ROMA – La Procura salentina ha revocato integralmente il sequestro della Cementir Italia di Taranto (ora Cemitaly), parte dell’Ilva e della centrale Enel di Brindisi, affermando che le ceneri della centrale Enel di Brindisi e la loppa (scorie liquide) di Ilva Taranto possono essere utilizzate nella produzione di cemento. Dissequestrati anche i 523 milioni di euro ritenuti l’ingiusto profitto incassato dall’Enel che avrebbe venduto e non smaltito le ceneri.
Alla base del dissequestro disposto a seguito dell’istanza depositata dai difensori delle società, c’è la perizia disposta dal Tribunale di Lecce nell’ambito dell’incidente probatorio celebrato nei mesi scorsi su richiesta della Procura. Nell’inchiesta sono indagate 31 persone tra dirigenti di Enel Produzione e Cementir Italia spa, ex titolari, commissari dell’Ilva e direttori dello stabilimento siderurgico di Taranto . Ipotizzati i reati di traffico illecito di rifiuti e attività di gestione dei rifiuti non autorizzata in relazione alla vendita di ceneri e loppa d’altoforno da parte di Enel e Ilva alla Cementir per produrre cemento.
A seguito di tali ipotesi investigative basate su una consulenza della Procura che è stato completamente ribaltata dalle valutazioni della perizia, venne eseguito il 28 settembre 2017 il sequestro preventivo dei beni delle tre società. E’ stata la stessa Procura di Lecce a rettificare le precedenti posizioni dissequestrando tutto. “I pubblici ministeri hanno riconosciuto, in particolare, – rende nota Cemitaly spa in una nota – che le ceneri prodotte presso la centrale Enel di Brindisi e la loppa prodotta dallo stabilimento Ilva rispettano quanto previsto dalla norma tecnica e possono essere utilizzate per la produzione del cemento”.