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3 Luglio 2024 11:43
3 Luglio 2024 11:43

La Guardia di Finanza sequestra a Roma un patrimonio milionario per usura e truffa

L’indagine, denominata “Terza età”, aveva consentito di ricostruire una serie di prestiti a tassi usurari – tra il 90% ed il 180% annuo, con punte del 570% – erogati, per lo più, a imprenditori in gravi difficoltà economiche. Quando le vittime non effettuavano i pagamenti alle scadenze imposte scattavano le minacce.

ROMA – Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo il sequestro di beni del valore di oltre 5 milioni di euro, disposto dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

I destinatari della misura sono Mario Licenziato (classe 1947), suo figlio Mauro (classe 1981) e Elvis Hudorovich (classe 1977), tutti residenti a San Cesareo (RM), arrestati dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma nel luglio 2018 per fatti di usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni.

L’indagine, denominata “Terza età”, aveva consentito di ricostruire una serie di prestiti a tassi usurari – tra il 90% ed il 180% annuo, con punte del 570% – erogati, per lo più, a imprenditori in gravi difficoltà economiche. L’attività veniva svolta in modo continuativo e professionale: “compà voi dovete capire una cosa io, cioè io, cioè chi fa per me, che con i soldi ci lavoriamo”, diceva Mauro Licenziato in una telefonata intercettata.

Quando le vittime non effettuavano i pagamenti alle scadenze imposte scattavano le minacce. Così Mario Licenziato si rivolgeva ad una persona incaricata della riscossione: “chiama subito … gli devi dire «la cambiale non è stata pagata» … dici «che aspetti che viene Mario lì sopra e ti rompe la testa a te e a tuo figlio» … se no devo chiamare a … e lo devo mandare là, lo devo mandare a rompergli la testa”.

I proventi dell’ usura venivano poi reinvestiti in imprese operanti nei settori alberghiero, della ristorazione e del commercio di autoveicoli, intestate a familiari o “prestanome” compiacenti.

Una società, in particolare era stata costituita per gestire una casa di riposo per anziani ad Artena (RM). Il business si era rivelato talmente redditizio che Mario Licenziato si stava organizzando per aprire un’altra analoga struttura a San Cesareo.

Gli specialisti del G.I.C.O. di Roma partendo dalle risultanze dell’operazione “Terza età” , hanno svolto meticolosi accertamenti economico-patrimoniali, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, con l’obiettivo di aggredire, attraverso gli strumenti della normativa antimafia, le ricchezze illecitamente accumulate dal gruppo criminale.

In una conversazione con Pasquale Zaza, nipote del boss di camorra Michele Zaza detto “Michele o’ pazz”, Mario Licenziato, che non risulta aver mai svolto alcuna attività lavorativa, diceva: “io e te guadagniamo da un miliardo a un miliardo e mezzo l’anno”. A loro volta Mauro Licenziato e Elvis Hudorovich, con redditi dichiarati modesti o addirittura inesistenti, mantenevano un tenore di vita particolarmente agiato, costellato di ville di pregio, auto di lusso, frequenti vacanze e beni di particolare valore economico.

Sussistendo i presupposti soggettivi ed e oggettivi come la disponibilità di beni in misura sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati, e considerata la pericolosità sociale dei 3 usurai il Tribunale di Roma ha emesso un decreto di sequestro del patrimonio milionario accumulato in pochi anni, composto dalle quote societarie di maggioranza di un’impresa che gestisce una casa di riposo per anziani ad Artena, adesso affidata ad un amministratore giudiziario, 19 immobili ubicati nei comuni di San Cesareo, Palestrina e Anzio, 4 automezzi, tra cui una Porsche, 11 rapporti finanziari per circa 180.000 euro e denaro contante per quasi 230.000 euro; 5 polizze assicurative vita per circa 150.000 euro, ed 11 orologi di pregio, tra cui numerosi Rolex, nonché un lingotto d’oro e preziosi del valore complessivo di oltre 170.000 euro.

L’odierna operazione conferma il costante impegno della Procura della Repubblica, del Tribunale e della Guardia di Finanza di Roma che mirano a individuare le ricchezze illecitamente accumulate dalla criminalità, al fine di restituirle alla collettività.

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