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4 Novembre 2024 19:01

La grande truffa dell’inesistente Stato Teocratico Antartico, scoperta a Catanzaro

Tra le persone agli arresti domiciliari compaiono l' ex generale della Guardia di Finanza, Mario Farnesi (72 anni), e un ex maresciallo dei carabinieri, Emanuele Frasca (56 anni), entrambi in pensione. Farnesi figurava come “principe” dello stato farlocco ed era in sostanza uno dei capi insieme a Damiano Bonventre, un ex commissario nel corpo militare della Croce Rossa di 71 anni che veniva indicato come “Luogotenente Generale dello Stato” di San Giorgio. Anche lui è agli arresti domiciliari. TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI

Esistenza  di un apparato organizzativo apparentemente simile, per forma e struttura, a quella degli Stati sovrani, caratterizzato da presunte istituzioni governative, simboli ufficiali e cittadini. Emissione, in apparenza, di strumenti nazionali formali come francobolli, passaporti, titoli di studio, documenti di identità, partite iva, onorificenze, titoli nobiliari. Pretesa di esercitare prerogative sovrane rise1vate esclusivamente alle nazioni autonome riconosciute a livello internazionale, quali l’immunità diplomatica, l’extra – territorialità, il potere di assoggettamento a tassazione i propri cittadini con esenzione dall’imposizione da parte degli altri Stati, la costituzione dì organismi cli vigilanza e di pubblica sicurezza e financo l’attuazione di un sedicente organo di intellgence governativa”. Sono questi i primi motivi che hanno indotto il Gip  del Tribunale di Catanzaro, Matteo Ferrante, ad accogliere le richieste della Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, e quindi firmare un’ordinanza con ben 30 misure cautelari di vario genere a carico di altrettanti soggetti, indagati nell’operazione condotta dagli uomini della Digos, agli ordini del vice questore aggiunto Antonio Caliò, della Questura di Catanzaro guidata dal questore Maurizio Agricola.

Osserva il pubblico ministero che “in cambio delle più disparate promesse di benefici economici, un numero obiettivamente impressionante di soggetti (circa 700 persone accertate al momento), sono stati indotti ad acquistare la cittadinanza del sedicente Stato antartico, versando contributi con importi variabili dai 200 euro alte migliaia di euro (in due casi è stata accertata la vendita di terreni in Antartide, con annessi titoli nobiliari, per importi superiori ai 1000,00 euro) proprio perché ammaliati dai possibili vantaggi connessi allo status di cittadini sangiorgesi; vantaggi che hanno costituito, per stessa ammissione degli acquirenti, la molla che li ha spinti ad acquistare le cittadinanze.

La sistematica attività di proselitismo per l’acquisto delle cittadinanze, posta in essere su tutto il territorio nazionale italiano, come meglio si evidenzierà in sev1ito, è stata accompagnata dalla prospettazione di vantaggi inesistenti a volte anche illeciti, quali esenzioni fiscali ed immunità extra territoriale (quest’ultima offerta anche al popolo NO Vax in questo particolare momento di pandemia) da possibili azioni esecutive poste in essere dallo Stato Italiano, possibilità di libera circolazione con i documenti “antartici” in ambito internazionale, oltre che) molto più semplicemente, possibilità di ottenere lavoro”.

L’ex generale della Fiamme Gialle in pensione Mario Farnesi , 72enne, nato a Viareggio, si era riciclato come un vero e proprio «principe» della truffa. L’ex ufficiale e la sua organizzazione erano riusciti a far credere alle persone credulone che avevano aderito allo “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio”, di aver acquistato l’isola di Koneli, in Grecia. Una truffa costata a Farnesi gli arresti domiciliari con il divieto di comunicare con l’esterno, “unica misura in grado di interrompere l’attività criminosa dell’indagato”. L’ex generale della Fiamme Gialle, lo scorso maggio era stato nominato presidente nazionale del Dipartimento “Difesa e Sicurezza” della Democrazia Cristiana italiana. Nel corso della sua precedente carriera militare era stato insignito persino dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, titolo che ci auguriamo il Quirinale vorrà annullare quanto prima.

