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22 Luglio 2024 10:56
22 Luglio 2024 10:56

La procura di Milano sequestra 86 milioni e blocca la pubblicità del corriere Ups-United Parcel Service

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo d'urgenza per l’importo complessivo di 86.469.931,21 euro nei confronti di Ups-United Parcel Service Italia srl società leader nel settore della logistica, per somministrazione illecita di manodopera.

Questa mattina la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito l’ ordinanza di sequestro preventivo di 86.469.931,21 euro,  richiesta dai pm Giovanna Cavalleri e Paolo Storari e dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci  della Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, per l’ipotesi di reato di frode fiscale, con contemporanea richiesta all’Ufficio Gip di misura interdittiva appunto della pubblicità di beni e servizi a carico di UPS-United Parcel Service Italia srl, indagata in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa come società, per non aver messo in atto modelli organizzativi interni idonei a selezionare e controllare i fornitori per evitando che queste organizzazioni di personale realizzassero illeciti fiscali e contributivi.

Nelle 94 pagine dell’atto di sequestro la Procura di Milano ha rilevato come la frode si concretizzasse nell’esternalizzazione illecita della forza lavoro da parte di Ups a carico di 178 diverse società che fungevano da serbatoio di personale. La frode Iva sarebbe stata realizzata attraverso l’uso di fatture per operazioni inesistenti.

Dopo Dhl, Bartolini e Geodis anche UPS società leader nel settore della logistica è finita nel mirino della Procura di Milano Oltre alla società sono stati iscritti nel registro degli indagati anche il legale rappresentante della divisone italiana, lo spagnolo Francisco Conejo Castro, ed i tedeschi Karl Georg Habekorn e Britta Martina Weber i firmatari delle dichiarazioni fiscali 2017-2022. Sono indagati i tre rappresentanti legali di Ups che si sono succeduti dal 2017 al 2022.

Le indagini coordinate dalla Procura di Milano ed eseguite dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Milano con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, hanno avuto come oggetto il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera. È stata scoperta una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale del meccanismo illecito, di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, per un ammontare complessivo di circa 480 milioni di euro, più 86 milioni di euro di I.V.A.

Esaminando i rapporti commerciali intercorrenti tra Ups e alcuni dei fornitori ai quali veniva affidato in outsourcing la movimentazione e il trasporto delle merci, è risultato che molti di questi operatori sono risultati viziati da “significative criticità fiscali”. Infatti, 8.500 lavoratori che in queste società fornitrici venivano utilizzati per commesse di Ups (società che ha 1.000 persone alle proprie dipendenze), sono risultati 5.700 transitati almeno una volta da una all’altra di queste società fornitrici, con punte addirittura di otto passaggi societari per lavoratore; e 28 persone hanno ricoperto ruoli di dirigenti in almeno due di quelle società, che hanno avuto le sedi legali spesso negli stessi indirizzi, e cicli di vita sempre brevi e immancabilmente sfocianti in fallimenti, liquidazioni, inattività. 

In particolare, ricostruendo la “filiera della manodopera”, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati in taluni casi “schermati” da società “filtro” che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società “serbatoio”), mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’I.V.A. e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale.

I lavoratori ascoltati a sommarie informazioni dalla Guardia di Finanza raccontano anche che queste società serbatoio di manodopera spesso pagano gli straordinari “in nero” o gli stipendi utilizzando stratagemmi come false trasferte per ridurre il costo fiscale del lavoratore. E soprattutto alla base degli accertamenti effettuati, son o emersi moltissimi versamenti omessi e fatture per operazioni inesistenti emesse da fornitori di secondo livello, che, quelle rare volte in cui capita finiscano per caso all’attenzione del fisco o dei magistrati, vengono semplicemente sostituite con altri fornitori da Ups per nascondere il potenziale rischio reputazionale ma sopratutto giudiziario.

Sono in corso, inoltre, diverse perquisizioni nei confronti delle persone fisiche e giuridiche coinvolte nelle province di Milano, Roma, Como e Reggio Emilia e si sta procedendo alla notifica delle informazioni di garanzia, oltre che per le responsabilità personali in ordine ai reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società.

Secondo gli inquirenti milanesi che interpretano la “lettura” digitale della somministrazione illecita di lavoro, rifacendosi a due recenti sentenze di giudici del lavoro di Padova, gli appaltatori che forniscono manodopera a Ups funzionavano quindi di fatto come un’agenzia di somministrazione di lavoro senza però in realtà esserlo, limitandosi quindi a mettere a disposizione i propri dipendenti, ad una struttura già organizzata e definita da Ups, all’interno della quale i lavoratori venivano di fatto teleguidati sullo smistamento minuto per minuto della merce fino al più minuto dettaglio. Nella ricostruzione della Procura al vaglio del dal gip chiamato a convalidare o no l’odierno sequestro d’urgenza, è emerso  che l’effettiva titolarità del potere di organizzazione in questi appalti restava in mano a Ups, e viene incarnata dall’utilizzo pervasivo delle tecnologie di gestione logistica i cui software di proprietà regolano la guida dell’intero processo produttivo.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |


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