I finanzieri del Comando provinciale di Taranto hanno eseguito questa mattina 9 arresti cautelari, 8 dei quali finiti in carcere ed uno ai domiciliari per associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta disposti dal gip Valeria Ingenito su richiesta del sostituto procuratore Maurizio Carbone a seguito delle ulteriore indagini svolte dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza sulle tangenti e truffe che giravano in torno a Maricommi Taranto presso la base navale della Marina Militare. Questa volta ad essere stati arrestati sono stati principalmente i “corruttori” cioè degli imprenditori e commercianti tarantini ( che noi abbiamo sempre definito i “prenditori” di denaro pubblico ) che “oliavano” gli ufficiali della Marina Militare in servizio presso l’ufficio di commissariato della base navale di Chiapparo per aggiudicarsi appalti e forniture previo pagamento di tangenti.
A finire agli arresti effettuati dalla Guardia di Finanza il noto imprenditore-commerciante 61enne Giovanni Perrone , il cui fratello e socio Angelo, è noto esponente del vertice della Confcommercio di Taranto, che era già stato coinvolto nella nota inchiesta giudiziaria “Alias” condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e dalla Polizia di Stato, coordinata dal pm dr. Alessio Coccioli, che ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio per Giovanni Perrone che sarà processato a novembre.
Giovanni Perrone è contitolare delle imprese Perrone & C. e Xone srl, attive nel settore della ferramenta e da anni aggiudicatarie di forniture alla Marina Militare, aggiudicandosi sotto l’ultima “gestione Di Guardo” di Maricommi, appalti per 370mila euro.
L’ interlocutore “privilegiato” del capitano Di Guardo è Paolo Bisceglia, 52 anni, imprenditore di Milano, residente a Messina, titolare delle società Geoforin srl e Fo.Ge.In srl che risultano essersi aggiudicate molteplici appalti per un’importo complessivo di 409mila euro, grazie ad un rapporto consolidato come comprovato dalle accuse degli investigatori della Guardia di Finanza che hanno assistito e documentato alla consegna a Bari di una tangente rappresentata da un’ importante somma di denaro versata all’ufficiale della Marina Militare. Arrestato anche un tarantino Marcello Martire, 54 anni, dipendente civile del Ministero della Difesa.
Fra gli arrestati anche un sottufficiale dei Carabinieri, Paolo Cesari il quale faceva parte del gruppo di investigatori della 1a operazione dell’ Arma che portò 12 persone fra ufficiali della marina e civili, il quale avrebbe fatto delle rivelazioni di segreti d’ufficio a degli imprenditori coinvolti nel giro di tangenti.
L’arresto del maresciallo dei Carabinieri è stato disposto in quanto “in concorso con gli altri indagati, violando i suoi doveri inerenti alla sua funzione di luogotenente dei Carabinieri in servizio presso al Compagnia CC di Taranto, avvalendosi illegittimamente di notizie d’ufficio, rivelava in più occasioni, personalmente, al Capitano di Vascello Di Guardo, o per il tramite di Martire Marcello, informazioni riservate relative all’esistenza di esposti presentati nei confronti del Di Guardo presso il Comando Carabinieri di Taranto, nonchè in merito alle attività di indagine in corso da parte dell’ Autorità Giudiziaria sulla gestione degli appalti di Maricommi Taranto, al fine di procurare al Cv Di Guardo ed al Martire gli indebiti profitti patrimoniali dei delitti di corruzione“. L’arresto è stato delegato dalla Procura al Comando Provinciale di Taranto a conferma della stima e fiducia riposta dalla Magistratura nell’ Arma dei Carabinieri , che coopera attivamente con la Guardia di Finanza.
Nell’ordinanza compare anche la presenza di un poliziotto della Polizia di Stato che “avrebbe fornito informazioni“. Infatti riferendosi al luogotenente dell’ Arma, il Di Guardo parlando con la sua convivente rumena rivela che “…sta cercando di entrare piano piano, però, nessuno dei due forza, sennò riferendosi alle informazioni che sia il carabiniere che il poliziotto gli stanno fornendo e che gli saranno utili per difendersi dalle accuse“.
Arrestata anche Elena Corina Boicea la 25enne compagna-convivente rumena del capitano di vascello della Marina Militare Giovanni Di Guardo già arrestato dai finanzieri nella precedente operazione, sui cui conti correnti esteri venivano versate le tangenti incassate dal Di Guardo dagli imprenditori per aggiudicarsi le gare d’appalto “pilotate”.
Nuovo arresto cautelari anche per l’imprenditore Vitantonio Bruno, 39 anni, il quale era stato arrestato lo scorso 22 settembre scorso insieme ai suoi familiari per false fatturazioni, bancarotta fraudolenta, dichiarazioni fiscali, irregolari e truffa ai danni di enti pubblici tra i quali la Marina Militare. Insieme a lui sono finiti in carcere anche l’ex-consigliere comunale ed imprenditore Valeriano Agliata 39 anni, figlio dell’ ammiraglio Alliata, per anni ai vertici della Marina Militare a Taranto , Paolo Bisceglia, Piero Mirimao 73 anni, originario di Narni (Terni) .
Le imprese controllate dall’ Alliata, durante la direzione di Maricommi Taranto guidata dal capitano di vascello Di Guardo, risultano essersi aggiudicate appalti e commesse per un valore di quasi 2 milioni di euro.
Secondo i finanzieri, la “cricca” di imprese in contatto con il Cv Di Guardo avrebbe condizionato l’assegnazione degli appalti dalla direzione Maricommi di Taranto, estromettendo altre ditte concorrenti “al fine di assicurarsi illeciti profitti di ingente quantità per un ammontare complessivo di 4 milioni di euro” attraverso il pagamento delle mazzette, ma anche capi di abbigliamento,pranzi e cene pagati in ristoranti della città ed altri regali.
Nei prossimi giorni, il Corriere del Giorno pubblicherà integralmente a puntate tutte le ordinanze cautelari emesse dall’ Autorità Giudiziaria sulle tre operazioni su Maricommi Taranto.