ROMA – La Polizia di Stato di Taranto, con il coordinamento del pm Giuseppe De Nozza della Procura della Repubblica- Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Lecce, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP dr. Marcello Rizzo del Tribunale salentino, nei confronti di 16 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse.
Le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile hanno preso avvio a seguito di alcuni sequestri di stupefacenti a carico di giovanissimi, in particolare studenti di scuola superiore – ai quali la sostanza veniva ceduta anche in prossimità degli istituti scolastici.
La sfera di influenza del sodalizio varcava i confini del capoluogo interessando anche comuni limitrofi ove operavano articolazioni che reggevano le fila dello spaccio avvalendosi della copertura di attività commerciali e di circoli ricreativi adibiti, questi ultimi, anche a centri per l’ esercizio abusivo dell’attività di giuoco e scommesse
I poliziotti, seguendo le tracce lasciate dal gruppo, sono riusciti a risalire ai loro fornitori, giovanissimi pusher che, a dispetto dell’età, si dimostrano in grado di movimentare consistenti quantitativi di droga. La “clientela” era costituita, prevalentemente, da studenti di scuola superiore ai quali la sostanza veniva ceduta anche in prossimità degli istituti scolastici, all’orario di entrata e di uscita.
I pusher, da quel momento attentamente monitorati, hanno di fatto condotto gli agenti alla fonte di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti: il complesso edilizio denominato “Beni Stabili”, in
particolare gli edifici ubicati in via Plinio a Taranto, noti per essere stati interessati, nel corso del tempo, da numerose attività di polizia giudiziaria e per essere stati trasformati in un impenetrabile bunker, punto di riferimento sicuro per i consumatori di stupefacenti.
La morfologia urbanistica dei luoghi, caratterizzati dalla presenza di edifici disposti a ferro di cavallo con affaccio su un cortile pertinenziale, e il contesto ad elevata densità criminale hanno reso necessario il ricorso a più sofisticate tecniche di indagine, portando alla luce l’esistenza di un sodalizio criminale avente la sua base logistica negli appartamenti degli stabili di via Plinio. Diversi i nuclei familiari che tengono le fila dell’associazione.
Accanto a loro, una fitta rete di sodali, incaricati di presidiare la zona di spaccio e effettuare le consegne al minuto o il trasporto dello stupefacente.
Impressionante la capacità organizzativa del gruppo, in grado non solo di soddisfare le richieste degli assuntori che si presentano a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma anche di inondare di sostanza stupefacente le piazze del capoluogo. Numerosi, infatti, sono i pusher, operanti come singole cellule sparse su tutto il territorio cittadino, che si approvvigionano dal gruppo, come emerge da un “libro mastro” sequestrato a casa di uno degli arrestati nel corso delle numerose attività di riscontro effettuate nel corso delle indagini.
All’interno del “libro mastro” un vero e proprio registro, appunti manoscritti giornalieri con l’indicazione di pusher, conteggi di denaro e quantità di sostanza. Importanti gli introiti dell’organizzazione, come testimoniato dai sequestri di ingenti somme di denaro effettuati nel corso di attività di polizia giudiziaria. Sono stati trovati infatti e sequestrati più di 40.000 euro in contanti nella disponibilità del gruppo, ritenuti provento del traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Ben superiori alla capacità organizzativa erano la spregiudicatezza con cui il sodalizio operava sul territorio per consolidare ed affermare la propria forza e il proprio predominio, comprovata dal sequestro di numerose armi clandestine e munizioni, e la violenza cui fa ricorso per esigere il pagamento dei debiti di droga. L’intreccio dei rapporti illeciti tessuti dal sodalizio, ha condotto gli investigatori fuori dai confini del capoluogo, a Martina Franca, ove è stato accertato il collegamento con un’ulteriore associazione criminale dedita sempre al traffico di sostanze stupefacenti. A capo della propaggine martinese, un noto imprenditore nel settore della ristorazione.
Articolata, anche in questo caso, l’organizzazione del gruppo che conta su fornitori affidabili e su soggetti incaricati dello spaccio al dettaglio che, sovente, operano presso un circolo ricreativo cittadino. Il modus operandi per lo smercio della droga seguito dal gruppo è improntato alla massima
cautela, prevedendo una serie di contatti e di passaggi intermedi finalizzati a disorientare e a vanificare eventuali attività di osservazione e di appostamento. Frequente, in particolare, il ricorso all’escamotage di occultare lo stupefacente in luogo che viene comunicato telefonicamente
all’assuntore dopo che questi ha effettuato il pagamento della dose.
Ma l’attività tecnica, avviata anche in questo caso per seguire i movimenti del gruppo, consente di accertare l’esistenza di un ulteriore sodalizio, contiguo al primo, dedito all’esercizio abusivo dell’attività di giuoco e scommesse. Sempre nei locali ove avveniva l’attività di spaccio, infatti, erano presenti dei terminali collegati a piattaforme illegali per il gioco online. L’attività illecita è organizzata secondo una struttura
piramidale, ordinata per livelli gerarchici, operativa su piattaforme informatiche che consentono il gioco su siti non autorizzati dall’Amministrazione per i Monopoli, in violazione, dunque, della
normativa di settore e della Legge.