La “spedizione” degli imprenditori tarantini nella Capitale, organizzata e guidata da Enzo Cesareo il presidente dell’ associazione degli industriali di Taranto e provincia è stata di fatto inutile. Nessun incontro a Palazzo Chigi con il premier e tantomeno con il sottosegretario Delrio. Solo un inconcludente incontro con il ministro dell’ economia Federica Guidi che, “non ci ha rassicurato sul nostro futuro – ha detto Cesareo – al momento non abbiamo nessuna garanzia sui pagamenti e nessuna garanzia che i fornitori di Taranto saranno inseriti fra i creditori strategici dell’ILVA. Inoltre, appena si è diffusa la notizia del passaggio dell’ ILVA in amministrazione straordinaria le banche stanno procedendo a mettere a rientro i nostri associati“.
Al termine dell’incontro con Cesareo ed una delegazione delle aziende dell’indotto siderurgico tarantino, il ministro Guidi aveva manifestato (a parole…) con una nota “la massima disponibilità a tutelare i crediti maturati dalle aziende dell’indotto attraverso tutte le forme che potranno essere attuate“.
“Noi e i nostri lavoratori abbiamo passato un cattivo Natale, mentre i dipendenti dell’ ILVA hanno persino avuto il premio di produzione. Spero che non si vogliano fare lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Come aziende di serie A e di serie B” ha detto ancora Cesareo.
Una Confindustria allo sbando quella tarantina, che non trova alcuna sponda nei partiti della maggioranza governativa e tantomeno dell’opposizione, come i fatti dimostrano. Infatti, dopo la precedente manifestazione a Taranto, e la “scampagnata” romana, l’attivismo ed esposizione mediatica del vertice dell’associazione imprenditoriale, sono stati vanificati da una evidente crisi di rappresentanza e rapporti istituzionali. Scrivere lettere a destra e sinistra non basta…
I SINDACATI
“Fim Fiom e Uilm di Taranto – in una nota preannunciano una mobilitazione – a fronte della drammatica situazione dei lavoratori degli appalti e indottoILVA che stanno già subendo le conseguenze della decisione delle imprese di sospendere le attività lavorative nello stabilimento, proclamano lo stato di agitazione negli appalti e una giornata di mobilitazione per domani 21 gennaio con presidio alla portineria imprese alle ore 7 da dove partirà un corteo verso la Prefettura. Chiediamo tutele e protezione per tutti i lavoratori del sistema degli appalti – aggiungono i delegati Fim, Fiom e Uilm di Taranto – e in tal senso chiamiamo in causa il Governo nazionale affinché individui gli strumenti necessari”.
Secondo i sindacati, “il decreto per Taranto e ILVA va modificato in parti fondamentali quali la garanzia occupazionale per tutti i lavoratori dell’ILVA e degli appalti, risorse certe per realizzare il risanamento ambientale, certezze nei tempi e nelle forme per la nascita della nuova società ILVA, quale condizione per rendere concreto il percorso, al momento virtuale, che l’intervento pubblico ha avviato”.
“Si avvia quindi una mobilitazione – conclude la nota dei sindacati – che, a partire da domani negli appalti, a seconda dell’evolversi delle decisioni nazionali, deciderà possibili ulteriori iniziative che includano anche i lavoratori diretti dello stabilimento ILVA qualora sulle modifiche da apportare al decreto non vi fossero le risposte che a Taranto si attendono. La vertenza ILVA è di portata nazionale poiché sono in gioco il destino del tessuto industriale del territorio e l’intero settore siderurgico del Paese“.