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22 Luglio 2024 07:04
22 Luglio 2024 07:04

LA MODA VIVE UNA REALTA’ VIRTUALE SENZA TEMPO

La dematerializzazione pare stia diventando un vero e proprio business di successo. Gli ultimi casi arrivano dall’industria creativa della moda con l’utilizzo delle nuove tecnologie, ma soprattutto con l’espansione nel settore del gaming.

di FRANCESCA LAURI

Il virtuale sta invadendo la nostra vita: è un dato di fatto. Se nel 1985, Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, si chiedeva quale fosse la corretta visione del mondo, oggi la stessa domanda potremmo farla noi che ci troviamo lo schermo, come nostra nuova dimensione e il virtuale è diventato più reale che mai.  L’assuefazione alla fruizione online in ogni aspetto delle nostre esistenze non riguarda solo il boom dell’e-commerce pandemico ma anche la corsa verso prodotti digitali: il 2021 sarà ricordato probabilmente anche per le grandi vendite di risorse digitali sotto forma di token non fungibili (NFT) e per l’aumento dei giochi online.

Solo per citare casi recentissimi, mentre il mondo dell’arte impazza alla notizia del record d’asta di una opera digitale di crypto art venduta da Christie’s per quasi 70 milioni di dollari, una cifra da primato che fa del suo autore Mike Winkelmann il terzo artista vivente più valutato del mondo dopo Jeff Koons e David Hockney, l’industria creativa della moda fa guadagnare sempre più popolarità alla gamification. L’acquirente ancora anonimo ha poi finito per pagare 69,3 milioni di dollari compresi i diritti d’asta per “The Last 5000 Days”, un monumentale file JPG di Beeple, (il nome vero è Mike Winkelmann), un 39enne illustratore del Wisconsin che si è costruito milioni di seguaci sui social grazie a progetti commerciali per pop star come Justin Bieber e marchi come Louis Vuitton e Nike.

E’ di qualche giorno fa la notizia delle nuove sneakers digitali di Gucci disegnate dal direttore creativo della maison Alessandro Michele in collaborazione con la società di fashion-tech Wanna: si chiamano Gucci Virtual 25, si acquistano dall’app di Gucci a 11,99 dollari (circa 10 euro) o su quella di Wanna a 8,99 dollari e si indossano solamente sui social o sulle piattaforme di gaming come Roblox.

Per Wanna si tratta del primo prodotto digitale originale ma come ha dichiarato a Business of Fashion il suo co-fondatore e CEO Sergey Arkhangelskiy: “In cinque o magari circa dieci anni i prodotti digitali diventeranno una parte relativamente grande degli introiti dei marchi di moda. Il nostro obiettivo in quanto azienda è quello di sostituire effettivamente le foto dei prodotti con qualcosa di molto più coinvolgente e più affine all’idea di shopping offline”.

Più recente la notizia che la maison britannica Burberry ha consolidato ulteriormente il suo legame con Tencent, iniziato nel 2020, griffando due skin esclusive per il gioco mobile Tencent. “Sono onorato di aver lavorato con Honor of kings e di aver portato la maison Burberry in questo incredibile universo! Yao rappresenta lo spirito della natura, è una protettrice” ha commentato il designer Riccardo Tisci su Instagram, postando una foto che ritrae l’eroina con addosso il trench della maison, aggiungendo “Il potere della creatività può aprire spazi e abbattere le barriere. Le due skins hanno portato i codici della maison in un universo immersivo“.

La storia dell’eroina Yao, rappresentazione delle riflessioni orientali di Honor of kings sulla relazione simbiotica tra esseri umani e natura, coincide armoniosamente con l’esplorazione di Burberry sullo stesso argomento. La combinazione dei concetti creativi orientali e occidentali è la base di questa collaborazione. Guardando al futuro, speriamo che le nostre opere co-create possano sorprendere e deliziare un grande numero di utenti“, ha spiegato Colin Yao, vice presidente di Tencent e presidente di Timi Studios. Il brand, in collaborazione con Elle Digital Japan, ha anche creato una replica virtuale interattiva del proprio flagship di Ginza (Tokyo) all’interno del quale i clienti potranno muoversi per vedere e acquistare la collezione P/E 2021.

La moda sta vivendo in una realtà’ virtuale parallela senza tempo e la storia che è in grado di produrre, innesca uno stato emotivo con lo spettatore, costruisce un meccanismo sincronico fra chi fruisce il game e il game stesso. Tutto questo consente di migliorare lo storytelling di un marchio, ripensando in modo creativo la sua identità in modo sostenibile ma di certo nulla può sostituire l’emozione delle sfilate dal vivo. Anche se non è detta l’ultima e può accadere come in un episodio di “Black Mirror“, la serie televisiva in cui il progredire di nuove tecnologie destabilizza la società e i sentimenti umani. Ma speriamo abbia un finale diverso.

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