L’elenco di accuse a carico dell’ ex-generale della Finanza è molto lungo. Secondo i giudici del Tribunale di Catanzaro, Farnesidimostrando una particolare capacità a delinquere ” era il “riferimento operativo di tutte le ramificazioni dello Stato Teocratico” e artefice del “lodo con cui è stata fittiziamente accreditata l’esistenza ed il riconoscimento dello Stato Teocratico”.

Le persone indagate vengono da diverse parti d’Italia, ma i nuclei principali della truffa sono stati individuati a Catanzaro (Calabria), Alcamo (Sicilia) e Teramo (Abruzzo). La truffa era stata costruita principalmente attraverso un sito internet, che ora è irraggiungibile, e una pagina Facebook.

Ai creduloni bastava versare dai 200 ai 1.000 euro per diventare “cittadini sangiorgesi” e quindi ottenere il rilascio di documenti falsi:  patenti di guidapassaportiattestatititoli onorificisgravi fiscali e l’inserimento in albi professionali, qualora gli iscritti fossero stati radiati o sospesi, come il medico no vax Roberto Petrella, arrestato a Catanzaro un anno fa per avere “consigliato” ad un paziente, successivamente morto, di prendere “medicine alternative” da prendere per combattere il Covid.

Per dare una parvenza di ufficialità ai documenti, la maggior parte veniva pubblicata con l’intestazione di una presunta “gazzetta ufficiale”: con questo metodo era stata pubblicata anche una “carta costituzionale” composta da 94 articoli, oltre a molte altre comunicazioni indirizzate ai presunti cittadini dello stato. Si tratta comunque di documenti piuttosto raffazzonati ed evidentemente falsi a uno sguardo un po’ attento, così come lo erano due finti giornali che lo Stato di Sangiorgio diceva di avere, e di cui pubblicava alcune pagine sui suoi canali: “La Teocrazia” e “The Antarctic Tribune”.

Non è ancora del tutto chiaro da quanto tempo andasse avanti il sistema di truffe: l’anno di fondazione dichiarato nei documenti fittizi del Sovrano Stato Antartico di San Giorgio è il 2011, ma è possibile che fosse una data inventata, mentre è certo che la pagina Facebook esiste dal 2015.

Erano 700 le persone che avevano aderito allo Stato Teocratico Antartico   i quali erano convinti che sarebbero stati considerati cittadini di una nazione indipendente, con vantaggi inaspettati. La conformazione giuridica dello Stato di San Giorgio altro non era che un “entità astratta”, da cui il nome “dd che non c’è” dato all’inchiesta che ha mandato ai domiciliari dodici persone, 11 delle quali accusate di associazione a delinquere, truffa e riciclaggio. L’organizzazione truffaldina era stata strutturata sulla falsariga del principato di Andorra. Ma più verosimilmente lo Stato di San Giorgio, che si era fatto credere fosse territorialmente in Antartide, all’estremo Polo Sud, proprio per far allontanare i sospetti, era stato concepito dagli organizzatori come una novella Isola delle Rose , la piattaforma artificiale nell’Adriatico che l’ingegnere bolognese Giorgio Rosa, nel 1968, proclamò Stato indipendente senza mai essere riconosciuta da nessun Paese al mondo.

Ma cascare o approfittare della truffa non sono stati solo ignari cittadini, ma persino almeno un paio di organismi internazionali. È il caso dell’Ecowas (Economic community of West African States, organizzazione internazionale istituita con il trattato di Lagos nel 1975) che con soddisfazione ha firmato e diffuso persino sui suoi social la firma di un accordo con lo Stato Antartico di San Giorgio. O meglio, con il suo Segretario agli affari Esteri, Benedetto Graziano, legale del foro di Foggia con un passato da avvocato d’affari a Kiev e dintorni, negli ultimi anni al lavoro per far riconoscere l’effimera nazione sangiorgese da Ossezia del Sud, Abkahzia, Transinitria e Ucraina.

