Ennesima smentita dai numeri alle dichiarazioni rassicuranti del sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno che pensa di garantirsi gli ultimi 12 mesi di mandato promettendo incarichi e cambiando assessori ai soliti “mercenari” della politica locale sempre in vendita per qualche euro in più. Infatti proprio stamattina sulla scrivania del primo cittadino è arrivato il parere contrario (per la seconda volta) dei Revisori dei Conti sul Bilancio di previsione dell’ amministrazione comunale, dopo una inutile seduta straordinaria della commissione Bilancio che ha preso in esame il rendiconto 2015
In merito alla proposta di emendamento al Bilancio di previsione presentata e firmata del presidente della commissione Ernesto D’Eri (un ex Pd, poi Idv) che prevede l’applicazione dell’avanzo di amministrazione disponibile per 5 milioni di euro in entrata per il finanziamento del fondo contenzioso, nonchè prevedeva di “incaricare la Giunta ed i dirigenti di effettuare una ricognizione di tutti i programmi di spesa al fine di individuare economie utili per la salvaguardia ed il rispetto del pareggio di bilancio e ridurre di conseguenza la quota parte di avanzo applicata“. il Collegio dei Revisori dei Conti, a espresso parere favorevole all’emendamento proposto relativamente all’applicazione in entrata di 5 milioni di euro a titolo di avanzo di amministrazione disponibile per il finanziamento del fondo rischi contenzioso, ritenendolo “in linea con i suggerimenti proposti”.
Contestualmente, i Revisori hanno confermato il proprio parere negativo al Bilancio di previsione 2016/2018 in quanto viene ritenuta “prioritaria la ricognizione di tutti i programmi di spesa al fine di conoscere concretamente il valore delle economie possibili per garantire il rispetto del pareggio di bilancio”. E quindi, anche in considerazione dell’emendamento proposto, il Collegio “non è in grado di attestare la congruità e l’attendibilità delle previsioni”.
L’ultima ricognizione sul bilancio di previsione, invece, è in programma domani, sempre in commissione, alle 8.30 cioè un paio di ore prima di portare il documento in Consiglio Comunale dove alle ore 10 è in programma la seduta del Consiglio comunale chiamata a discutere il rendiconto e bilancio di previsione. E potrebbe essere anche l’ultima.
Al Comune di Taranto è arrivata una parcella legale di otto milioni e trecento mila euro dagli avvocati Angelo Bracciodieta e Ida Maria Dentamaro . I due legali hanno seguito il complicatissimo caso dei Boc e una serie di cause ad esso collegate relative al dissesto del Comune di Taranto. A rendere nota la vicenda è stato ieri mattina il consigliere comunale Dante Capriulo (Noi democratici per le città che vogliamo), durante la seduta della massima assise cittadina, nella quale rivolgendosi a Stefàno ha detto “Signor sindaco lei rischia di passare alla storia, in primo luogo perché, dopo dieci anni, non ha ancora chiuso il dissesto, ed in secondo luogo per la parcella più alta pagata a dei professionisti“.
Capriulo ha precisato di non voler entrare nel merito della fattura presentata dai due legali, considerando la delicatezza delle questioni da loro affrontate, e le cifre del dissesto nonchè l’importo oggetto dell’incarico legale, che è sicuramente in linea con il tariffario professionale. “Quello che lascia perplessi – ha aggiunto il consigliere comunale (all’opposizione) – è la leggerezza con la quale il Comune ha fatto propria la scelta del commissario Tommaso Blonda, senza informarsi preventivamente sull’ammontare delle spese legali da sostenere. Non a caso anche i revisori dei conti hanno sottolineato, in generale, l’esigenza di considerare il peso delle spese legali sulle casse dell’ente“. Il sindaco, ha risposto come sempre superficialmente che “la vicenda è ancora tutta da approfondire” dimenticando le pesanti contestazioni ricevute dalla Corte dei Conti di Puglia e dagli ispettori del Ministero dell’ Economia e Finanze sui bilanci dell’ente relativi agli anni 2010-2015.
Resta da capire se a Taranto il Sindaco Stefàno verrà ricordato per il dissesto bis o per l’ennesimo commissariamento del Comune. Succede quando si fa politica con i “dilettanti” allo sbaraglio e si cambiano continuamente assessori, nominando persino persone non elette, o mandando a casa assessori per antipatie e scontri caratteriali personali. E quando si affida un azienda municipale come l’ AMIU nelle mani di un parente acquisito che in vita sua non ha mai gestito neanche l’amministrazione di un condominio. Succede a Taranto nell’ anno di “grazia” 2016.