Molti gli argomenti, più o meno caldi, affrontati oggi dal premier Giorgia Meloni intervistata ai microfoni del programma radiofonico “Non Stop News “su RTL 102.5. Dal salario minimo alla sua privata passando per la manovra e i migranti. “La bagarre alla Camera sul salario minimo? Un po’ sorrido: M5S, Pd ci dicono che il salario minimo è l’unica cosa che va fatta in Italia ma in dieci anni al governo non l’hanno fatta, e mi stupisce la posizione di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo quando poi vanno a trattare i contratti collettivi e accettano anche contratti con poco più di cinque euro all’ora, come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata. Bisognerebbe essere un po’ coerenti”, ha detto la Meloni.
Due, anzi tre, accenni personali nella serie di domande che spaziano dal salario minimo alla manovra al rapporto tra politica e giustizia. I primi due sono sul filo della battuta autoironica, il terzo è più intimistico. Giorgia Meloni allora ha risposto cosi’ a chi, nel corso dell’intervista in diretta, anche tv, in studio a RTL 102,5 le ha chiesto sui riflettori sulle sue vicende personali: “Beh, diciamo che delle volte si è parlato senza pietà delle mie questioni personali… Pero’, alla fine, elmetto in testa e si combatte“. Più ‘leggero’ il passaggio in cui il presidente del Consiglio osserva sorridendo che “di segreti su di me ne sono rimasti pochi, visto che la mia vita ormai e’ tutta in piazza...”.
🔵 "Questo è stato un anno tosto. Un anno in cui è accaduto tutto quello che poteva accadere, ma secondo me il segreto è vivere giorno per giorno. Cerchiamo di fare gli interessi dei cittadini italiani"@GiorgiaMeloni 🎙️#NonStopNews
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Per la premier tornando alla questione del salario minimo, la proposta delle opposizioni, di una paga di almeno 9 euro l’ora, “per paradosso rischia di abbassare gli stipendi, perché il 95% dei lavoratori ha una paga oraria più alta e si rischierebbe di arrivare al paradosso in cui un datore dice: ‘se posso abbassarla a 9 euro, perché devo pagare di più?’. Certo ci sono poi quelle sacche che prendono meno e sulle quali occorre intervenire come il governo intende fare“
Manovra
“La manovra è stato un lavoro difficile. A farle quando ci sono i soldi sono buoni tutti…“, ha poi sottolineato. “Noi partivamo da una situazione molto complessa, per mettere due numeri in fila: abbiamo 13 miliardi in più di interessi sul debito per l’aumento dei tassi della Bce e 20 miliardi di crediti superbonus. Partivamo con -33 miliardi, ciononostante abbiamo fatto una manovra da 28 miliardi, concentrando le risorse su poche grandi priorità, come la difesa del potere d’acquisto delle famiglie – ha elencato – il mantenimento del cuneo contributivo, abbiamo iniziato la riforma fiscale accorpando le prime due aliquote, e adeguato le pensioni, particolarmente quelle più basse sulla sanità, con un aumento che lo porta al massimo storico. E ci siamo anche occupati di famiglia e natalità“
Giustizia
“Si cerca di costruire uno scontro tra politica e magistratura, non vedo uno scontro e non potrebbe venire da me che ho grande rispetto per chi serve lo Stato. Io penso che politica e magistratura debbano lavorare insieme per rafforzare la lotta alla criminalità, rendere più veloce la giustizia. Vogliamo fare del nostro meglio per aiutare la magistratura. Che poi in Italia ci sia una piccolissima parte, ma rumorosa, della magistratura che per ragioni ideologiche ritiene di dover disapplicare i provvedimenti di un governo che non condivide o influenzare il dibattito politico è un fatto”, ha affermato la premier puntualizzando: “Mi ha colpito, ad esempio che l’Anm dica che la riforma istituzionale è un attacco alla magistratura, che non è toccata, e abbia una deriva anti democratica, ma so che riguarda una piccola parte della magistratura”. E poi ha chiarito: “Penso comunque che una riforma sulla giustizia vada fatta“.
Per le riforme si arriverà al referendum
“So che ci sarà un sacco di gente che si muoverà contro questo. Faranno di tutto per impedire di approvarla”. Giorgia Meloni vede questo scenario intorno alle riforme istituzionali che, conferma, rappresentano quelle “dalle quali dipendono tutte le altre” e ritiene che “alla fine si arriverà al referendum, perchè vedo molto difficile che si possa trovare un accordo in Parlamento”.
In quel momento, osserva ancora il presidente del Consiglio, “chiederemo agli italiani che vogliono fare e saranno gli italiani a decidere se domani vogliono essere padroni di questo destino o se vogliono continuare a farlo fare a chi obiettivamente ha pensato di essere padrone delle istituzioni e non lo è“.
Meloni liquida le critiche al premierato come dimostrazione del fatto che “non si sa cosa dire perchè – puntualizza – non abbiamo toccato il ruolo del Presidente della Repubblica, in questo caso Sergio Mattarella, che è figura che per gli italiani rappresenta un assoluto punto di riferimento“.
