ROMA – Il “magistrato” Michele Emiliano ancora una volta manifesta la sua predilizione per l’illegalità, e lo dimostra con la nomina ad assessore del massafrese Michele Mazzarano, un suo “fedelissimo”, salvatosi da una condanna pressochè certa grazie all’intervenuta prescrizione del reato, alla quale il politicante di Massafra non ha saputo fare a meno. I fatti risalgono al 2008 quando Mazzarano, originario di Massafra (Taranto), era vicesegretario regionale del partito. La vicenda riguarda i diecimila euro che Gianpaolo Tarantini (il noto “Gianpi” che procurava le escort a Berlusconi) aveva consegnato nell’aprile 2008 a Michele Mazzarano, per pagare il concerto di Eugenio Bennato in occasione dell’evento di chiusura della campagna elettorale del Pd a Massafra per le elezioni politiche.
Il gup del Tribunale di Bari Sergio Di Paola a settembre del 2014 decise per il rinvio a giudizio di Mazzarano ed il il processo a suo carico nei confronti di Michele Mazzarano consigliere regionale pugliese del Pd, e dell’imprenditore (fallito) Gianpaolo Tarantini, entrambi accusati di illecito finanziamento ai partiti, iniziò tre mesi dopo, cioè 9 dicembre 2014. Mazzarano venne inoltre rinviato a giudizio anche per un episodio di millantato credito , mentre sempre per un altro millantato credito, il Giudice si dichiarò incompetente e dispose l’invio degli atti riguardati il politicante massafrese alla Procura della Repubblica di Taranto.
La “verginella” Mazzarano, come il Corriere del Giorno aveva già raccontato (leggi QUI), a suo tempo si stracciava le vesti atteggiandosi a “perseguitato” dichiarando: “Nel processo tali accuse si scioglieranno come neve al sole. Rimane l’agonia mia e delle persone a me più care per questi lunghi cinque anni di vera e propria via crucis. Quando la giustizia agisce così, rovina la vita delle persone oneste“, aggiungendo “Dopo due anni di indagini e altrettanti di udienza preliminare – spiega Mazzarano – finalmente un giudice di merito potrà raccogliere la prove che confermeranno la mia correttezza e la mia totale innocenza. Rimane l’agonia mia e delle persone a me più care per questi lunghi cinque anni di vera e propria via crucis. Quando la giustizia agisce così, rovina la vita delle persone oneste“. Peccato che il “giudice di merito” abbia potuto soltanto applicare l’intervenuta prescrizione, e Mazzarano si sia salvato, da una condanna pressochè certa !
Emiliano ha così premiato la “fedeltà” di Mazzarano, eletto alle ultime regionali, grazie ai voti ricevuti a Taranto in “dote” dal gruppo dell’ on. Michele Pelillo (recentemente passato anch’egli con Emiliano) alle ultime elezioni regionali, senza dei quali non sarebbe mai stato eletto. La limitata forza (o meglio) debolezza elettorale di Mazzarano si è manifestata successivamente alle amministrative comunali del 2016 quando nel suo comune, a Massafra, la lista del Pd ha conseguito un’ottimo risultato….: il 7% dei voti. Il peggior risultato del partito democratico in tutt’ Italia.
Bisogna riconoscere all'”accoppiata” Emiliano-Mazzarano il primato dell’incoerenza. Infatti fino all’ anno scorso Mazzarano si auto-proclamava “seguace” a livello nazionale di Roberto Speranza (all’epoca dei fatti ancora nel Pd n.d.r.) , alleato di Pelillo (all’epoca dei fatti “renziano” ) a Taranto, e con Emiliano a Bari. Ed infatti in occasione dell’ultima campagna referendaria, Mazzarano aveva provato a sostenere l’iniziativa referendiaria per il “Si” di Matteo Renzi, organizzando una manifestazione pubblica a Massafra invitando ad un dibattito il Ministro Claudio De Vincenti (un “renziano” di ferro) che invece Emiliano ha osteggiato aderendo al “No” !
Ciliegina sulla torta l’adesione di Mazzarano “last minute” alla corrente di Emiliano, a cui nel frattempo il “politicante” di Massafra. nella sua precedente veste di capogruppo in consiglio regionale, aveva assunto al gruppo del Pd alla Regione Puglia,Gianni Paulicelli l’autista-ombra-amico di Michele Emiliano ed un amico di suo fratello, un giornalista barese, Michele Mascellaro noto alle vicende per il suo coinvolgimento nelle vicende dell’inchiesta giudiziaria “Ambiente svenduto” , dove si era venduto giornalisticamente alle “operazioni” di Girolamo Archinà il noto “corruttore” alle dipendenze dell’ ILVA sotto la gestione della famiglia Riva.
Mascellaro all’epoca dei fatti era direttore del quotidiano pugliese Taranto Buona Sera venne “inquisito” dal Consiglio di Disciplina dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia, dove non si è mai presentato dinnanzi al “fantomatico” inutile consiglio disciplinare , ed infatti, incredibilmente non ha ricevuto alcuna sanzione disciplinare nonostante i gravi episodi di corruzione giornalistica che lo riguardavano. Successivamente Mascellaro pur lavorando al gruppo consiliare del Pd alla Regione Puglia, è rimasto alle dipendenze della cooperativa Sparta che edita il quotidiano tarantino (ora diretto da Enzo Ferrari) violando anche in questo caso il Codice deontologico dell’ Ordine dei Giornalisti.
Una vicenda questa di cui si occuperanno a breve la Procura di Bari e la Direzione Generale Affari Civili del Ministero di Giustizia. Avrà Emiliano il coraggio di parlare di “legalità” dei suoi assessori, dinnanzi al Csm ? Siamo proprio curiosi…..