Confermata dai legali l’intesa raggiunta sui fondi bloccati in Svizzera a seguito dei quali il Gruppo RIVA ritirerà le cause civile intraprese contro lo Stato Italiano per circa 2,5 miliardi . L’accordo con i Riva ricompone il contenzioso in corso con la procura di Milano, attraverso il rientro dei soldi da tempo sequestrati alla famiglia e oggi di fatto bloccati in Svizzera. Anche la famiglia Riva dichiara il raggiungimento dell’ intesa: “Confermiamo l’esistenza di un accordo e che è stato chiuso per un valore di circa 1,3 miliardi che sana i contrasti con le autorità e permette di costruire il futuro”. L’accordo annunciato dal premier Renzi deve ancora essere perfezionato in quanto mancano i pronunciamenti formali della Procura di Milano e il via libera delle Autorità giudiziarie elvetica) ma l’intesa raggiunta rimuove e sblocca di fatto la somma da tempo sequestrata ai Riva dalla magistratura milanese e congelata in Svizzera.
In queste settimane, come riferito anche dal presidente della Commissione Industria in Senato, Massimo Mucchetti, le parti si erano avvicinate, e stavano lavorando per un accordo transattivo sul contenzioso in corso che comprende le vicende giudiziarie del gruppo Riva che, una volta definiti i dettagli dell’intesa da sottoscrivere, consentirà il trasferimento all’ ILVA dei fondi fermi sotto sequestro da anni presso la Banca UBS in Svizzera su provvedimento della Procura di Milano nell’ambito di un procedimento in cui è stato contestato ai fratelli Adriano ed Emilio Riva quest’ultimo deceduto per tumore nel 2014 dei reati commessi di natura fiscale e valutaria.
E’ previsto che la famiglia Riva, oltre a versare 1,3 miliardi, rinunci al contenzioso contro lo Stato italiano, che di fatto ha espropriato ILVA alla famiglia Riva, ponendola ad amministrazione straordinaria dopo averla inizialmente commissariata . A sua volta Ilva che da quasi due anni è appunto in amministrazione straordinaria rinuncerà ad almeno due cause contro i Riva del valore di oltre 2,5 miliardi. Importo questo che rappresenta il valore (risarcitorio) di causa richiesto dagli avvocati ma sinora mai accertato dal tribunale competente
L’accordo raggiunto agevola la richiesta di patteggiamento delle società Riva Fire e Riva Forni, entrambe imputate nei procedimenti fallimentari in corso a Milano e nel processo ‘Ambiente svenduto’ sul disastro ambientale causato dall’Ilva a Taranto. In parallelo il procuratore tarantino Carlo Maria Capristo ha raggiunto in grande silenzio un’intesa con Corrado Carrubba, Enrico Laghi, e Piero Gnudi, i tre commissari straordinari dell’Ilva, che prevede il patteggiamento dell’ ILVA in amministrazione straordinaria nel processo ‘Ambiente svenduto’ in corso con una sanzione pecuniaria 3 milioni di euro ed una confisca di 241 milioni di euro (soldi che incasserà chiaramente lo Stato) ritenuto il profitto dei reati contestati nel processo in questione. Accordo che dovrà ricevere in queste ore il necessario via libera preventivo dal comitato di sorveglianza secondo quanto indicato nella legge che dispose il commissariamento dell’azienda, e che verrà presentato alla corte d’assise nella prossima udienza del processo “Ambiente svenduto”,che si terrà il prossimo 6 dicembre.
La vendita ai privati di ILVA in amministrazione straordinaria dovrebbe avvenire e completarsi entro il prossimo gennaio 2017 .”Sull’Ilva stiamo investimento tanto come Governo – ha ribadito ieri il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda – abbiamo un processo di gara che è aperto e mette al centro, prima dell’assegnazione, il piano ambientale” .Attualmente sono due le cordate che si contendono l’acquisizione : AcciaItalia (che riunisce Cassa Depositi e Prestiti, il gruppo Arvedi, la finanziaria di investimenti e partecipazioni Delfin di Leonardo Del Vecchio (Luxottica) e l’indiana Jindal south west che ha recentemente raggiunto un accordo per entrare nella compagine azionaria, la cui negoziazione è stata seguita da Clifford Chance, Bonelli Erede e dallo Studio Mazzoni Regoli Cariello Pagni) , che si avvale di Mediobanca e l’americana Citi (Citibank) come advisor finanziari, e quella dell’accoppiata composta dalla società franco-indiana ArcelorMittal ed il gruppo Marcegaglia.
L’intesa Gruppo Riva-Ilva in amministrazione straordinaria incrementa il valore agli occhi dei candidati all’acquisizione e quindi aumenta l’interesse sul gruppo siderurgico . Come anche i nuovi dati economici positivi che si profila nei conti: infatti a seguito dell’aumento del prezzo dell’acciaio e della ripresa produttiva, l’ILVA si appresta a invertire il trend che la vedeva in passato produrre in perdita. L’ Ilva in amministrazione straordinaria prevede di chiudere i conti del 2016 con un Ebitda in ripresa rispetto a quelli del 2015 che segnava un rosso di 546 milioni, ed un incremento della una produzione di 5,9 milioni di tonnellate d’acciaio quindi superiore ai 4,7 milioni prodotti del 2015.
Calcolando gli 800 milioni previsti dal decreto legge Ilva del dicembre 2015 (in due tranche, la prima nel 2016 , la seconda nel 2017), ammontano ad oltre 2 miliardi le risorse destinate dal Governo al risanamento ambientale. A questi soldi infatti vanno aggiunti altri 800 milioni del Cis, il contratto istituzionale di sviluppo, a beneficio della città. Un importo sostanzioso che dovrebbe rendere più agevole il compito di commissari, del Governo e dei futuri aggiudicatari .