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28 Novembre 2024 09:43

LA GUARDASIGILLI CARTABIA CONVOCA LA SOTTOSEGRETARIA MACINA (M5S): “UNA POSIZIONE ISTITUZIONALE RICHIEDE RISERBO SULLE VICENDE GIUDIZIARIE”

"Presto questa vicenda sarà definita", assicura Gregorio Capasso, il procuratore capo di Tempio di Pausania che coordina e segue l’inchiesta a carico di Ciro Grillo, il figlio de garante dei 5 Stelle Beppe Grillo. "Non passerà molto tempo", precisa, lasciando capire che si è ormai vicini alla conclusione: e la Procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio dei 4 ragazzi e quindi il processo loro carico.

di REDAZIONE POLITICA

Il “caso Macina” ha tenuto banco per tutta la giornata politica . La sottosegretaria alla Giustizia Anna Macina, avvocata pugliese rappresentante del M5S, ha esternato e diffuso persino con un’intervista sul CORRIERE DELLA SERA, il sospetto “grillino” che Giulia Bongiorno, legale della ragazza che accusa il figlio di Grillo e gli altri tre ragazzi di averle usato violenza, avrebbe fatto a vedere al senatore Matteo Salvini, leader della Lega un video agli atti dell’inchiesta sulla triste vicenda sessuale.

l’ avvocato Giulia Bongiorno, senatore della Lega

La Bongiorno a sua volta è furibonda con la sottosegretaria grillina: “Accuse farneticanti” aggiungendo “Da immediate dimissioni”. Anticipando che “le Accuse che finiranno in tribunale, perché agirò nei suoi confronti in quanto si lancia in accuse gravissime e del tutto fantasiose contro di me” e conclude che “La sottosegretaria Macina delira e finirà in tribunale per questo“.

La Lega va all’attacco della Macina chiedendo le sue dimissioni, ma il primo a farsi sentire è  stato Enrico Costa, avvocato e responsabile Giustizia di Azione, che già alle 9 di questa mattina chiedeva le dimissioni della sottosegretaria grillina, con un tweet che subito riceve ampio consenso di like su Twitter . Scrive Costa: “La sottosegretaria M5S alla Giustizia attacca sui giornali l’avvocata della ragazza che ha denunciato il figlio del suo leader e insinua che gli atti siano diffusi dalla difesa per fini politici. La ministra Cartabia, che ha fatto del riserbo il suo stile, la cacci seduta stante”. Subito dopo la senatrice ed avvocato Bongiorno e tutta la Lega compatta risponde alla Macina con la richiesta di sue dimissioni.

la ministra della Giustizia Marta Cartabia

Costa, con un’interrogazione parlamentare, chiede alla Cartabia cosa intenda fare e se ritiene che l’intervista del suo sottosegretario Macinasia compatibile con il mantenimento delle deleghe in via Arenula“. La deputata Lucia Annibali, responsabile Giustizia del gruppo parlamentare di Italia viva, insieme al collega Gennaro Migliore, sostengono che la Macinaha violato gravemente i suoi doveri istituzionali, perché l’autorità di governo non può intimidire i difensori”. Dopo “l‘aggressione di Grillo – aggiunge Miglioreassistiamo all’aggressione contro un difensore“.

Nel primo pomeriggio è la stessa sottosegretaria Macina a rispondere agli attacchi: “Le mie parole erano, e sono, un invito a sgombrare il campo da equivoci e ambiguità su una vicenda rispetto alla quale non mi sono mai permessa di entrare nel merito ma che non deve essere politicizzata. Sono stupita dal polverone che ne è nato, da parte mia nessuna accusa ma un semplice interrogativo, sorto dopo alcune dichiarazioni a mezzo stampa del senatore Matteo Salvini. Solo la richiesta di chiarezza e trasparenza“. Accanto alla Macina si è schierato il presidente della commissione Giustizia Mario Perantoni, guarda caso anche lui esponente del M5S che le ha manifestato “solidarietà e sostegno” scrivendo: “Non vedo alcun motivo che possa giustificare gli attacchi palesemente strumentali di Costa alla sottosegretaria Macina per le domande e i dubbi del tutto legittimi che espone in un’intervista”

la sottosegretaria del Ministero Giustizia Anna Macina (M5S)

