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24 Novembre 2024 17:15

La Procura di Roma chiude le indagini per le tangenti sugli appalti da 23 milioni di euro al Miur

Il sistema di tangenti andava avanti dal 2018 e secondo la magistratura romana vedeva coinvolti un imprenditore e l' ex capo dipartimento del Ministero

Chiuse le indagini a carico di 15 persone, tra cui l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco ex editore dell’agenzia di stampa Dire, e l’ex capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda, ritenuti dalla Procura di piazzale Clodio a capo di un sistema illecito che andava avanti dal 2018 che ha indotto oggi la Procura a notificare agli indagati il “415 bis”, iniziativa questa che di solito anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. Un fiume di denaro e utilità tra cui regali di ogni tipo e lavori di ristrutturazione sugli appalti, gare con cifre a sei zeri, del Ministero dell’Istruzione. Tre milioni e duecento mila euro di mazzette il totale conteggiato dalla procura. Questo il volume di soldi dati, e altri promessi, alla Boda e a diversi componenti del suo staff.

Federico Bianchi di Castelbianco ex editore dell’agenzia di stampa Dire

Al centro dell’indagine, affidata al sostituto procuratore Carlo Villani ed all’aggiunto Paolo Ielo e culminata con una serie di arresti nel settembre del 2021, un giro di tangenti, per ottenere appalti da circa 23 milioni di euro. Coinvolte anche quattro società mentre due indagati hanno chiesto di patteggiare la pena. All’ex capo dipartimento del ministero per le risorse umane Giovanna Boda ed a Bianchi di Castelbianco la Procura di piazzale Clodio contesta i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

Giovanna Boda

Boda è l’ormai ex capo dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione che a metà pomeriggio del 14 aprile del 2021, dopo un incontro nello studio del suo avvocato, si lanciò dalla finestra del secondo piano nel cortile di uno dei palazzi di Piazza della Libertà, e venne ricoverata in gravissime condizioni al Policlinico Gemelli.

L’ex-manager ministeriale riceveva in cambio regali di ogni genere. Il capo d’imputazione elenca nel dettaglio i doni elargiti: ad esempio una Mercedes a noleggio con autista, del valore di 47 mila euro. Persino gli stessi genitori della Boda beneficiavano dei favori di Bianchi di Castelbianco: l’imprenditore tra il 2020 ed il 2021 gli pagava l’affitto di un appartamento alle spalle del parco di Villa Borghese per un totale di 27 mila euro, contando sull’intermediazione della segretaria Valentina Franco, dell’autista Fabio Condoleo, dei collaboratori Sara Panatta Vincenzo Persi e poi di Nicola Cirillo e Massimo Mancori“tutti consapevoli dell’accordo corruttivo“.

Nel documento di 36 pagine il pm Villani ricostruisce il sistema illecito: secondo l’impianto accusatorio la Boda, incaricata della realizzazione delle procedure per selezionare progetti scolastici, ha ricevuto in modo indebito “la dazione e la promessa delle somme di denaro e delle utilità per sé e per terzi per un totale di complessivi 3.201.933 euro per l’esercizio delle sue funzioni e/o dei suoi poteri nonché per il compimento di una pluralità di atti contrari ai doveri di ufficio” da Bianchi Di Castelbiancolegale rappresentante dell’Istituto di Ortofonologia, socio amministratore di fatto della “Come. – Comunicazione & Editoria s.r./.” (Com.e.) direttore scientifico e amministratore di fatto della “Edizioni Scientifiche MA.GI. S.r.1.” (MA.GI.), amministratore di fatto della “Fondazione Mite – Minori informazione Tutela Educazione” (Mite), enti aggiudicatari dal gennaio 2018 al 13 aprile 2021 di affidamenti da parte di Istituti scolastici per complessivi 23.537.377 euro, di cui corrisposti 17.457.976 euro“.

Secondo quanto accertato dai magistrati, sulla base delle indagini affidate alla Guardia di Finanza, l’ex alto dirigente ministeriale avrebbe rivelato all’imprenditore “notizie d’ufficio che avrebbero dovuto rimanere segrete. In particolare, anticipava via e-mail” a Bianchi di Castelbiancoprima della sua pubblicazione, la bozza del bando per il finanziamento di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa, e invitava e lo faceva partecipare a riunioni tenutesi presso il Ministero nelle quali si doveva decidere la ripartizione dei finanziamenti alle scuole a valere sulla Legge n. 440/1997, demandando anche allo stesso imprenditore la decisione finale su tale suddivisione“.

“Le accuse che mi sono state rivolte, unitamente al fatto che sono state rese pubbliche sui media senza lasciarmi la possibilità di opporre la mia ricostruzione dei fatti – aveva dichiarato a suo tempo la Boda tramite il suo difensore, l’ avvocato Giulia Bongiornomi hanno sconvolto. Tutto quello che ho dimostrato in anni di servizio sembra cancellato in poche settimane. Ho sempre servito lo Stato con rigore e onestà, nella piena consapevolezza delle mie responsabilità e dei miei doveri, e lo dimostrerò appena possibile: ho chiesto di essere interrogata proprio per chiarire“.

Nel procedimento al momento risultano parti offese il Ministero dell’Istruzione e la Presidenza del Consiglio dei Ministri nonché l’Agenzia delle Entrate. 

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