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14 Agosto 2024 21:14
14 Agosto 2024 21:14

La premier Meloni scrive alla von der Leyen: “Fake news contro il governo”

Strumentali, secondo la premier, le critiche sulla libertà di informazione ed in particolare quella secondo la quale la Rai avrebbe violato le regole della par condicio in favore della maggioranza di governo durante le ultime consultazioni per l'elezione dei membri del Parlamento europeo

“Per la prima volta il contenuto della Relazione annuale sullo stato di diritto dell’Unione europea è stato distorto a uso politico da alcuni nel tentativo di attaccare il Governo italiano”, evidenzia la premier Giorgia Meloni in una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. In un altro passaggio della lettera, la premier rimarca che si tratta di “attacchi maldestri e pretestuosi che possono avere presa solo nel desolante contesto di ricorrente utilizzo di fake news che sempre più inquina il dibattito in Europa. Dispiace che neppure la Relazione della Commissione sullo stato di diritto e in particolare sulla libertà di informazione sul servizio pubblico radiotelevisivo sia stata risparmiata dai professionisti della disinformazione e della mistificazione“.

“Qualche giorno fa, come accade ogni anno dal 2020, la Commissione europea ha pubblicato la Relazione annuale sullo stato di diritto dell’Unione europea. Si tratta di un esercizio periodico, svolto in costante dialogo con i 27 Stati membri, sostenuto e incoraggiato dal Governo italiano in quanto strumento utile a monitorare il rispetto dei principi e dei valori fondanti della UE”, scrive Meloni.

“Ancora più strumentale appare la critica in base alla quale la Rai avrebbe violato le regole della par condicio in favore della maggioranza di governo durante le ultime consultazioni per l’elezione dei membri del Parlamento europeo” scrive la premier Giorgia Meloni in un passaggio della lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Anche su questo argomento, mistificato a uso politico occorre chiarire alcuni aspetti. A ridosso delle elezioni europee del 2024, la Commissione parlamentare Vigilanza Rai, nell’esercizio delle sue prerogative, ha adottato una delibera, dichiarata peraltro dall’Agcom conforme alla disciplina vigente in materia, che prevedeva l’esclusione dalle regole della par condicio dei rappresentanti delle istituzioni che affrontavano questioni inerenti alle loro funzioni istituzionali. Non si tratta di una novità. Infatti, sempre, durante ogni passata competizione elettorale, tutti i governi in carica hanno potuto legittimamente continuare ad informare i cittadini sulla loro attività, senza che l’informazione istituzionale rientrasse nel conteggio dei tempi della par condicio, cosi’ come previsto dalla legge vigente. Viene da chiedersi – conclude la Meloni – perché questo principio, che si è sempre reputato valido in passato, non debba valere per l’attuale Governo“.

“Riguardo al fatto che il cambiamento della linea editoriale della RAI avrebbe determinato le dimissioni di diversi giornalisti e conduttori, è di tutta evidenza, anche in ragione di quanto espresso in precedenza, che si tratti di una dinamica che in ogni caso non può essere imputata all’attuale Governo. Nel merito, diversi esperti del campo affermano che i rapporti di lavoro si sono interrotti per normali dinamiche di mercato; alcuni di questi conduttori hanno lasciato la Rai prima dell’arrivo del nuovo AD ed altri hanno deciso di percorrere nuove esperienze professionali o editoriali, pur avendo l’azienda confermato i loro spazi di presenza nei palinsesti”, sono le parole della premier.

“Da parte del Governo italiano confermo ogni sforzo per assicurare in Italia e in Europa il pieno rispetto dei valori fondanti alla base dell’Unione Europea e l’assiduo impegno a far progredire l’Italia nell’ambito della libera informazione, del contrasto alle fake news e del pluralismo del servizio pubblico radio televisivo dopo decenni di sfacciata lottizzazione politica“. ribadisce Giorgia Meloni in una lettera a Ursula von der Leyen, scritta dopo la presentazione della Relazione annuale sullo stato di diritto dell’Unione europea.

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