Il caso chiaramente è arrivato sul tavolo della ministra della Giustizia Marta Cartabia che ha convocato alle 18 nel suo studio al ministero, la sottosegretaria nominata in quota M5S. Il colloquio sarebbe stato abbastanza lungo con un dovuto chiarimento e la Guardasigilli ha detto alla sottosegretaria che un esponente del governo non può e non deve entrare nel merito di un’indagine giudiziaria. “Una posizione istituzionale – sono queste le parole usate dalla ministra Cartabiarichiede il massimo riserbo sulle vicende giudiziarie aperte”. Una linea di rigore, che peraltro aveva sempre ostentato con determinazione l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede che era il capodelegazione del M5S nel governo Conte bis. Ma probabilmente la sottosegretaria Macina ha delle idee diverse.

Anche l’Anm-Associazione Nazionale Magistrati, è scesa in capo a tutela dei magistrati della Procura di Tempio Pausania titolari del fascicolo d’indagine sulla vicenda giudiziaria che vede fra gli indagati con altri tre ragazzi, Ciro Grillo, figlio del fondatore di M5S, sotto inchiesta per le violenze plurime e di gruppo contro una ragazza. 

l’ avvocato barese Francesco Paolo Sisto sottosegretario alla Giustizia

Con apprezzabile stile istituzionale viene notato il silenzio del sottosegretario pugliese Francesco Paolo Sisto, anch’ egli avvocato, ex responsabile del dipartimento Giustizia di Forza Italia, il quale ha preferito non commentare le imbarazzanti dichiarazioni della sottosegretaria barese Anna Macina. Con una interrogazione parlamentare al ministro della giustizia Cartabia, è intervenuta anche Forza Italia, con l’ on. Zanettin, avvocato vicentino ed ex-consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura : “L’attacco dell’onorevole Macina all’avvocato Giulia Bongiorno, difensore della ragazza che ha denunciato Ciro Grillo, è del tutto improprio, soprattutto perché promanato da un esponente del governo, sottosegretario alla Giustizia. Chiediamo alla ministra Cartabia – conclude – di intervenire con urgenza per sanare questa grave sgrammaticatura istituzionale“.

“Presto questa vicenda sarà definita”, assicura Gregorio Capasso, il procuratore capo di Tempio di Pausania che coordina e segue l’inchiesta a carico di Ciro Grillo, il figlio de garante dei 5 Stelle Beppe Grillo. “Non passerà molto tempo”, precisa, lasciando capire che si è ormai vicini alla conclusione: e la Procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio dei 4 ragazzi e quindi il processo loro carico. Oppure l’archiviazione, ipotesi questa che sembra molto ma molto difficile in quanto gli investigatori avrebbero trovato nel telefonino del figlio di Grillo un selfie considerato particolarmente incriminante per lui. Ma non solo. Ci sono anche le intercettazioni telefoniche ed informatiche effettuate dalla Compagnia dei Carabinieri di Milano-Duomo prima delle perquisizioni e dei sequestri dei cellulari nel capoluogo ligure che comporterebbero ulteriori elementi di prova di quella folle notte di violenze sessuali del 17 luglio 2019 all’interno della villa del Guru dei grillini, a Porto Cervo.

Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, garante del M5S

Insieme a Ciro Grillo c’erano Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, tutti poco più che ventenni, indagati di violenza sessuale di gruppo per avere abusato della diciannovenne S.J. e dell’amica e coetanea R.M, “entrambe costrette prima a bere alcol”. Le famiglie delle due ragazze hanno scelto di farsi difendere dall’avvocato Giulia Bongiorno, ex-ministro nel Primo Governo Conte.

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