“Tutto quello che facciamo è dire che chi guida il governo lo debbano scegliere gli italiani. Questo è il problema di chi contesta la riforma, perchè chi è stato abituato a fare il bello e il cattivo tempo – contrattacca la premier – facendo e disfacendo i governi nel Palazzo sulla pelle degli italiani, per realizzare programmi che nessuno aveva votato e mettere gente che nessuno aveva votato chiaramente ha un problema se si dice che questo gioco è finito“.
Migranti
Quanto all’accordo con l’Albania sui migranti è “innovativo, utile e può rappresentare un precedente ripetibile in molte nazioni, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Non so perché la sinistra lo contesti così”, forse “perché sperano che non riusciamo a risolvere il problema, cosa che noi contiamo di fare in una realtà in cui ci confrontiamo con flussi senza precedenti“. “Il Pd ha cercato di cacciare il povero Edi Rama che è socialista dal Pse perché evidentemente aiutare l’Italia non è di sinistra”, ha aggiunto.
Violenza su donne
“La giornata di ieri è stata una giornata che può rappresentare una svolta, la partecipazione popolare al funerale di Giulia, le parole del padre, nella tragedia è stata una giornata che potrebbe rappresentare l’inizio di qualcosa di nuovo sul piano culturale”, ha detto ancora la Meloni. “La grande questione è qui: chi ha usato anche l’omicidio di Giulia per tentare di fare un po’ di strumentalizzazione politica ha fatto un grande errore. Questa è una materia sulla quale tutti dobbiamo interrogarci su un mondo che sta cambiando in un modo estremamente veloce e che forse noi non stiamo perfettamente capendo”.
“A monte penso che il problema sia sempre lo stesso – ha continuato – : esistono degli uomini che non accettano l’emancipazione femminile, la libertà delle donne e per questo non accettano i “no“. Questo è l’elemento alla base di questo problema e che dobbiamo combattere ogni giorno. Le leggi ci sono, è sul piano culturale che possiamo fare molto di più. Il problema vero è l’assenza di cultura, la crisi che vivono le famiglie e il nostro sistema educativo. Il problema è che non abbiamo capito quanto il Covid ha impattato sulle giovani generazioni anche in termini di capacità di socializzare, non ci stiamo rendendo conto del ruolo che le nuove tecnologie e i social media hanno, che messaggi sempre più improntati al nichilismo, alla cultura dei soldi facili, al sesso facile quanto stanno impattando. Lo dico da madre: non sono certa che riusciamo a capire tutto quello che passa sui telefonini e i social e non so se riusciamo ad affrontarlo davvero“. “Le leggi ci sono, ci sono gli strumenti e le istituzioni – ha detto poi Meloni rivolta alle donne in ascolto -. Noi siamo libere e non è normale avere paura di un uomo che dice di amarti: si può chiamare il numero 1522, chiamatelo se avete paura perché c’è qualcuno che vi può aiutare“.
La maggioranza di Governo è solida
“Il centrodestra sta molto bene, è in salute. C’è un metro solo per valutare la coesione delle maggioranze: la velocità con cui i governi riescono a operare. Si vede che questo governo opera velocemente, e quando succede è perché è facile mettersi d’accordo. Accade solo in maggioranze con una visione comune. Ne ho viste altre impantanate, che non trovano sintesi su niente. A noi non accade“. aggiungendo “Al di là delle sfumature dei partiti di maggioranza, che sono una ricchezza, c’è coesione di fondo ed è evidente: e penso che quello che siamo riusciti di fare in Italia si debba in qualche maniera tentare di costruirlo anche in Europa. Oggi abbiamo una grande occasione, lo scenario che si potrebbe realizzare è quello in cui in Parlamento europeo si riesce a costruire una maggioranza più compatibile a livello di visione. Potremmo ritrovarci con istituzioni europee in cui l’Italia conta molto di più: è il mio obiettivo, l’obiettivo della maggioranza”.
Meloni quarta donna più potente del mondo secondo Forbes
Giorgia Meloni secondo la classifica stilata da Forbes è la quarta donna più potente del mondo . La presidente del Consiglio si piazza ai piedi del podio nella graduatoria guidata da Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea precede Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, e Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea. Una classifica che la Meloni ha commentato con ironia. “Pensa come siam messi…“, ha infatti detto ai microfoni di RTL 102.5.
La Meloni si piazza davanti a Taylor Swift: la cantante americana, che un anno fa occupava la 34esima posizione, si è consacrata come fenomeno globale al di là dei confini della musica e dello showbusiness. Il suo patrimonio viene valutato oltre 1,1 miliardi di dollari, il suo “Eras Tour” ha battuto ogni record e i suoi post sui social sono in grado di generare una mole di interazioni senza pari.
Forbes, nell’articolo abbinato alla classifica, evidenzia che la “la Meloni sta affermando la sua influenza con la proposta di riforme costituzionali in Italia che porterebbero all’elezione diretta del primo ministro“. La leader di Fratelli d’Italia è la prima donna italiana ad arrivare così in alto nella classifica della rivista americana.
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