ROMA – Finanzieri del Comando Provinciale di Bari si sono presentati nei giorni scorsi negli uffici della Regione Puglia, nella sede dell’avvocatura regionale in via Gentile, per acquisire tutta la documentazione ed accertare le cause e sopratutto responsabilità e costi conseguenti ai ritardi nella realizzazione della nuova sede del consiglio regionale pugliese
Gli uomini della Guardia di Finanza hanno acquisito i documenti e fatture relativi ai ritardi nel cantiere del progetto, che venne vinto e realizzato 15 anni fa dal noto Studio Valle di Roma. Ora la magistratura potrebbe tornare ad occuparsi di quest’opera progettata nel 2002 e i cui lavori di costruzione cominciati nel 2012 non sono ancora terminati e che costerà 20 milioni di euro oltre a quanto previsto dall’appalto aggiudicato. I finanzieri hanno quindi prelevato tutte le documentazioni sui ritardi nel cantiere di via Gentile, che causano costi aggiuntivi di oltre mezzo milione di euro di locazioni passive, considerato che ogni anno la spesa ammonta a 1,5 milioni, ma sopratutto all’aumento esponenziale dei costi finali di realizzazione dell’opera, ma anche della controversa vicenda del progetto per la realizzazione della nuova sede del consiglio regionale. I costi finali sono arrivati a 60 milioni di euro e stanno subendo rallentamenti che causeranno un nuovo rinvio dell’inaugurazione.
Su quella gara si sono concentrate negli anni scorsi le indagini della magistratura, a seguito delle quali la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito nel 2013 , che la gara per la progettazione della nuova sede del Consiglio regionale era stata alterata da una turbativa d’asta.
La Regione Puglia aveva avviato una commissione di verifica che per valutare l’operato degli uffici in tutti questi anni, quindi incredibilmente la Regione indaga su se stessa, quando invece dovrebbe farlo la Corte dei Conti. Una decisione quella della Regione Puglia presa dopo che l’ impresa vincitrice dell’appalto per i lavori di costruzione ha presentato una serie di riserve, con ulteriori richieste di pagamento non previsto dal bando, per svariati milioni di euro.
Per capire meglio i retroscena di questa vicenda è bene tornare indietro alla fine del 2011, quando l’appalto viene affidato all’ Ati, associazione temporanea di imprese costituita dalle imprese Debar (dell’attuale presidente regionale di Confindustria Puglia , ing. Nicola De Bartolomeo) , dalla Monsud e Guastamacchia, impresa quest’ultima che è quella che gestisce prevalentemente la realizzazione delle opere.
Le complicazioni sono iniziate immediatamente, dopo l’apertura del cantiere. Infatti è stata necessaria una bonifica nel 2012 per rimuovere gli ordigni bellici dalla Seconda guerra mondiale ritrovati nel terreno . Contestualmente si sono susseguiti tre Rup (cioè il responsabile unico del procedimento) sul cantiere , mentre il progetto originario dello Studio Valle è stato modificato con quattro varianti. Modifiche queste che conseguentemente hanno ritardato e rallentato i lavori. L’ex presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna, nel 2015 in campagna elettorale prometteva la chiusura del cantiere al massimo entro giugno del 2016. Promesse elettorali. Alla presidenza della Regione Puglia venne eletto Michele Emiliano ed alla presidenza del consiglio regionale Mario Loizzo che nell’estate del 2016 scoprì i gravi ritardi, ed anche lui si avventurò nelle solite promesse politiche: il nuovo consiglio sarà consegnato a fine 2017.
I nuovi lavori però hanno fatto aumentare i costi. Inizialmente l’impresa aveva presentato riserve per 24 milioni di euro, “ma credo che alla fine il conto sarà meno della metà” dice Loizzo. Eliminata la fontana che avrebbe dovuto essere collocata al centro del fabbricato, al cui posto dovrebbe essere realizzato un anfiteatro da 250 posti. Mentre nel 2012 la spesa totale prevista era di 40 milioni di euro, e alla fine del 2015 era lievitata a 50 milioni, adesso l’impresa Guastamacchia ritiene che la spesa finale dovrebbe aggirarsi sui 60 milioni di euro cioè il 50% in più di quanto previsto all’aggiudicazione dell’appalto, prevedendo la fine dei lavori a giugno 2018 . Costi aggiuntivi a cui bisogna aggiungere anche le ulteriori spese per l’affitto che la Regione paga per essere “ospitata” negli attuali uffici di via Capruzzi.
Costi a carico dei contribuenti pugliesi, a cui bisogna aggiungere anche il risarcimento danni da 18 milioni di euro richiesto dallo studio d’ingegneria di Michele Cutolo, arrivato quarto nella gara d’appalto per la progettazione del nuovo consiglio, sul quale come dicevamo la Cassazione ha accertato la turbativa d’asta. Ed ancora da quantificare i costi della manutenzione della nuovo prossima sede del Consiglio Regionale, in particolare della pulizia di oltre 15mila metri quadrati di vetrate. Quanto costerà tenerle pulite ?
Vetrate su cui il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo sembra arrampicarsi…sin d’ora. “Avevamo programmato il trasferimento degli uffici dalla vecchia sede di via Capruzzi a via Gentile, nel periodo di pausa natalizia – ha dichiarato il presidente Loizzo che da tempo sta cercando a ridurre i tempi morti per la consegna del palazzo – ma temo che non riusciremo a farlo prima della prossima Pasqua. Intanto per accelerare i lavori, il consiglio regionale proverà a gestire direttamente l’appalto per il mobilio“.
I motivi del nuovo ritardo del completamento dei lavori sono molteplici. Compresi alcuni contrasti sull’andamento dei lavori, persino fra gli stessi dirigenti regionali che hanno portato alla nascita dell’inchiesta interna negli uffici regionali in relazione al nuovo aumento dei costi dell’opera, prospettato dall’impresa Guastamacchia il cui amministratore unico Gioacchino Guastamacchia così giustifica : “Abbiamo dovuto inserire nuovi parcheggi , in più sono state progettate anche le stanze per i capigruppo che prima non erano previste“.
Ma in realtà soltanto il primo piano del palazzo è praticamente finito.