I finanzieri del Comando Provinciale di Taranto guidato dal Colonnello Gianfranco Lucignano, a seguito della conclusioni degli accertamenti eseguiti sulla base di quanto previsto dal decreto legislativo n. 159/2011 meglio noto come “Codice antimafia’’ hanno proceduto all’esecuzione di un decreto di sequestro anticipato, emesso dalla 1a Sezione Penale del Tribunale di Taranto, di un’attività commerciale adibita a ristorante, pizzeria e bed & breakfast, ubicata sul litorale del Comune di Leporano (Taranto), di un appartamento sito nella frazione di Talsano del capoluogo, nonché di disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 450 mila euro.
L’attività è stata condotta nei confronti di Seyed Banishoeib un 61enne di origini iraniane, da tempo residente in Italia, pluripregiudicato e già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, anche sulla scorta delle numerose condanne subite, relative alla commissione dei reati di “truffa aggravata in concorso”, “contrabbando” e “traffico di sostanze stupefacenti”. In particolare, per i reati commessi sugli stupefacenti, che risalgono agli anni ’90, il soggetto ha subito condanne per complessivi 17 anni di carcere; negli ultimi anni l’iraniano era già stato indagato dalle Fiamme Gialle tarantine per diversi illeciti di contrabbando doganale, che lo vedevano come il “regista” delle varie operazioni fraudolente. Inoltre, risultava essere sempre vicino ad ambienti anche di criminalità organizzata, come è emerso negli anni nel corso delle numerose indagini che lo hanno riguardato.
Le indagini patrimoniali, eseguite dai militari del Gruppo di Taranto guidato dal Ten.Col. Domenico Mallia, nei confronti di Seyed Banishoeib e dei componenti del nucleo familiare, hanno evidenziato una sproporzione tra il loro tenore di vita, i beni ad essi riconducibili ed i redditi dichiarati dal 2004 al 2015, che per la maggioranza delle annualità sono risultati pari a zero. I locali dell’attività commerciale sequestrata, nella notte del 25 aprile scorso, sono stati anche teatro di una cruenta azione di fuoco agli arti inferiori dell’iraniano e di un altro noto pluripregiudicato tarantino, che proprio quella sera aveva terminato l’espiazione della sorveglianza speciale.