per la trasmissione “Agorà” su Rai 3, le zone d’ombra del sistema dell’assistenza agli immigrati.
Nel ricevere il premio dalla mani del presidente del Senato Piero Grasso, la collega Mastrogiovanni ha detto: “Il premio Giustolisi verità e giustizia dimostra, con la scelta delle inchiesta premiate, che ci sono ancora in Italia armadi della vergogna che non si vogliono aprire. Chi li apre, nell’interesse dei cittadini e per tutelare il loro diritto ad essere informati, paga un prezzo molto alto. Significa anche che abbiamo illuminato una zona d’ombra, quella della mafia pugliese, come nessuno aveva mai fatto prima e che bisogna continuare su questa strada. Io lo farò”.
Come ogni anno il più importante premio italiano dedicato al giornalismo investigativo prevede diverse menzioni e altri riconoscimenti. Il premio speciale “Franco Giustolisi – Fuori dall’Armadio” è stato assegnato a Ilaria Bonuccelli “per aver, con la sua inchiesta originale sui call center, messo in moto non solo l’interesse del pubblico ma anche quello della politica fino ad arrivare a una legge che rafforza la tutela della privacy e dei cittadini”. Maurizio Molinari, ha vinto il premio per il libro inchiesta con “Il ritorno delle tribù” (Rizzoli); Ferruccio De Bortoli, il premio speciale della Giuria “Una vita per il giornalismo”; Fabio Isman, il riconoscimento “Per la difesa del patrimonio culturale”; Donatella Alfonso, vincitrice del premio “Memoria e verità” col libro “La ragazza nella foto” e Raffaella Calandra, assegnataria del premio “Voci dai fatti” per la trasmissione “Storiacce” su Radio24.