Gli investigatori della Digos di Catanzaro, guidati dal dirigente Antonio Calio, è arrivata per puro caso a scoprire lo Stato di San Giorgio. Il 7 aprile del 2021 la Polizia si presentò in uno stabile di Catanzaro Lido per fare una perquisizione, dopo aver ricevuto una “soffiata” che indicava quel luogo come ritrovo di spaccio. Alla porta trovarono due distinti signori con documenti diplomatici e timbri dell’ambasciata dello Stato di San Giorgio. Inizialmente lo stupore fu enorme.

il medico no vax, Roberto Petrella

E’ arrivato così al capolinea a Catanzaro il “sistema” svelato dall’operazione “Isola che non c’è” coordinata dalla Procura di Catanzaro e condotta dalla Polizia di Stato con l’ausilio della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione e dalle Questure di Cosenza, Genova, Lucca, Perugia, Padova, Teramo e Trapani. La Digos di Catanzaro, nell’ambito delle indagini, aveva arrestato a Teramo, un medico no vax, Roberto Petrella, che assieme ad altri suoi colleghi per avere tentato di creare un albo dei medici di San Giorgio reclutando colleghi radiati o sospesi dall’albo. Il professionista si dichiarava cittadino dello Stato Teocratico Antartico di San Giorgio.

Tra le persone agli arresti domiciliari compaiono l’ ex generale della Guardia di Finanza, Mario Farnesi (72 anni), e un ex maresciallo dei carabinieri, Emanuele Frasca (56 anni), entrambi in pensione. Farnesi nato a Viareggio (Lucca) ma residente a Todi (Perugia) figurava come “principe” dello stato inesistente, con tanto di Governo, ministri, Corti giudiziarie, gazzetta ufficiale, siti internet e presidente, era in sostanza uno dei capi insieme a Damiano Bonventre, un ex commissario nel corpo militare della Croce Rossa di 71 anni che veniva indicato come “Luogotenente Generale dello Stato” di San Giorgio. Anche lui è agli arresti domiciliari.

Gli investigatori collocano Damiano Bonventre, di Alcamo (Trapani), come “capo incontestato” dell’organizzazione, il quale secondo chi indaga “è il punto di riferimento ed il centro decisionale assoluto di tutte le ramificazioni operanti nelle aree geografiche di riferimento, Catanzaro, Cosenza, Alcamo e Teramo. Egli può essere, a buon diritto, indicato come la vera ‘mente criminale’ dell’associazione, avendo intuito l’enorme potenziale che si celava dietro l’attività di truffa alla quale ha dato un alacre impulso”.

Il dirigente della Digos volle vederci chiaro e qualche settimana dopo guidò personalmente una squadra con l’intento di perquisire l’appartamento, che era arredato con salotti liberty e quadri d’autore, con tutte le caratteristiche di una sede diplomatica, anche se era ovviamente incredibile immaginarla a Catanzaro Lido. L’accurata perquisizione della Digos portò alla luce una sede clandestina per affari illeciti. La verifica della documentazione sequestrata, le intercettazione effettuate sulle utenze delle dodici persone arrestate e le decine di interrogatori disposte dal sostituto procuratore della Repubblica Saverio Sapia a cui sono stati sottoposti le persone truffate hanno dato corpo alla storia di uno Stato che non è mai esistito, se non in una fervida fantasia truffaldina.

E’ stato così scoperto che centinaia di imprenditori dichiaravano spontaneamente di aver perso i documenti per diventare “cittadini” dello Stato di San Giorgio con l’illusione di poter ottenere benefici fiscali con mirabolanti aliquote del 5%. L’inchiesta ha, inoltre, scoperto una presunta frode finanziaria pari ad almeno 400 mila euro, sarebbero stati poi oggetto di successive condotte di riciclaggio attraverso un conto estero situato in territorio maltese, ove avrebbe sede una fantomatica rappresentanza dello Stato inesistente inventato di sana pianta.

