di Antonello de Gennaro
Ancora una volta titoli sui giornali che inneggiano alle manette facili rappresentano in maniera poco obiettiva le scelte delle Procure, sopratutto quando la dialettica processuale si svolge per fortuna nelle aule di giustizia, e non nelle conferenze stampa con mostrine luccicanti e sorrisi in favore delle telecamere, o peggio nelle anticamere dei pubblici ministeri.
Così ancora una volta il corso della giustizia ha smentito le tesi accusatorie del sostituto procuratore della Repubblica di Taranto, Rosalba Lopalco amplificate dal solito Mimmo Mazza il cronista giudiziario della redazione tarantina de La Gazzetta del Mezzogiorno, il quale ha dimostrato di non conoscere molto bene la Legge e la deontologia professionale giornalistica.
Il cronista così scriveva e titolava : “La maestra va arrestata – Il Tribunale dell’ appello accoglie il ricorso del pubblico ministero” . Basta leggere quanto scritto dal giornale barese, per rendersi conto di come alcuni giornali e giornalisti cerchino il titolo ad effetto, sbattendo il cosiddetto mostro in prima pagina , dimenticando e calpestando persine le norme previste dalla deontologia giornalistica, figuriamoci il doveroso rispetto per la presunzione d’innocenza.
E’ questo “connubio” giornalismo-magistratura che disturba a nostro parere il corso della giustizia. Resta da capire come abbia fatto il giornalista a pubblicare quanto vietato dalla Legge, in quanto non si erano ancora concluse le indagini preliminari di quel procedimento con eventuale deposito di avviso di conclusione delle indagini o di richiesta di rinvio a giudizio, e come mai la Procura tarantina così attenta in altri casi a tutelare il segreto istruttorio, in questo caso abbia chiuso gli occhi. Così come resta da chiedersi come mai siano state richieste dal Tribunale di Taranto alcune centinaia di migliaia di euro alla difesa per poter avere i 3 mesi di video girati nella classe dalla Polizia di Stato, che i difensori di fatto non hanno mai potuto visionare. E questo il rispetto per il diritto alla difesa ?
Ma andiamo a rivedere i fatti. Una maestra di 59 anni, era finita in manette lo scorso 6 maggio, venendo arrestata dai poliziotti della Squadra Mobile di Taranto che avevano installato delle telecamere nell’aula dove insegnava la maestra tarantina. La Gazzetta del Mezzogiorno scrisse che i filmati audio-video, secondo gli investigatori, avevano “consentito di accertare i maltrattamenti psico-fisici subiti dai piccoli alunni. In particolare l’arrestata sgridava, umiliava e mortificava i bambini, giungendo persino a percuoterli, a volta con mani nude e a volte con libri e quaderni sulla nuca, sul viso e sulle mani”.
La maestra, assistita dagli avvocati Massimo Tarquinio del foro di Taranto (a sinistra nella foto) e Giuseppe Campanelli del foro di Roma ha depositato a suo tempo una memoria difensiva, contenente numerosi messaggi tramite Whatsapp, sms, e mail di solidarietà da parte di colleghi, ex alunni e genitori dei propri alunni.
E’ bene ricordare quello che gli altri giornali non raccontano, e cioè che le indagini partirono a seguito della denuncia presentata dalle famiglie di solo 3 degli studenti (su una classe di 15 alunni), nonostante corresse voce fra i genitori degli altri studenti, di presunte pressioni ricevute per unirsi nelle denunce allo scopo evidente di aggravare la posizione processuale della maestra.
La maestra venne “liberata” tre giorni dopo, grazie al buon senso di una giustizia “garantista” applicata dal Gip del Tribunale di Taranto dr. Giuseppe Tommasino, così come molte delle motivazioni addotte dal pm dinnanzi al Tribunale del Riesame erano state respinte dal collegio giudicante, che ha accolto soltanto la sussistenza delle esigenze cautelari.
Sa di incredibile in questa vicenda giudiziaria, la circostanza che i decreti autorizzativi del Gip alle intercettazioni ambientali della Polizia di Stato non sono stati rinvenuti e non sono stati sinora messi a disposizione dei difensori della maestra
Ma davanti alla richiesta di un provvedimento restrittivo a 2 giorni dagli scrutini scolastici, quindi alla fine dell’ anno di studi, tale provvedimento è stato “resettato” dalla 6a sezione della Corte di Cassazione che lo scorso 4 novembre ha di fatto disposto l’annullamento di arresti cautelari richiesti dal Pm Rosalba Lo Palco e condivisi dal Tribunale Riesame, ed il rinvio per un nuovo giudizio dinnanzi al Tribunale di Taranto. Il collegio di difesa è in attesa delle motivazioni per difendere l’innocenza della maestra.
In conclusione cari lettori scrivendo questo articolo su questa vicenda, ho rivisto e rivissuto la mia personale vicenda processuale, che guarda caso coinvolgeva lo stesso pubblico ministero Lopalco (affiancata dalla collega Giovanna Cannarile) le quali lo scorso luglio avevano chiesto il mio arresto, e sapete perchè ? Per aver a loro dire “violato la misura interdittiva della professione” pubblicando la notizia di una mia assoluzione con formula piena dinnanzi al Tribunale Penale di Roma, sostenendo di averlo scritto su Facebook e su questo quotidiano online”in prima persona” (confondendola in realtà con la terza persona !) , dove a loro dire non scrive nessuno al di fuori del sottoscritto ! Accuse queste delle due pm della Procura di Taranto, nei miei confronti che abbiamo smontato DOCUMENTALMENTE !
Un provvedimento interdittivo peraltro annullato dal Tribunale del Riesame di Taranto , decisione confermata dalla Suprema Corte di Cassazione che ha ritenuto “TOTALMENTE INAMISSIBILE” il ricorso depositato dalla Procura di Taranto, che ha fatto l’ennesima “figuraccia”. Solo “follia” giudiziaria o abusi ? Presto qualcuno lo deciderà.
Nel mio caso è stato proprio lo stesso Giudice dr. Michele Petrangelo del Tribunale del Riesame di Taranto ed il Gup dr.ssa Gilli ad annullare i provvedimenti coercitivi nei miei confronti richiesti dalle due pm (dr.ssa Giovanna Cannarile e dr.ssa Rosalba Lopalco). Ed anche in quel caso è stata sempre la Corte di Cassazione (5a sezione) ad annullare la voglia di arresto “facile” del sottoscritto richiesta dai magistrati della Procura tarantina. Oggi quanto accaduto recentemente per la vicina Procura di Trani ed in passato nella vicenda del pm tarantino De Giorgio, dovrebbe essere d’ insegnamento e far riflettere più di qualcuno negli uffici della procura tarantina a Palazzo di Giustizia.
Ma di tutto questo posso garantirvelo, torneremo molto presto a parlarne, informandovi sulle attività del Csm, dell’ Ispettorato del Ministero di Giustizia e della Procura di Potenza. a seguito delle mie legittime conseguenti iniziative di tutela previste e consentite dalla Legge. La Legge è bene ricordarlo sempre è, e deve essere, sempre uguale per tutti, e sopratutto va amministrata in nome del popolo italiano, e non di qualche “paesano” nei tratturi di campagna….