Sempre nell’ambito del procedimento – convenzionalmente denominato “L’isola che non c’è” – il gip ha riconosciuto la sussistenza della gravità indiziaria anche per i delitti di illecita fabbricazione e possesso di documenti falsi. Gli indagati avrebbero infatti adottato dei documenti di riconoscimento contraffatti (passaporti, carte d’identità diplomatiche), totalmente corrispondenti ai format internazionali, utilizzati in diverse strutture alberghiere, sul territorio nazionale ed estero, nonché nel corso di controlli di polizia, come avvenuto a Catanzaro e in alcuni aeroporti, anche per gestire traffici illeciti di sostanza stupefacente.

In almeno un caso, è emerso l’utilizzo di una patente di guida dello Stato Antartico per superare un controllo stradale di Polizia. I proventi illeciti acquisiti, quantificati in un importo superiore a 400.000 euro, sarebbero stati poi oggetto di successive condotte di riciclaggio attraverso un conto estero situato in territorio maltese, dove avrebbe sede una rappresentanza dello Stato. 

Questi i nomi degli indagati nell’ambito dell’operazione “L’isola che non c’è” in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip di Catanzaro Matteo Ferrante.

Ai domiciliari:

Damiano Bonventre, di Alcamo
Mario Farnesi, nato a Viareggio e residente a Todi
Liliya Koshuba, nata in Uzbekistan e residente ad Alcamo (TP)
Paola Dalle Luche nata a Viareggio e residente a Todi
Giuliano Sartoson, alias Giuliano Medici, di Venezia
Federico Lombardi, di Livorno
Enrico Gambini, di Teramo
Emanuele Frasca, nato a Imperia e residente a Squillace (CZ)
Lorella Cofone, di Cosenza
Nicola Pistoia, di Catanzaro
Roberto Santi di Sestri Levante (Ge)
Fabrizio Barberio, di Catanzaro (con braccialetto elettronico)

Obbligo di Presentazione alla Polizia giudiziaria 

Carmina Talarico di Cropani.

Altri indagati, senza alcuna misura cautelare:

ATTARD Charles (Carmelo) residente a Malta
BENEDETTO Graziano di Guardiagrele (Chieti)
BRUNO Domenico detto Mimmo di Tiriolo (CZ)
CASARA Manuel di Malo (VI)
CHIRCOP Philip di Malta
CIAMBRONE Luigi Tommaso, di Catanzaro
DENI Silvio, di Crotone
LACALANDRA Christian, di Luca
LAURIA Baldassare di Alcamo
MARTINO Claudio di Roma
MARTUCCI Luigi Achille di Solaro Milanese
MAZZAGLIA Anna Maria di Messina
PETRELLA Roberto di Teramo
PIATTELLI Aldo di Roma
ROTTURA Pierluigi detto Piero residente a Catanzaro
SANTI Roberto di Roma
VIVA Rocco di Ruffano (Lecce)

Sono fissati per lunedì i primi interrogatori di interrogatori di garanzia per gli indagati coinvolti nell’inchiesta “L’isola che non c’è” sui presunti appartenenti fantomatico Stato Teocratico Antartico di San Giorgio. Davanti al gip dovranno comparire due indagati attualmente sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, Emanuele Frasca, difeso dall’avvocato Lorenza Piterà, e Nicola Pistoia, difeso dall’avvocato Anselmo Mancuso, oltre che Carmina Talarico, difesa dall’avvocato Carmela Germanò, sottoposta alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Sempre lunedì è fissato davanti al gip di Trapani, per rogatoria, l’interrogatorio dell’alcamese Damiano Bonventre, considerato il capo dell’organizzazione, anche lui rappresentato dall’avvocato Anselmo Mancuso, che difende anche Lilia Kuscioba moglie di Bonventre, e Fabrizio Barberio, che si sono resi irreperibili. 

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